Raffaello 1520-1483

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1 - Papa Leone X tra due cardinali

Le vicende abbastanza complicate connesse all'epidemia di coronavirus dell'inverno-primavera 2019-2020, hanno costretto alla chiusura della grande mostra su Raffaello a Roma appena pochi giorni dopo la sua inaugurazione. Le Scuderie del Quirinale sono la sede ideale per grandi celebrazioni su scala nazionale e i 500 anni dalla morte del maestro rinascimentale avevano spinto l'organizzazione a grandissimi sforzi per ottenere il prestito di opere importanti. È stato quindi un successo che si sia riusciti a riaprire le sale del primo e terzo piano dal 2 di giugno (e sino al 30 di agosto), anche se con qualche restrizione: si deve prenotare la visita on line o per telefono, con fasce orarie di 5 minuti, e ogni 5 minuti in effetti si entra a gruppetti di 6 - 8 persone con un guardiano. In ogni sala si resta quindi per 5 minuti, poi un campanello fa spostare in avanti tutti i gruppetti, e se la cosa può sembrare limitante per via del poco tempo, d'altra parte consente per una volta di non trovarsi stretti o disturbati dalla presenza di troppe persone.

Le opere si susseguono nelle 15 sale ben allestite, ben presentate da cartelloni esaurienti e nel complesso all'altezza delle aspettative per un'occasione così importante. Resta da chiedersi perché e per quale singolare intuizione i curatori abbiano scelto di proporre le opere a rovescio, come dice il titolo stesso Raffaello 1520-1483, partendo cronologicamente dalle ultime per arrivare alle prime. Scoprire le origini, le influenze, la formazione, è interessante, ma - anche se sarà banale - di solito si capisce meglio guardando lo sviluppo in avanti e non all'indietro! Le opere giovanili sono peraltro troppo poche, relativamente, per dare senso al percorso.

A parte questa trovata, la mostra è da non perdere. Certo, l'opera mobile completa di Raffaello è molto più abbondante, tra ritratti, madonne, pale d'altare, ma essere riusciti a radunare un totale di 200 tra tele, tavole e disegni è innegabilmente un successo. La loro provenienza è globale, dalla stessa Roma e da Firenze, ma anche da Parigi, Madrid, Bologna, Londra, Washington, Monaco, Montpellier. Lo spettatore non-romano uscendo dal Quirinale potrebbe recarsi nei giorni successivi in Vaticano (le Stanze, la sala con la Trasfigurazione, gli arazzi e le Logge) e poi alla Farnesina (il Trionfo di Galatea) per arricchire un percorso davvero notevole sul maestro.

L'ingresso alla mostra propone all'inizio, come da copione, la morte del giovane maestro, il venerdì santo del 1520, con la ricostruzione dell'angolo del Pantheon in cui si trova tuttora la sua tomba; nella sala anche alcuni quadri di altri pittori che hanno rappresentato con molta fantasia la scena della prematura morte. Si procede poi con l'attività di Raffaello in quanto, diremmo oggi, assessore alla cultura e all'archeologia romana al servizio di Leone X, con l'originale della lettera al papa che descrive i suoi progetti. Qui sono presenti tre ritratti celeberrimi, del papa, di Baldassarre Castiglione co-autore della lettera e di Raffaello stesso con un amico, forse Giulio Romano.

 


2 - Papa Giulio II

3 -  Ritratto di Baldassarre Castiglione

4 - Ritratto di donna velata

5 - Ritratto di donna, detta la Fornarina

 

Il numero di 200 non deve naturalmente ingannare, perché ci sono dentro tutti i pezzi esposti, disegnini, statuette, e cose d'altri inclusi, ma possiamo comunque ammirare opere di grandissima fama e rilievo, come alcuni tra i più celebri e celebrati ritratti eseguiti negli anni da Raffaello oltre ai tre citati: Giulio II, la Velata, la Fornarina, la Dama con l'unicorno e l'Autoritratto giovanile.

Separati negli anni e nelle sale, ci sono allora i ritratti dei due papi di Raffaello: l'ormai vecchio Giulio II, nipote di papa Sisto IV e predestinato al potere,dalla grande barba bianca e lo sguardo malinconico, quadro scarno ed essenziale che non si presta a letture di presunzione o di comando, e Leone X tra due cardinali, ben altro personaggio quanto a vanità e ricercatezza, attento al dettaglio del libro miniato e della campanella d'argento. Vicino a Leone, non potremo dimenticare lo sguardo di Baldassarre Castiglione, l'uomo del Cortegiano, che Raffaello staglia su uno sfondo neutro ma cangiante, e non potremo certo dimenticare le due famose donne dette La Velata e La Fornarina, qui accostate nella stessa sala al terzo piano. Il gesto comune della mano destra sotto il seno, coperto nella Velata e nudo nella Fornarina, potrebbe rimandare a una doppia valenza, che ci porterebbe vicinissimi all'Amor sacro e Amor profano di Tiziano. Tuttavia, si può avvertire qui una forzatura dei curatori che accostano i ritratti, lontani - stando agli studi - almeno sei anni. Non ci sono purtroppo i coniugi Doni, d'epoca fiorentina, che consentirebbero di valutare la progressiva liberazione di Raffaello dal modello leonardesco.

Uno degli arazzi vaticani campeggia su una parete a ricordo di quell'impresa congiunta tra la bottega romana di Raffaello e le manifatture fiamminghe, mentre la passione del pittore per il mondo antico risulta documentata da vari schizzi e soprattutto dalla sua attività di architetto. Il contributo solo di idee alla Fabbrica di San Pietro e la progettazione di Villa Madama sono proposti con alcuni disegni, insieme alla Cappella Chigi di Santa Maria del Popolo.

 

6 e 7 - La Madonna Tempi e un cartone preparatorio

Esempi delle qualità grafiche del pittore sono visibili nei numerosi schizzi o studi proposti, tra cui alcuni per la Pala Baglioni (che resta al Museo Borghese) e uno per la Madonna Tempi, che è qui in olio e tavola per prestito di Monaco di baviera. Di poco precedente al trasferimento a Roma, la Madonna Tempi riassume al meglio la straordinaria eleganza del pittore, che qualcuno poi definì brevemente nella parole grazia. Priva di attributi misteriosi o allusivi, ridotta per una volta a madre e figlio senza presenze di nonne (Anna) o cugini (Giovannino), la composizione è minimale, la mamma affettuosa tiene in braccio il bimbo nudo. Il disegno su cartone rivela e conferma quella grazia, che nel volto disegnato a lapis addirittura sembra più assoluta che nel quadro definitivo.

Si esce passando davanti al ritratto giovanile: il tempo è volato, cinque minuti per volta, e purtroppo non si può proprio tornare indietro a rivedere qualcosa, magari restituendo anche un verso logico al tempo della vita di uno dei pittori più grandi.

 


Didascalie delle immagini
1) Ritratto di Leone X tra i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi, 1518
olio su tavola
Firenze, Gallerie degli Uffizi

2) Ritratto di Giulio IIante marzo 1512
olio su tavola
Londra, The National Gallery.

3) Ritratto di Baldassarre Castiglione, 1513
olio su tela
Parigi, Musée du Louvre

4) Ritratto di donna detta “La Velata”1512-1513 circa
olio su tela
Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina

5) Ritratto di donna nei panni di Venere  (Fornarina), 1519-1520 circa
olio su tavola
Roma, Palazzo Barberini, Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma

6 e 7) Madonna con il Bambino (Madonna Tempi), 1507-1508
olio su tavola
Monaco, Bayerische
Staatsgemäldesammlung Alte Pinakothek
Frammento del cartone preparatorio della Madonna Tempi1507-1508 circa
pietra nera con lumeggiature in bianco
Montpellier, Musée Fabre

 

 

Scheda tecnica

Raffaello 1520-1483 dal 2 giugno al 30 agosto 2020, Scuderie del Quirinale, Roma.

A partire da venerdì 19 giugno, orari di apertura dalle 8:00 alle 23:00 durante la settimana, e fino all’una di notte il venerdì e sabato. Il numero massimo di visitatori per fascia oraria con ingresso scadenzato ogni 5 minuti è da 6 a 8 persone.