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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

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Fogli freschi di stampa

Le Maisons Jaoul di Le Corbusier, di Luca Sampò

La figura di Le Corbusier suscita un reverenziale timore nell’animo degli architetti e degli appassionati di architettura e costituisce un riferimento costante, a cui aderire o da cui fuggire, per gli autori del ventesimo secolo, che in ogni caso non possono ignorare l’importanza rivoluzionaria della sua architettura e delle sue teorie dell’architettura, la ricerca innovativa per lo sviluppo della città e di una dimensione urbana possibile, la programmazione consapevole di «macchine per abitare» e le poetiche, quasi liriche, ultime composizioni animate da vitalità plastica e da configurazioni densamente materiche.

In un panorama composito di commenti ed interpretazioni sull’opera del Maestro, il testo di Luca Sampò, Le Maisons Jaoul di Le Corbusier. La petite maison e la città contemporanea, presentato il 14 aprile alla Casa dell’Architettura di Roma, si distingue per una attenta e sofisticata indagine su una delle ultime opere, finora poco indagate, che diviene occasione per rivisitare il metodo e la poetica del Maestro. Le Maisons Jaoul di Le Corbusier, costruite a Neuilly-sur-Seine (1951-1956) vicino Parigi, materializzano infatti compiutamente la sintesi di un pensiero la cui intensità ed il cui slancio utopico hanno suggestionato intere generazioni di architetti nel mondo.

L’opera di Sampò descrive il progetto nella sua genesi e realizzazione contestualizzandolo nel complesso ambiente culturale della Francia dagli anni Trenta agli anni Cinquanta ed analizzando il percorso creativo di Le Corbusier con le implicazioni morali, il significato ed i rimandi allo studio di una residenza in stretta relazione con le prospettive urbanistiche.

Fig. 1La realizzazione di residenze aderenti alla tradizione costruttiva in muratura, con volte alla catalana su muri portanti in mattoni a vista sembrano contraddire la leggerezza e la trasparenza delle prime architetture lecorbusieriane, costruite secondo i principi dei “cinque punti per una nuova architettura” e affidate interamente ai vantaggi del telaio in cemento armato, di cui l'architetto indagava a fondo le potenzialità e gli aspetti formali. La scelta di investire nell’applicazione sperimentale e nelle potenzialità della struttura diventa anche la cifra creativa ed il motivo di assoluta innovazione e rottura con il passato, che procura una notorietà mondiale a Le Corbusier negli anni Venti. Il ritorno a forme storicizzate diviene quindi ragione di ripensamento sulle tematiche indagate nel periodo della formazione, in cui aveva analizzato la cultura mediterranea proponendo dimore, piani urbanistici e soluzioni a grande scala, che riprende nel dopoguerra nella sua perpetua ricerca per trovare la giusta dimensione dell’abitare.

Le Maisons Jaoul vengono realizzate per un importante industriale e collezionista di opere d’arte; il rapporto fra architetto e committente diviene anche rapporto umano, un sodalizio che si materializza con diverse sfaccettature, a volte con contrasti, nel lungo percorso di progettazione e realizzazione delle residenze. Jaoul è anche un imprenditore, che si propone di portare il Modulor oltreoceano e diviene quindi complice nella ricerca estetica, funzionalista e matematica del Maestro.

Contemporanee ad opere straordinarie come la cappella di Ronchamp e Chandigarh, le Maisons Jaoul «possiedono – nel loro essere ospitali abitazioni pensate per rendere confortevole la vita domestica – la mitica grandiosità dei poemi del passato: la loro forza scultorea, il senso di spazio e l'articolazione dei volumi parlano di un'idea di vita. Esse danno forma ai sogni, alle speranze, ma anche alle angosce dell'uomo del Ventesimo secolo, risultando nella più irruenta e personale delle opere dell'architetto che ha rivoluzionato il Moderno», come scrive Sampò.

Le Corbusier disegna moltissimo insieme al suo atelier per Jaoul: rimangono numerosi schizzi che Sampò indaga valutandone gli aspetti progettuali, l’approccio con il sito, le diverse proposte e la riproducibilità del modello; l'autore descrive come il Maestro segua la costruzione, la definizione del pensiero in cantiere dove i materiali sono «i soli mezzi dell’architettura» che consentano di verificare l’idea e ne determinano la contaminazione con realtà. Si discutono le diverse scale, quella della costruzione grezza che si avvale del cemento brut e quella della raffinata precisione con cui si affronta il progetto del mobilio, si delinea il quarto muro, l’unico elemento prefabbricato nella dimora, dimensionato sul Modulor, che assolve diverse funzioni: illuminare, areare, aprire un passaggio, riporre oggetti. Si evidenzia come il Maestro volesse controllare anche gli aspetti manuali della realizzazione, il segno della mano, al punto di chiedere che nella realizzazione del muro ogni tre file sia impiegata una persona diversa, affinché la texture non risulti monotona.

Fig. 2

La ricerca su questa architettura diviene, quindi, lo spunto per valutare altri aspetti del pensiero architettonico e soffermarsi sul rapporto fra le piccole dimensioni e l’edilizia residenziale nel linguaggio contemporaneo, la petite maison, come oggetto architettonico misurabile e la vasta dimensione urbanistica, utilizzando i diversi strumenti di progettazione come chiavi di conoscenza, indagando gli aspetti tecnologici, i materiali impiegati, le forme ed i riferimenti storici. Si cerca di comprendere il valore dei tracciati regolatori e le implicazioni progettuali del Modulor nella ricerca di una macchina per abitare a misura d’uomo. Tale tracciato narrativo si mescola al profondo e sensibile sguardo sulla vita dell’uomo, oltre che dell’architetto, e di come le passioni caratteriali influenzino anche gli aspetti progettuali, rigorosamente supportati da un ricercato perfezionismo intriso di passione per l’architettura.

 

Didascalie delle immagini

Fig. 1, Le Corbusier in viaggio in treno verso il cantiere della cappella di Notre-Dame-du-Haut a Ronchamp, 1954 circa, © LFC.

Fig. 2, Disegno delle Maisons Jaoul, archivio Fondation Le Corbusier, Parigi, © FLC.

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Scheda tecnica
Luca Sampò, Le Maisons Jaoul di Le Corbusier. La petite maison e la città contemporanea, FrancoAngeli, Milano 2010,
EAN 9788856825763, euro 26,50

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