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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Il Peter Pan Gotico di Bob Wilson

 

 

Era letteralmente stracolmo di spettatori il Teatro Nuovo di Spoleto in occasione dell'attesissimo Peter Pan di Robert Wilson, ospite d'onore ormai abituale del Festival dei Due Mondi. A metà tra l'operetta e il musical, lo spettacolo si avvale del cast d'eccezione dei Berliner Ensemble e della musica rock psichedelica delle statunitensi CocoRosie (al secolo le sorelle Bianca Leilani Casady e Sierra Rose Casady), eseguita dal vivo dall'orchestra diretta da Stefan Roger e Hans-Jorn Brandenburg. La singolarissima versione del Peter Pan reca tutti i segni della sintassi stilistica del regista statunitense distaccandosi in modo deciso sia dalle produzioni teatrali precedenti del capolavoro di James Matthew Barry che dalle sue versioni filmiche (prima fra tutte quella edulcorata della Disney).

Il Peter Pan di Wilson è una versione goticheggiante, venata di umorismo nero, che porta in superficie i lati più oscuri e inquietanti della storia dell'eterno fanciullo e della banda dei Lost Boys abbandonati nei Giardini di Kensington. I fili della trama del romanzo ci sono più o meno tutti, ma le atmosfere create dalla messinscena oscillano tra il malinconico, il macabro e il grottesco.

Le avventure rocambolesche di Peter Pan e dei suoi compagni di viaggio vengono come raggelate nelle perfette geometrie simmetriche dei quadri scenici che si susseguono l'un l'altro in modo fluido trascinando lo spettatore in un mondo fantastico dove prevalgono i colori freddi del blu e del verde. Le luci, come sempre, scolpiscono la scena e i personaggi in modo magistrale e creano visioni ipnotizzanti ed estremamente varie.

Il primo capitolo della storia si svolge nella nursery di casa Darling delimitata da pareti rosa decorate con barchette verdine. Mr Darling e la sua formosa consorte si presentamo nei loro costumi vittoriani stilizzati, i volti impastati di cerone bianco, i lineamenti marcati da linee nere. Si muovono a passettini e pronunciano le loro battute indipendentemente, senza comunicare mai direttamente tra loro. Wendy, John e Michael vengono costretti nel loro lettone con tre teste di pecora per spalliera. E' un luogo angusto, falsamente rassicurante dove la vita familiare borghese si commenta ironicamente da sola mentre la finestra sullo sfondo si allarga gradualmente per affacciarsi sugli abissi dell'immaginario.

Con l'arrivo di Peter Pan di Sabin Tambrea, più simile a David Bowie che non al fanciullo dell'immaginario collettivo, lo spettacolo prende quota in una girandola visionaria di altissimo livello. Non manca nessuno all'appello: da Capitan Uncino al buffissimo Coccodrillo dalle enormi fauci, dall'esitante Campanellino in calzamaglia nera e tutù verde alla goffa principessa Tiger Lily. Wilson crea immagini dove testo, canto, ballo, pantomima e azione scenica convergono in un insieme armonico di significati.

Per certi versi la prima parte dello spettacolo appare più dispersiva e lenta, appesantita da una netta prevalenza di dialoghi che sembra impedire quella perfetta sintesi visiva di cui Wilson è capace e che si attua a pieno nella seconda parte dello spettacolo dove le avventure sull'Isola che non c'è si susseguono a ritmo più sostenuto.

L'innocenza e la gioia dell'infanzia sono quasi sempre adombrate da gesti brutali e da un senso di morte. Come quando Peter, nel tentativo di salvare Wendy da Capitan Uncino, si nasconde nella nave e uccide i pirati ad uno ad uno, per poi riemergene fuori urlando " I am Youth! I am Joy!" Lo stesso contrasto appare nella scena in cui la piccola Wendy, trasformata in una madre terribile, canta la ninna nanna ai Lost Boys, mentre sullo sfondo Hook e i suoi pirati fanno strage di indiani. L'immaginario infantile è tutt'altro che innocente e spesso assume delle coloriture da incubo. Sempre tuttavia all'insegna della leggerezza e dell'ironia.


Le performance sono tutte strabilianti, un vero e proprio caleidoscopio di immagini perfettamente costruite che vedono come protagonisti sirene, pirati, indiani,i Lost Boys, Nana e l'eterno fanciullo al quale ogni ruolo sembra star stretto. E' infatti un personaggio mutevole che non sopporta definizioni. Il personaggio più riuscito è senza dubbio il Campanellino di Christofer Nell che attraversa la scena con piccoli movimenti spasmodici e che si esprime solo attraverso il canto. La sua bacchetta magica manda scosse elettriche e questa insolita fatina androgina sembra divertirsi a torturare i bambini. Quando rimane intrappolata dentro un'enorme lampadina lamenta il suo amore non ricambiato per Peter in uno dei canti più disperati e commoventi dell'intero spettacolo. Uno spettacolo che tuttavia non cede mai al sentimentalismo che caratterizza alcune parti del testo, nè tanto meno al luogo comune.

Sebbene si concluda, come da copione, con il ritorno a casa dei bambini, il racconto è chiosato per ben due volte dalla canzone di Peter Pan: " La morte è l'avventura più grande".

 

Scheda tecnica

PETER PAN, di James Matthew Barrie. Traduzione in tedesco di Erich Kastner. Regia, ideazione scene e luci di Robert Wilson. Musiche e canzoni: CocoRosie. Costumi: Jacques Reynaud. Co-regia: Ann-Christin Rommen. Drammaturgia: Jutta Ferbers, Dietmar Bock.

Collaborazione alle scene: Serge von Arx. Collaborazione ai costumi: Yashi Tabassomi. Direzione Musicale: Stefan Rager, Hans-Jorn Brandenburg. Arrangiamenti: Doug Wieseiman.

Con Antonia Bill, Claudia Burckhardt, Anke Engeismann, Johanna Griebel, WinfridGoos, Traute Hoess, Boris Jacoby, Nadine Kiesewalter, Andy Klinger, Stefan Kurt, Christofer Nell, Stephan Schafer, Luca Schub, Marko Schmidt, Martin Schneider, Sabin Tambrea, Jorg Thieme, Felix Tittel, Georgios Tsivanoglou, Axel Werner e Lisa Genze.

Musicisti: Joe Bauer, Florian Bergmann, Hans-Jorn Brandenburg, Cristian Carvacho, Dieter Fisher, Jihye Han, Andreas Henze, Stefan Rager, Ernesto Villalobos.

Una produzione dei Berliner Ensemble, in collaborazione con Change Performing Arts.

Spettacolo in lingua tedesca e inglese con sottotitoli in italiano a cura di Prescott Studio, Firenze.

Prima Nazionale, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, 4 luglio 2014.

 

 

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