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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Rogue One: A Star Wars Story, di Gareth Edwards

 

 

Rogue One: A Star Wars Story

 

regia: Gareth Edwards

 

 

con Felicity Jones, Diego Luna, Forest Whitaker

 

distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures.

 

 

 

 

 

 

 Per la fine anno 2016 la Disney e la Lucasfilm hanno regalato ai fan di Star Wars il primo film non direttamente collegato alla sequenza storica della saga, vale a dire uno spin-off, un episodio laterale che si svolge nello stesso contesto della trama principale. In realtà, se quella è stata la definizione ufficiale data dagli autori, nel caso di Rogue One a me sembra più corretto parlare di un episodio interno alla saga, “laterale” soltanto perché ha come protagonisti personaggi nuovi e destinati a scomparire, e anche forse perché non risulta firmato da George Lucas. L’episodio di Rogue One si colloca tra il terzo e il quarto della serie completa e ne fa parte integrante, quindi potrebbe essere benissimo indicato, come si fa nei libri, con la sigla Star Wars III.5

 La saga è cominciata nel lontano 1977 con il primo omonimo film, di per sé autonomo, ma destinato - in caso di successo evidentemente – a riprodursi in una serie di puntate sia successive sia precedenti, tali da costruire un qualcosa di unico e abbastanza eccezionale nella storia del cinema. Vale la pena, come non mi stanco mai di ribadire, di vedere tutti questi film nell’originale inglese, soprattutto per evitare le traduzioni e i doppiaggi malandati all’italiana, uniti in questo caso anche alle gratuite storpiature dei nomi, per cui – chissà perché – Han diventò Ian, Leia Leila, Darth Vader Dart Fener, ecc.

Nella testa di George Lucas, ideatore di tutto l’insieme ma non sempre regista dei film, la storia si svolge in una lontana galassia, molto tempo fa, e ha per tema generale la lotta tra coloro che usano nel bene le emanazioni di una cosiddetta Forza, the Force, di valore neutro o forse semplicemente positivo, opposti a un cosiddetto Lato Oscuro, the Dark Side. Trascurando le due prime criptiche indicazioni spazio-temporali, probabilmente di carattere soltanto favolistico, Star Wars è quindi una saga incentrata nello scontro tra il bene e il male, proprio come le mitologie, le religioni e le mille narrative di ogni nazione ed epoca. Da tutte queste in effetti Star Wars preleva immagini, contenuti e spesso situazioni, adattandole a un universo popolato da varie razze, tra cui l’umana è comunque dominante, nel quale si manifesta la presenza spirituale o metafisica della Forza.

Gli episodi di Star Wars hanno avuto negli anni una produzione piuttosto insolita; dapprima, tra il 1977 e il 1983, sono usciti Star Wars, The Empire Strikes Back e Return of the Jedi, poi rinumerati come IV, V e VI episodio. I protagonisti sono dalla parte del bene i due fratelli Luke Skywalker e Leia Organa, aiutati dal mercenario Han Solo, che sposerà Leia, dai due droidi R2D2 e C3PO e dai due cavalieri Jedi Obi-Wan-Kenobi e Joda, opposti alla misteriosa figura di Darth Vader ovvero Anakin Skywalker, padre segreto dei due fratelli e anch’egli cavaliere Jedi, e all’ancor più terribile Imperatore, che appare peraltro solo dal secondo (quinto) episodio per poi essere ucciso da Darth Fader/Anakin alla fine del terzo (sesto).

Sulla figura di Anakin sono centrati gli episodi iniziali che Lucas aveva in mente sin dal principio e che formano la prima trilogia, per quanto realizzati molti anni dopo, tra il 1999 e il 2005: The Phantom Menace, Attack of the Clones e Revenge of the Sith, questa volta diretti dallo stesso Lucas. Va detto che anche se i tre nuovi film si avvalgono degli attuali mezzi digitali con relativi super effetti e invenzioni formali, le storie di Anakin e degli altri Jedi non possiedono, secondo la maggior parte dei critici, il fascino e l’intensità dei primi tre episodi.

La congruenza nelle trame tra le due trilogie non è sempre perfetta, ma nel complesso la storia generale si riconnette bene; ciò nonostante, Lucas sentì l’esigenza di rimettere mano a qualche pezzo dei primi tre film, in particolare modificando l’ultima scena dell’originale Star Wars con la brevissima presenza del fantasma di Anakin, ora interpretato dall’attore dei nuovi episodi girati negli anni Duemila. Le nuove versioni dei tre film degli anni 70 e 80 sono quelle che oggi si trovano normalmente in commercio in DVD o BluRay. 

Da tempo si era parlato del desiderio di Lucas di proseguire la sua straordinaria narrazione con una terza trilogia. Nel 2015 infine vedeva la luce il settimo episodio, che ha recuperato con abilità ed eleganza lo stile originale, dimostrando forse che Lucas non dovrebbe fare il regista ma solo lo sceneggiatore e il produttore. La bravura del nuovo regista J. J. Abrams, al momento uno dei pochi grandi talenti della cinematografia internazionale, è stata quella di ritrovare lo spirito e le forrme, insieme a una certa leggerezza e ironia, della prima trilogia, rifacendo per di più a grandi linee la stessa storia del primissimo episodio, e ripetendone il successo. Star Wars VII The Force Awakens è un buon esempio di cinema popolare, costruito senza pause, con i giusti effetti, e le interpretazioni perfettamente calzanti di molti attori vecchi e nuovi.

In attesa di Star Wars VIII, che avrà tra i protagonisti, come sempre nei panni di Leia, anche Carrie Fisher da poco scomparsa, per la fine anno 2016 è stato lanciato Rogue One: A Star Wars Story. Come dicevo all’inizio potrebbe essere l’episodio III.5, perché racconta come i piani della Death Star, gigantesca fortezza spaziale, arrivino nelle mani della principessa Leia; si ricorderà che proprio con la storia di questi piani, registrati nel droide R2-D2, ha inizio il film originale.

Rogue One ha quindi un senso preciso, che gli spettatori informati presagiscono: gli eroi che vediamo in azione sono destinati a riuscire nell’impresa al prezzo delle loro vite. Questa sensazione pervade il film, che nonostante il budget di produzione inferiore a un normale film della saga, riesce a esserne perfettamente all’altezza per situazioni, tecnologie, luoghi, ed effetti speciali. Personalmente, l’ho trovato superiore al recente settimo episodio e migliore anche del secondo, del terzo e forse del sesto. La motivazione di questa mia predilezione va da un lato all’ottima recitazione di tutti gli attori, alla qualità degli effetti, alla nota malinconica che pervade la narrazione, e soprattutto alla notevole capacità di sottolineare senza retorica il sacrificio di un gruppetto di eroi.

Anche se è in partenza una tematica patriottica, forse superficiale, e mille volte ripetuta, il modo di raccontarla diventa valido quando riesce a coinvolgerci, e Rogue One ha il carattere per farlo. Non si perde in improbabili storie d’amore o in affetti familiari o in deliri fanatici, ma cerca solo di raccontare una storia intensa e avventurosa, di cui peraltro sappiamo bene la fine.

La trama era stata scritta nel primo leggendario incipit della saga, quell’introduzione scritta che scivola via in prospettiva all’inizio di ogni film. “… Rebel spaceships, striking from a hidden base, have won their first victory against the evil Galactic Empire. During the battle, Rebel spies managed to steal secret plans to the Empire's ultimate weapon, the DEATH STAR ...” [“...Navi spaziali ribelli, dopo aver colpito una base segreta, hanno ottenuto la loro prima vittoria contro il malvagio Impero Galattico. Durante la battaglia, spie ribelli sono riuscite a rubare i piani tecnici dell'arma decisiva dell'Impero, la Morte Nera...”]. 

Le spie ribelli sono quindi le protagoniste del film di oggi, e sono guidate da una donna, Jyn Erso, figlia dell’uomo che sta costruendo, suo malgrado, la terribile Death Star. Jyn è entrata in contatto con il padre dopo averlo creduto morto, come la madre, quindici anni dopo il massacro della sua famiglia. In compagnia di un ufficiale, di un droide riprogrammato e di pochi altri la ragazza cerca di ritrovare il padre, che è riuscito a farsi credere fedele all’imperatore.

Rogue One comprende ancora una volta un rapporto intenso tra padri e figli e la descrizione di un gruppo di compagni diversi per mille aspetti (compreso il droide), che si completano nella loro lotta contro il male. La regia perfetta dell’inglese Gareth Edwards, che asseconda una sceneggiatura non banale, garantisce un ritmo incalzante. Gli interpreti sono guidati da Felicity Jones come Jyn Erso, da Diego Luna che è il pilota Cassian Andor e da Forest Whitaker, sempre bravissimo, nei panni di Saw Gerrera.         

 

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