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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

La Medea di Seneca secondo Paolo Magelli

Esperienza insolita e davvero emozionante quella di assistere ad uno spettacolo teatrale all'interno del Colosseo che ha ospitato per soli tre giorni la Medea di Seneca diretta da Paolo Magelli. La maggior parte del pubblico si è dovuta accontentare di appoggiarsi alla ringhiera superiore all'interno dell'edificio per affacciarsi dall'alto sulla ricostruzione parziale dell'arena che ha ospitato la scena. La grandiosità dello spazio e la distanza tra pubblico e attori forse non hanno giovato alla rappresentazione che sembrava perdersi nell'incomparabile bellezza della sua cornice. L'anfiteatro Flavio, del resto, fu progettato e utilizzato per ben altri generi di spettacoli e le tragedie latine, quelle di Seneca in particolare, sembra che non siano state mai rappresentate in teatro perché pensate al massimo per essere recitate e non per essere messe in scena.

La tragedia, data nel Teatro Greco di Siracusa come terza tappa della <Trilogia del mare> proposta dall'Inda per il suo cinquantunesimo ciclo di spettacoli classici, non è sorretta da una regia organica che renda giustizia alla spietata analisi psicologica della protagonista operata da Seneca.

Il testo, tradotto dal latinista Giusto Picone, è stato arricchito da una manciata di versi da Euripide, da alcuni passi di Heiner Mueller e da impliciti riferimenti al romanzo di Christa Wolff che presenta una Medea senza colpa, vittima di un ordine sociale in cui prevale la brutalità del potere maschile.

Magelli vede Medea come un Ulisse-donna che in passato ha sostenuto Giasone nell'impresa del vello d'oro, ha tradito il padre, ucciso il fratello, lasciato la Colchide e solcato per la prima volta le vie del mare per seguire il suo uomo a Corinto. Una terra molto inospitale dove il coro, a differenza di quello euripideo, la tratta con ostilità. I remi sparpagliati su una montagnetta di sale sembrano voler ricordare il leggendario viaggio di Medea con gli Argonauti. Per il resto la scena è abbastanza spoglia, un'immensa distesa di sabbia costellata da pozze di acqua salina.

Forse uno spazio troppo grande per la Medea di Valentina Banci che, nonostante ce la metta tutta per sostenere una parte così monumentale, a volte dimostra di non esserne del tutto all'altezza. Il personaggio è in scena dall'inizio alla fine ma la sua presenza non riesce ad imporsi nello spazio. Spesso la recitazione viene alterata da urla eccessive e soprattutto da movimenti forsennati. La notizia delle nozze di Giasone con Creusa, la figlia di Creonte, la fa uscire di senno non appena varca la scena dove a volte cade in preda a crisi isteriche. Quando la Nutrice, interpretata da un'accademica Francesca Benedetti, tenta di farla ragionare, lei, per tutta risposta, si strappa gli abiti di dosso per mettersi di nuovo l'abito nuziale. Medea non riesce a credere che il suo uomo l'abbia potuta abbandonare e a volte viene come posseduta da un furore incontrollabile. Spesso si getta a terra e si imbratta di sabbia oppure scalpita come una puledra imbizzarrita. Quando lo spietato Creonte di Daniele Griggio la condanna all'esilio, compie gesti inconsulti come quello di sparpagliare una marea di giocattoli di legno sulla scena. I momenti in cui l'attrice dà il meglio di sé sono quelli in cui analizza lucidamente il suo passato e quelli in cui si confronta con Giasone (un ottimo Filippo Dini ). L'uccisione dei due figli, che in Euripide si consuma dietro le quinte, avviene sotto gli occhi del padre e degli spettatori. E' una scena sobria e poco cruenta proprio perché il regista interpreta l'infanticidio come un gesto attraverso il quale Medea libera i figli da un contesto sociale profondamente ingiusto.

La dignità tragica di questa Medea così umana e così contraddittoria rischia di essere messa a repentaglio dai suoi eccessi, e non solo. Gli interventi delle donne corinzie agghindate in abiti dei primi del Novecento e dei corifei in completi bianchi e paglietta, spezzano la tensione tragica. I loro disordinati movimenti di danza sulle musiche di Arturo Annecchino che spaziano dal jazz alla techno, sembrano numeri di varietà. Nelle intenzioni del regista questo coro frivolo e vacuo dovrebbe rimandare alla decadenza della cultura mitteleuropea agli inizi del secolo scorso e rappresentare quella società vana e ingiusta nella quale Medea non può e non vuole integrarsi. Ma di fatto sono episodi che non si amalgamano bene con il resto della tragedia e che sembrano inseriti per offrire momenti di sollievo al pubblico.

Molto suggestivo è invece il finale in cui Medea, diversamente da Seneca, non fugge vittoriosa, ma si accascia a terra su se stessa annichilita dal dolore, e viene sommersa da sacchi di sabbia che le vengono versati addosso.

 

Scheda tecnica

MEDEA, di Seneca. Adattamento teatrale di Paolo Magelli. Traduzione a cura di Giusto Picone. Scene e Costumi: Ezio Toffolutti. Musiche: Arturo Annecchino. Regista assistente: Luca Cortina. Assistente alla regia Franca Maria De Monti. Collaborazione scenica Mark Boldin. Progetto audio: Vincenzo Quadarella. Progetto luci: Elvio Amaniera. Costumista assistente e responsabile sartoria: Marcella Salvo. Collaborazione sartoria: Alessia Ancona. Responsabile trucco e parrucche: Aldo Caldarella. Direttore di scena: Mattia Fontana. Fotografo di scena: Maurizio Zivillica.
Con: Valentina Banci, Filippo Dini, Daniele Griggio, Francesca Benedetti, Diego Florio, Elisabetta Arosio, Simonetta Cartia, Giulia Diomede, Lucia Fossi, Clara Galante, Ilaria Genatiempo, Carmelinda Gentile, Viola Graziosi, Doriana La Fauci, Enzo Curcurù, Lorenzo Falletti, Diego Florio, Sergio Mancinelli, Francesco Mirabella, Francesco Bertrand, Gabriele Briante.

Costumi: laboratorio di sartoria Fondazione Inda Onlus.

Scenografie: Laboratorio di scenografia Fondazione Inda Onlus.      

  

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