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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Avanguardia e Secessione

 fig. 1

Le attività espositive temporanee della Galleria d'Arte Moderna di Roma si sono moltiplicate negli ultimi anni, dopo che alcuni spostamenti interni hanno creato notevoli spazi in una delle ali del grande edificio; tuttavia, finora, le mostre organizzate si erano rivelate di scarso rilievo e a volte decisamente superflue.
Fortunatamente, l'ultima iniziativa è invece di alto livello per la qualità delle scelte, per il numero delle opere e per l'interesse storico del breve periodo individuato, il decennio 1905-1915. Sono passati cento anni dalla Grande Guerra, il primo di tanti eventi, soprattutto sanguinosi, che hanno caratterizzato il Novecento e “Secessione e Avanguardia”, il titolo scelto per la mostra, “intende approfondire un momento di particolare fervore innovativo nella cultura artistica e letteraria italiana immediatamente precedente la prima guerra mondiale. Un periodo ideologicamente segnato da contrasti politici e sociali, durante il quale artisti e critici si interrogano sui concetti di modernità e di avanguardia”, come si legge nei comunicati.

L'Italia era ed è un paese di retroguardia artistica da almeno trecento anni; le idee, gli autori e i movimenti che troviamo proposti in mostre come questa sono sempre da porre a confronto con gli altri paesi; in questa sede, i pannelli di presentazione tracciano correttamente i percorsi europei cui fare riferimento, la Sezession di Vienna in particolare e alcuni elementi delle avanguardie espressioniste francesi e tedesche. Giustamente è enfatizzato il ruolo dei futuristi, l'unica vera avanguardia italiana, la più virulenta in effetti, generata pittoricamente dal cubismo ma originalissima per molti aspetti.

Le sale della mostra sono ben organizzate e complementari. Si comincia con la presentazione del restauro, meticoloso ed efficace, de “L'Italia vittoriosa con la forza e l'intelligenza”, il fregio allegorico dipinto da Edoardo Gioia su quindici pannelli di tela per l'Esposizione Internazionale del 1911, quella stessa per cui fu costruito l'edificio stesso che oggi ospita la GNAM. Non è un capolavoro ed è gonfio di retorica, ma ci fa capire bene il gusto ufficiale di quegli anni e quindi va visto in chiave di riferimento con il resto dell'esposizione, che invece fa perno sulle ricerche anti-accademiche. fig. 2

Nelle sale successive le opere sono esposte secondo i temi di Secessione, Avanguardia, Futurismo, Interventismo. Ma subito dopo il fregio di Gioia troviamo quattro cartoni notevolissimi di Pellizza, disegni preparatori per la folla che fa da sfondo al “Quarto Stato”, e un Carrà divisionista che nell'”Allegoria del lavoro” riprende proprio i temi sociali cari a Pellizza (Fig. 1).

Tra le tele di Previati, Chini, von Stuck (qui presente con il celebre “Die Suende”) e Hodler, nelle prime sale ci sono anche sculture di Adolfo Wildt, di Medardo Rosso e di altri. E' una buona scelta, in particolare per accentuare il contrasto tra quanti proponevano una qualche continuità con la tradizione, come Wildt (Fig. 2), e quanti si affiancavano efficacemente alle scelte espressioniste, destinate a consolidarsi nella principale corrente artistica del Novecento, come Rosso.

La presenza fondamentale di Gustav Klimt in Italia al principio del secolo è ben testimoniata da un suo quadro direttamente prestato dal Belvedere di Vienna, “Sonnenblume”, con una figura centrale che sembrerebbe umana, e ricorda molti ritratti e composizioni klimtiane, ma che in realtà appartiene a un'altra grande passione del pittore, i fiori appunto. Allo stile di Klimt si richiamarono molti, tra cui il giovane Casorati, qui presente con alcune tele, Galileo Chini e Vittorio Zecchin, mentre all'anima più aggressiva della pittura germanica si rifanno Chiattone, Lorenzo Viani naturalmente, e Aroldo Bonzagni (Fig. 3), che prende spunto da Nolde e da Grosz. Gli spunti fauve sono ben rappresentati da opere di Valloton, Bonnard e van Dongen, con i loro emuli soprattutto romani.

fig. 3

I luoghi dell'innovazione in quegli anni furono Venezia e Roma, quest'ultima come sede anche dei futuristi. La vera rivoluzione, giova ripeterlo, fu di fatto quella futurista, ed è molto ben documentata in questa sede la formazione di Balla e di Boccioni, entrambi nella loro iniziale veste divisionista, poi come protagonisti assoluti del primo Futurismo. Lo spettatore attento naturalmente può anche trovare altre loro opere nelle sale museali della GNAM, ma in ogni caso la scelta dei curatori è interessante e ci presenta numerose tele e disegni dei due maestri, insieme a mobili colorati disegnati da Balla e sculture di Boccioni (Fig. 4 e 5), tra cui la celebre “Bottiglia”. Verso la fine della mostra sono esposti anche disegni di Antonio Sant'Elia e quadri di De Chirico, con le sue primissime metafisiche.

Il catalogo a cura di Stefania Frezzotti è finalmente un catalogo serio e non una di quelle posticce raccolte di didascalie che spesso corredano le esposizioni a Roma; può essere utile e consultabile anche come testo svincolato dalla mostra e contiene ricostruzioni documentarie e saggi di notevole spessore . Un bel catalogo quindi, una bella mostra, e c'è ancora qualcos'altro: il sito web della Galleria propone una carrellata di notizie e di opere su “Secessione e Avanguardie” con indici, riproduzioni e brevi presentazioni delle tematiche. L'auspicio è che tutto questo segni un punto di ripartenza per la Galleria, che è il più importante museo di arte moderna in Italia e come tale deve essere anche il punto di riferimento per gli studi relativi.

fig. 4 Fig. 5

 

Didascalie delle immagini

Fig.1, Carlo Carrà, Allegoria del lavoro, 1905; olio su tela, collezione privata, Milano.
Fig. 2, Adolfo Wildt, Maschera del dolore, 1909; marmo, Pinacoteca Civica, Forlì.
Fg. 3, Bonzagni, San Sebastiano, 1912; tempera su carta, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma.

Fig. 4, Umberto Boccioni, Idolo moderno, 1911; olio su tavola, collezione Estorick, Londra.
Fig.5, Umberto Boccioni, Sviluppo di una bottiglia nello spazio, 1913; bronzo, Museo del Novecento, Milano.

 

Scheda tecnica

Secessione e Avanguardia, L'Arte in Italia prima della Grande Guerra 1905 - 1915, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Viale delle Belle Arti 131 - 00196 Roma. Aperta da martedì a domenica ore 10.30 - 19.30; 31 ottobre, 2014 - 15 febbraio, 2015. Biglietto unico per la Galleria e le Esposizioni temporanee, intero: € 13,00, ridotto: € 10,50.

 

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