Aby Warburg, Mnemosyne

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La figura del grande studioso si ammanta spesso di curiosità, aneddoti e episodi esemplari per chiarire gli aspetti più particolari del personaggio. Lo storico dell'arte tedesco Aby Warburg rappresenta un modello tanto per le sue sterminate conoscenze specialistiche, quanto per le circostanze molto particolari della sua biografia. Erede dell'enorme fortuna economica della sua famiglia di potenti banchieri amburghesi, Aby cedette i diritti che gli spettavano come primogenito nell'amministrazione della banca ai fratelli minori, in cambio di "tutto il denaro necessario" per poter comprare libri, studiare e viaggiare. Da quel patto nacque l'Istituto Warburg ad Amburgo, trasferito a Londra dagli allievi di Warburg dopo l'avvento del nazismo e tuttora attivo soprattutto come biblioteca, aumentata dagli oltre 60mila di Warburg agli attuali 350mila.

Il progetto Mnemosyne, la dea della memoria madre delle Muse, fu ideato da Warburg verso la fine della sua vita (morì nel1929 a 63 anni), forse come risposta alla malattia mentale che lo aveva costretto in ospedale per alcuni anni, ma certamente anche come risultato complessivo di una lunga serie di considerazioni visive. Durante i suoi viaggi, compiuti in parte con spirito di antropologo, e i suoi soggiorni a Firenze, Warburg si era convinto che nel Rinascimento italiano si erano accumulati idee, ispirazioni e modelli basati sull'arte antica, ma non nel senso classico, anzi a rovescio, con una forte carica dinamica, sensuale, e spirituale.

Il progetto Mnemosyne restò incompiuto. Doveva essere una sorta di enciclopedia di immagini, ogni pagina pensata come un collage a tema; e ogni pagina nasceva dalla composizione paziente di fotografie, ritagli di giornale, disegni, cartoline, applicati su un grande pannello, utile per conferenze e spiegazioni. L'impresa di rimettere mano a quanto pensato da Warburg è stata oggi realizzata grazie all'impegno di vari studiosi, aiutati e appoggiati finanziariamente dal Warburg Institute di Londra e dalla Haus der Kulturen der Welt di Berlino, dove trova sede la prima grande mostra dedicata al progetto.

   

I pannelli sono stati ricostruiti utilizzando il materiale originario conservato negli archivi personali dello studioso con un lavoro certosino per stabilire posizioni e connessioni. Il libro-catalogo, che non è probabilmente quello pensato da Warburg, è stato pubblicato, di dimensioni insolite, enorme e bellissimo, in vendita per 200 euro. Per ora, le pagine si limitano a mostrare le figure e le didascalie, l'anno prossimo sarà pubblicato un testo che fornirà chiarimenti e commenti alle scelte di Warburg.


La stravagante struttura della Haus der Kulturen der Welt a Berlino (costruita nel 1957 da Hugh Stubbins per la rassegna Interbau) ospita quindi la mostra dei pannelli di Warburg, collocati secondo linee circolari a formare una singolare distesa di immagini senza colore. Non si può non pensare, come prima reazione davanti a tanta fatica, alla facilità con cui oggi rintracciamo figure, fotografie, quadri, tramite Google e derivati, e con quanta facilità possiamo costruire pagine, modificare dimensioni e qualità, usando programmi di fotomontaggio e fotoritocco. Warburg oggi potrebbe risparmiare un'enorme quantità di tempo e ottenere risultati migliori, anche se forse la sua formazione di studioso sarebbe stata di minor qualità, per via del minor impegno.

Warburg credeva profondamente nel rapporto tra l'arte e la religione ed era convinto che esistano forme primordiali, simboliche, valide per tutti i popoli in qualunque epoca. L'esempio sempre citato è quello del serpente, la forma saettante che è simbolo del fulmine, sul quale Warburg tenne una memorabile conferenza - Il rituale del serpente - proprio al momento del congedo dall'ospedale psichiatrico. Un'altra forma eterna (Warburg usa il neologismo Pathosformel, formula del pathos) è la ninfa, la donna invasata, che appare come menade danzante nel mondo antico, come dea in Botticelli e Raffaello, come ragazza in Manet. Dagli studi iconologici di Warburg sarebbe derivata l'Iconologia di Erwin Panofsky, il suo allievo che divenne americano e fu tra i grandi teorici del secondo dopogerra.

I temi scelti da Warburg per il suo Bilderatlas Mnemosyne erano:

I. astrologia e mitologia

II. modelli archeologici

III. migrazioni degli antichi dei

IV. veicoli della tradizione

V. irruzione dell’antico

VI. formule di pathos dionisiaco

VII. Nike e Fortuna

VIII. dalle Muse a Manet

IX. Dürer: divinità al nord

X. l’era di Nettuno

XI. arte ufficiale e barocco

XII. riemersioni dell'antico

ω. attualità della memoria

Oltre al libro appena pubblicato, va ricordato che in rete da tempo esiste un sito molto ben fatto che ricostruisce le tavole di Mnemosyne; è un sito italiano, si chiama engramma, fa i conti con qualche difetto nella riproduzione delle immagini, ma è tutto da studiare e, naturalmente, da vedere, proprio come la mostra di Berlino.

 

 

Scheda tecnica

Aby Warburg, Bilderatlas Mnemosyne, Haus der Kulturen der Welt, Johm-Foster-Dulles-Allee 10, Berlino.

Dal 04.09 al 30.11.2020, aperta dalle 12 alle 20 tutti i giorni escluso il martedì. Ingresso 7€/3€, gratis per i minorenni.

 

Il libro (in inglese)

Aby Warburg, Bilderatlas MNEMOSYNE. The Original   

Ed. Haus der Kulturen der Welt, Berlin und The Warburg Institute; Roberto Ohrt, Axel Heil, text(s) by Roberto Ohrt, Axel Heil, Bernd M. Scherer, Bill Sherman, Claudia Wedepohl, graphic design by Axel Heil, Christian Ertel, fluid editions   

2020. 184 pp., 83 ills., hardcover with protective carton, 44.00 x 60.00 cm  

ISBN 978-3-7757-4693-9     € 200