Il Musée des Confluences a Lione

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Fig. 1

 

Situato nel 2° arrondissement di Lione presso un luogo particolarmente suggestivo, la confluenza dei fiumi Rodano e Saona, il Musée des Confluences, inaugurato il 20 dicembre 2014, è una delle attrazioni culturali più importanti della città, sede di esposizioni permanenti e temporanee.

Un grande motivo di interesse è offerto dalla struttura stessa dell’edificio (Fig. 1), che rappresenta il primo esempio in Francia di costruzione progettata dallo studio di architettura austriaco Coop Himmelb(l)au, universalmente noto per il suo stile di ispirazione decostruttivista (si ricordi la celebre esibizione del 1988 al Museum of Modern Art di New York, intitolata appunto Deconstructivist Architecture). Sulla Base in cemento, la cui superficie è di 8700 mq sorgono il Cristallo e la Nuvola, riservati rispettivamente all’entrata con la circolazione del pubblico e all’insieme delle sale espositive. Mentre il Cristallo è formato da più di trenta metri di vetrata, con una superficie complessiva di 1900 mq, la Nuvola è composta da una struttura metallica rivestita in acciaio inox e si articola in quattro livelli, per un totale di 10900 mq di superficie. Non manca un giardino pubblico, nel quale i visitatori possono passeggiare e raggiungere la confluenza fra Rodano e Saona.

Il fulcro del museo è costituito senza dubbio dalle esposizioni permanenti, quattro percorsi complementari incentrati sulle molteplici manifestazioni della vita e sul lungo cammino evolutivo dell’umanità. Tali percorsi sono così designati: Origines, les récits du monde (sala 21), Espèces, la maille du vivant (sala 22), Sociétés, le théâtre des Hommes (sala 23), Éternités, visions de l’au-delà (sala 24). Focalizzandosi sulle tappe iniziali della storia del mondo, la sezione Origines propone una serie di testimonianze afferenti alla vita primitiva, in un sapiente intreccio tra dimensione scientifica e simbolica; oltre all’elevato numero di meteoriti, è doveroso ricordare i numerosi esempi di animali preistorici, come il camarasauro, un dinosauro sauropode rinvenuto in un canyon del Wyoming (Fig. 2), e il mammut, scoperto in Francia a poche decine di chilometri da Lione stessa (Fig. 3).

 

Fig. 2

Fig. 3

 

Si incontrano vari esempi tratti dal mondo naturale e animale anche nella sezione Espèces, che mostra interessanti casi di biodiversità; penso soprattutto alla ricchissima vetrina delle farfalle e dei coleotteri e ai numerosi animali selvaggi, molti appartenenti all’habitat della savana come leoni, giraffe, zebre (Fig. 4). Una particolare attenzione è riservata, inoltre, all’Homo sapiens e alle relazioni che intrattiene con le altre specie viventi. Interamente dedicato all’uomo e alle sue scoperte antiche e moderne è il percorso Sociétés, che illustra il modo in cui l’uomo ha saputo forgiare il mondo circostante in base alle sue esigenze attraverso innumerevoli manufatti, fra cui l’automobile Berliet e l’abito da sposa Brochier. Non mancano riferimenti all’illustre passato di Lione come centro europeo d’eccellenza per la lavorazione della seta, i cui stabilimenti sorgevano nel quartiere di Croix-Rousse. Nascere e vivere significa necessariamente fare i conti con l’esperienza della morte; l’ultima sezione permanente, Éternités, analizza appunto le differenti visioni dell’aldilà, proponendo una collezione di reperti, principalmente mummie, di diversa provenienza (dall’Egitto al Perù).

Non meno degne di nota sono le esposizioni temporanee, di cui è possibile trovare una spiegazione generale nel libretto esplicativo Musée des Confluences; février – juin 2020. Nell’impossibilità di fornire in questa sede una descrizione completa, scelgo di ricordare due esempi a mio parere particolarmente significativi poiché, in virtù della loro estrema diversità, mostrano alla perfezione la grande varietà di temi sviluppati nel museo.

 

Fig. 4

Fig. 5

 

In stretta continuità con i percorsi permanenti, che espongono reperti originari di ogni parte del mondo, è la sala Le monde en tête, visitabile sino al 15 marzo 2020; essa ospita una miriade di copricapi di differenti fogge, colori, dimensioni e materiali, indossati da sovrani, guerrieri, spose e tanti altri personaggi (Fig. 5). Si tratta di una donazione di Antoine de Galbert, l’illustre fondatore della storica galleria parigina Maison Rouge, che nel corso della sua vita ha raccolto più di cinquecento copricapi, facendo poi dono di questa straordinaria collezione al Musée des Confluences nel 2017. « En contemplant ma collection de coiffes, j’ai le sentiment jubilatoire de faire le tour du monde, d’accomplir une sorte de voyage immobile » affermava in proposito Antoine de Galbert stesso, e davvero questa singolarissima collezione restituisce pienamente l’immagine di una storia del mondo e delle sue civiltà attraverso un oggetto di uso quotidiano che però, in determinate circostanze, può assumere un importante significato simbolico, per esempio determinando una distinzione tra colui che lo indossa e tutti gli altri membri della società a cui appartiene.

Sino al 26 luglio 2020 è poi presente il percorso Prison, au-delà des murs, che propone una riflessione sul sistema penitenziario attuale, posto a confronto con quello del XVIII secolo. Viene qui mostrata la vita quotidiana dei detenuti mediante supporti di vario genere, come spazi appositamente ricostruiti e una sorta di teatro, a cui si aggiungono oggetti di uso comune nell’ambiente della prigione, fra cui chiavi, utensili, piccoli indumenti. Nello stesso tempo, si mettono in luce le contraddizioni del sistema carcerario che, da una parte, mira alla rieducazione dei detenuti in previsione del loro reinserimento nella società, ma dall’altra, al fine di punirli per le loro colpe e di proteggere la società stessa dalla loro presenza ritenuta pericolosa, tende spesso a isolarli in una dimensione caratterizzata da violenza e soprusi, in cui è facile il consolidamento della propensione al crimine.

Aperto tutto l’anno, il Musée des Confluences è diventato in breve tempo una tappa obbligata per chi vuole scoprire e conoscere Lione. Non si devono dimenticare l’apertura eccezionale del giovedì sino alle 22, che consente una visione notturna del museo, e l’intenso programma di attività, alcune pensate per i più piccoli, che rendono questo centro scientifico e antropologico uno dei poli culturali di maggiore interesse di Lione per un pubblico di ogni fascia di età. Di conseguenza, il Musée des Confluences rappresenta ormai una tessera preziosa del cospicuo insieme di attrazioni artistiche della città; tra i più importanti musei di Lione, il principale posto di rilievo è indubbiamente occupato dal Musée des Beaux-Arts nella centrale e bellissima Place des Terreaux, ma ugualmente meritevoli di una visita sono il Musée des Tissus et des Arts décoratifs, il Musée Lumière e il Musée Miniature et Cinéma. Occorre ricordare, infatti, che proprio qui i fratelli Lumière inventarono il cinematografo alla fine del XIX secolo, girando la prima proiezione (La Sortie de l’usine Lumière) nella Rue Saint-Victor di Lione, successivamente ridefinita Rue du Premier-Film, nome che conserva ancora oggi.

 

 

Didascalie delle immagini

Fig. 1, Musée des Confluences, Lyon (veduta esterna).

Fig. 2, scheletro di camarasauro, Musée des Confluences, Lyon.

Fig. 3, scheletro di mammut, Musée des Confluences, Lyon.

Fig. 4, esposizione permanente Espèces (animali selvaggi), Musée des Confluences, Lyon.

Fig. 5, esposizione temporanea Le monde en tête, Musée des Confluences, Lyon.

 

 

Scheda tecnica

Musée des Confluences, 86 Quai Perrache, 69002 Lyon – France.

Aperto martedì, mercoledì e venerdì (11-19); giovedì (11-22); sabato, domenica e festivi (10-19). Chiuso il lunedì, il 1° gennaio, il 1° maggio, il 1° novembre e il 25 dicembre. Aperto il lunedì di Pasqua e il lunedì di Pentecoste.

Entrata, valida un giorno (visite individuali): adulti tariffa piena: 9 €; adulti a partire dalle 17: 6 €; giovani 18-25 anni: 5 €. Gruppi a partire da 10 adulti: 7 €.

Ingresso gratuito su presentazione di un giustificativo: giovani fino a 18 anni, liceali, apprendisti e studenti fino a 26 anni; tessere ICOM, stampa, guida conferenziere.