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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Lucido, di Rafael Spregelburd

 

Nell'asfittico panorama teatrale capitolino, le <boccate d'aria> di buon teatro si prendono soprattutto nei teatri più piccoli e meno stabili. Al Vascello va il gran merito di aver riproposto Lucido di Rafael Spregelburd per la regia di Milena Costanzo e Roberto Rustioni. Il testo è uno dei più suggestivi del drammaturgo argentino e la regia semplice e informale si adatta perfettamente allo stile enigmatico dell'autore. Lo spettacolo, in cui i due registi figurano anche come interpreti, non si sovrappone al testo con soluzioni interpretative intellettualistiche ma lo lascia emergere in tutta la sua complessa varietà. L'essenza stessa della densa scrittura pirotecnica di Spregelburd viene messa in risalto da una recitazione concreta e lineare.

Ambientata nella depressa Buenos Aires della post-crisi finanziaria, la pièce ruota intorno alle vicende di una famiglia frantumata dall'assenza del padre, dal narcisismo incontenibile della madre, dal vuoto comunicativo tra fratello, sorella e genitrice. La madre Tetè (Milena Costanzo) convive con Luca(Antonio Gargiulo), il figlio psicolabile e onironauta che indossa le sue sottane perché non ha ancora risolto i suoi problemi d'identità. Il ragazzo segue una terapia della Gestalt con un analista strampalato che si fa chiamare con il nome di un calciatore. Da piccolo ha subito il trapianto di un rene donatogli dalla sorella Lucrezia (Maria Vittoria Scarlattei) che ritorna a casa dopo lunghi anni di assenza per reclamare la restituzione dell'organo che adesso serve al marito malato di lei. L'inquietante quadretto familiare si completa con Dario (Roberto Rustioni), il nuovo compagno della madre che figura anche come cameriere nelle tre scene al ristorante che si ripetono ad intervalli regolari. Caratterizzate dagli stessi elementi narrativi, queste scene sono i <sogni lucidi> di Luca che ricorrono con varianti sempre più catastrofiche fino a diventare incubi.

Il confine tra realtà e sogno e verità e menzogna è estremamente labile, ogni storia ne nasconde un'altra, e ogni evento, vero o falso che sia, è percepito in modo assolutamente soggettivo. Il tema centrale della pièce è ancora una volta l'impossibilità di accedere a una versione <reale> e oggettiva della realtà.

La scenografia riproduce interni poveri in modo realistico e dettagliato. La recitazione è spontanea e diretta e non scivola mai nel grottesco creando un alone di naturalezza intorno a ciò che è paradossale.

Situazioni surreali vengono percepite dai personaggi come banali accadimenti quotidiani e in alcuni casi il pubblico fatica a distinguere ciò che è da ciò che sembra.

I personaggi rivelano di non conoscere bene né se stessi né gli altri. La ciarliera Tetè è convinta che Lucrezia abbia sposato uno yankee e che si sia trasferita a Miami. <E' arrivata come l'impero> commenta con sarcasmo. Lucrezia dice di non essersi mai mossa da Buenos Aires e di aver sposato un nero di Haiti che lavora in una miniera di carbone. Sostiene di abitare a poche fermate di metro dalla casa della madre e poi le dice di averle spedito due lettere durante il lungo periodo di non frequentazione. Dario non sapeva che Tetè avesse due figli e Luca che percepisce se stesso come <un insieme di organi> non sa della donazione del rene da parte della sorella. Le numerose incongruenze e gli inevitabili equivoci ingrossano la comicità irresistibile dei dialoghi che si susseguono agilmente in una fluida sequenza di scene piuttosto brevi. L'azione scorre a ritmo molto serrato, soprattutto nella prima parte dello spettacolo, ed è caratterizzata da bruschi passaggi dal comico al tragico.

I bravissimi attori sono un tutt'uno con i loro personaggi e formano un quartetto perfettamente coeso. Tra tutti spicca la Tetè di Milena Costanzo caratterizzata da una prorompente vitalità e da un' ironia acida. L'attrice coglie a pieno la centralità e il polimorfismo del personaggio che ci riserva un finale drammatico a sorpresa.

 

Scheda tecnica  

LUCIDO, di Rafael Spregelburd. Traduzione di Valentina Cattaneo e Roberto Rustioni. Luci e fonica: Diego Labonia. Oggetti di scena e costumi: Katiuscia Magliarisi. Con: Milena Costanzo, Antonio Gargiulo, Roberto Rustioni, Maria Vittoria Scarlattei. Regia di Milena Costanzo e Roberto Rustioni. Assistente: Elisabetta Carosio. Produzione: Associazione Fattore K., Associazione Teatro Costanzo/Rustioni. 
Visto al Teatro Vascello di Roma il 13 aprile 2015.
Prima nazionale al Teatro i di Milano, il 3 marzo 2011.

 

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