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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Pelè

 

 


Pelè

(tit or. Pelé: Birth of a Legend)

Regia: Jeff e Michael Zimbalist


Cast: Kevin de Paula, Leonardo Lima Carvalho, Vincent D'Onofrio, Colm Meaney, Seu Jorge, Rodrigo Santoro, Diego Boneta

Distribuzione: M2 pictures

 

 

 

 

  

Se la musa del calcio esistesse davvero - Gianni Brera nelle sue scorribande linguistiche l'aveva già battezzata "Eupalla" - avrebbe eletto la sua sede non sull'Elicona, in Grecia, come le nove illustri sorelle della mitologia, ma nei villaggi dell'entroterra brasiliano, magari a ridosso delle favelas carioca o paulista. Là avrebbe apprezzato i colori e gli odori di una vegetazione lussureggiante, i ritmi dei suoni e le melodie dei canti, l'euforia del Carnevale, le movenze della samba, le acrobazie della capoeira e le magie della "Ginga", ossia l'innato stile dei calciatori verde-oro.

E lì avrebbe pure battezzato il massimo interprete del calcio, e del popolo brasiliano, del XX secolo: Edson Arantes do Nascimento, in arte Pelè. Eroe della nazionale già dai diciassette anni, il prodigioso ragazzo nero del Santos portò in trionfo una squadra - e una nazione - bistrattata e depressa, nei mondiali svedesi del 1958 ridicolizzando i favoritissimi padroni di casa con un 5-2 che non rende del tutto l'idea di una partita dominata in lungo e in largo da un'armonia collettiva seconda solo ai virtuosismi dei singoli, da Vavà a Didì, da Garrincha a Zagallo, da Zito al giovanissimo Pelè su tutti.

Negli anni successivi la stella nata nel 1940 a Três Corações fu artefice della conquista di altri due campionati del mondo, in Cile (1962) e in Messico (1970, sulla nostra nazionale, già piena di gloria dell'epico 4-3 sulla Germania), acquisendo così la Coppa Rimet. Ecco perché Pelé: Birth of a Legend, appassionato lungometraggio dei fratelli Jeff e Michael Zimbalist (The Two Escobars), distribuito in Italia da M2 pictures dal prossimo 26 maggio, si appresta a esaltare le gesta del più grande calciatore di tutti i tempi, così come Race, uscito nelle scorse settimane,ha lodato le imprese atletiche di Jesse Owens, re della velocità alle Olimpiadi di Berlino del 1936.

Nell'imminenza degli europei di calcio, e specialmente dei giochi olimpici di Rio de Janeiro, la celebrazione dei miti e degli eroi dello sport distoglieranno le menti, almeno per un poco, dai problemi di un'umanità sempre più accomunata dalle tragedie, ma anche dalle grandi imprese degli atleti d'ogni bandiera. "Citius!, Altius!, Fortius!" era il motto proposto e declamato da De Coubertin fin da Parigi 1924 per inneggiare all'agonismo che avesse come principale obiettivo il superamento dei limiti dell'individuo.

Esattamente in questa direzione si dipana la sceneggiatura dei fratelli Zimbalist, volta a imbastire un "racconto di formazione" lungo il periodo 1950-1958, ovvero, dalla disfatta casalinga del Brasile contro l'Uruguay fino all'apoteosi di Stoccolma. Figlio d'arte (suo padre, noto come "Dondinho" aveva dovuto abbandonare la carriera per un grave infortunio al ginocchio), il ragazzino è chiamato "Dico" dai parenti e dagli amici, coi quali s'arrangia quotidianamente con qualche marachella, oppure come lustrascarpe, o su improvvisati campi di terra battuta, con una palla di stracci, in quel di Bauru, villaggio senza speranze fuori San Paolo.

É proprio l'attaccante italo-brasiliano Josè Altafini (Diego Boneta) detto "Mazzola", di un paio d'anni più grande, ad affibbiargli quel nomignolo che gli rimarrà appiccicato addosso tutta la vita: Pelè. Il ragazzo viene presto notato dal Santos che a 16 anni gli offre una maglia in prima squadra. Da lì alla nazionale il passo è breve: Pelè viene selezionato per i mondiali di Svezia dal CT del Brasile Vicente Feola (l'ottimo Vincent D'Onofrio, già "Palla di lardo" in Full Metal Jacket e protagonista della serie Law&Order: Criminal Intent), ma un serio infortunio al ginocchio ne pregiudicherà l'utilizzo.

Tuttavia, già dalla partita nel girone di qualificazione contro l'URSS Pelè riprese il tono atletico, e nella successiva sfida nei quarti di finale segnò il gol della vittoria al Galles. La semifinale contro la Francia, finita 5-2, con tre segnature del numero 10 della Seleção, elesse il più giovane marcatore nella storia dei Campionati Mondiali; mentre la sfida conclusiva contro i padroni di casa della Svezia ne sancì la definitiva consacrazione a campionissimo, e più giovane calciatore a disputare una finale della Coppa del Mondo. Quella memorabile partita viene ancora ricordata per i due gol meravigliosi realizzati dal diciassettenne astro del football.

E le sequenze che narrano quell'impresa di quasi sessant'anni fa (la voce del telecronista Bruno Pizzul contribuisce a fornire un'adeguata patina vintage) riescono ancora a emozionare gli appassionati di calcio e gli amanti dello sport per i movimenti degli atleti che si librano come danzatori, come equilibristi, a scambiarsi la sfera di cuoio. Osservare il Brasile equivale ad ascoltare un'ispirata orchestra di jazz in cui al tessuto sonoro imbastito dagli strumentisti si sovrappone la voce dei solisti che si alternano in perfetta sincronia. È la perfezione del calcio, è pura bellezza. 

Il ben riuscito biopic dei fratelli Zimbalist si avvale degli stilemi della fiaba, specialmente nella prima parte, ambientata nel villaggio di Bauru, poi il tono melodrammatico prende il sopravvento pervadendo tutta l'opera, nella quale c'è spazio pure per un simpatico cameo del vero Pelè, non nuovo a partecipazioni cinematografiche (ricordate Fuga per la vittoria di John Huston?). Inoltre, l'utilizzo di due attori nello stesso ruolo: il giovanissimo Leonardo Lima Carvalho interprete del campione ragazzino, e Kevin de Paula somigliantissimo Pelè adolescente, non penalizza affatto la fluidità della narrazione. 

Girato in buona parte nel 2013, Pelé: Birth of a Legend sarebbe dovuto uscire in concomitanza con i Mondiali svoltisi in Brasile nel 2014, ma svariati problemi nella fase di post-produzione ne hanno ritardato il debutto sugli schermi. Forse è stato meglio così, data la depressione collettiva seguita al tracollo (7-1) subìto nei quarti di finale dalla Germania, alfine vincitrice della competizione. Speriamo allora che il carisma e il sorriso di Pelè tornino a portare fortuna al suo paese, nell'imminenza dei giochi olimpici, e soprattutto in vista delle urgenti sfide politiche ed economiche, sociali e ambientali, che il suo popolo, ancora una volta, è chiamato a sostenere.

 

 

 

 

 

 

 

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