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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Testuali parole

Visita (e intervista) a federicosolmi.com

L’ultima Quadriennale di Roma non era affatto brillante, ma - come ho scritto nella mia recensione pubblicata su questa stessa rivista - alcuni giovani artisti ne uscivano bene, e almeno di questi ha senso andare a cercare la storia personale, le scelte, le ricerche, i risultati.

E’ quanto ho fatto per Federico Solmi, che alla Quadriennale ha proposto due video per me sorprendenti, vale a dire la proiezione - su monitor appesi al muro come quadri, con tanto di cornice dipinta - di animazioni aspre e coloratissime, dal contenuto satirico e grottesco. In rete, l’immediata risposta di Google mi ha portato sul sito dell’artista, che ho quindi colpevolmente riscoperto soltanto ora, visto che era presente anche alla XV quadriennale, nel 2008; oggi, è indubbio che la sua carriera proceda senza incertezze verso livelli assoluti.
Sul web esistono molti articoli su Solmi, bolognese di 43 anni trasferitosi a New York all’inizio degli anni Duemila, che si rivela un personaggio impegnato, appassionato e dalle idee chiare. Per una volta, mi sembra interessante entrare nel merito delle caratteristiche, delle notizie e dei dati contenuti nel suo sito web, di fatto una recensione sui generis che equivale, nei tempi di Internet, alla recensione di un catalogo.
[La mia visita a www.federicosolmi.com è avvenuta nel novembre del 2016].

L’impaginazione e la grafica del sito, interamente scritto in inglese, sono semplici e dirette: in alto il classico menu di navigazione (HOMEPAGE – WORKS – ARTIST INFO – EXHIBITIONS/cv – ESSAYS – PRESS – CONTACTS), nel corpo a sinistra un video, a destra in ordine cronologico gli “EVENTS AND NEWS” e a seguire le “FELLOWSHIP AND AWARDS”, vale a dire eventi e notizie, incarichi e premi. Sulla base dei dati in prima pagina sappiamo sùbito che Solmi ha un’attività espositiva non troppo intensa, ma di livello internazionale; infatti sono segnalate mostre in Venezuela, a Roma, a New York, a Pechino, a Los Angeles. Solmi nel 2017 sarà anche Visiting Professor alla Yale University, un onore decisamente non riservato a tutti. Per un curriculum completo, si può scorrere la voce apposita, EXHIBITIONS/cv.

Il video sulla sinistra è il primo di una serie di trailer che ci consentono fortunatamente di avere una diretta ed esauriente anteprima dell’opera dell’artista; ce ne sono altri alla voce WORKS e sono in grado di farci vedere (soprattutto su schermi di almeno 24 pollici) la qualità e la ricchezza delle immagini prodotte dall’artista, ovviamente in collaborazione con un team affiatato di tecnici, in particolare informatici.

Il trailer in copertina, intitolato “The Ballroom” (La sala da ballo) è distribuito sul web da Vimeo, che ne consente la condivisione, e quindi posso inserirlo direttamente all’interno di questo articolo, una possibilità che da un lato arricchisce notevolmente il mio articolo, dall’altro ne circoscrive la lettura, compresa di visione, al web, esattamente come circoscritta è la fruizione delle opere di Solmi.

 

THE BALLROOM: Trailer of the video installation at Luis De Jesus Los Angeles Gallery (2016)

 

Il Ballo presentato nella homepage del sito è tra le ultime opere di Solmi, che ha esordito con animazioni molto meno difficili da realizzare, da finanziare e da distribuire. Si può seguire bene l’aumento di complessità e anche della qualità dei filmati se si aprono i vari trailer nella sezione WORKS, dove sono presenti opere dal 2003. L’evoluzione dello stile è chiara, e nel complesso è evidente il passaggio da una maggiore durezza, potrei dire una maggiore voglia di scandalizzare, a soluzioni egualmente dure nei contenuti, ma gestite con maggior finezza e con mezzi tecnici molto più avanzati. Si vedano i disegni poco animati e volutamente rozzi di “Rocco never dies” (Rocco non morirà mai, dove Rocco va inteso come Rocco Siffredi, la porno star descritta in azione come una “fucking machine”), per non dire del censuratissimo (Solmi in Italia fu denunciato per questo video) “The evil empire”, L’impero del male, dove persino il papa cattolico viene descritto in stato di evidente eccitazione priapesca.

La descrizione tragicomica di questi esseri umani, animaleschi e in calore, è stata una costante nei disegni di Solmi, al punto che in una delle interviste (trascritte alla voce ESSAYS) la domanda era proprio questa: “è evidente che sei ossessionato da immagini falliche; il fallo come sinonimo di potere, tirannia e volenza ...”. La risposta di Solmi era chiarificatrice, “le immagini falliche sono la metafora di un mondo sessista, violento e brutale”.

Con questo siamo arrivati all’aspetto più pertinente del lavoro di Solmi, la satira sociale e politica, condotta con forme e metodi intrisi di sarcasmo, di kitsch e di ironia. L’artista afferma di essere autodidatta, ma anche di essere uno studioso di storia, di letteratura e di politica, oltre che evidentemente un appassionato fruitore di cinema di fantascienza e di video-giochi. Se devo trovare un modello nel passato, certamente sono immediati i riferimenti a James Ensor e a Emil Nolde, i grandi blasfemi delle avanguardie espressioniste; nel presente, si può forse trovare una vicinanza di Solmi a William Kentridge, vuoi per le tecniche usate (anche se Kentridge tende spesso a mescolare immagini reali e disegni), vuoi per lo stile spesso vicino al grottesco e al primitivo.

Dopo i primi video abbastanza “semplici”, Solmi ha sempre più complicato e articolato la struttura dei sui filmati, che hanno raggiunto dimensioni e durata davvero notevoli. Si veda “The Brotherhood” (La Fratellanza), alla voce WORKS, composto da video e da ritratti animati, due dei quali erano presenti alla Q’16 di Roma, ma soprattutto si veda “Chinese Democracy and the Last Day on Earth”, La democrazia cinese e l’ultimo giorno sulla terra, una strepitosa e terribile satira sul destino dell’umanità e del mondo, dominati – come dicono i testi di presentazione – da “politici viziosi, da uomini d’affari corrotti e da spietate società di capitali”.

 

Chinese Democracy and the Last Day on Earth, 2011-2014

 

Ma la satira di Solmi non trova i suoi bersagli solo nel presente, perché anche il passato è pieno di dittatori e tiranni. Nel ballo infinito dei suoi filmati, tra valzer e sfilate, trovano posto gli imperatori romani, Washington, Mussolini, e le caricature odierne dei grotteschi padri della patria coreani, cinesi, sudamericani, e di chissà quanti altri paesi del mondo che non siamo neppure in grado di conoscere.

Nessun dubbio, un sito come questo è in grado di fornirci notizie e immagini in quantità; la speranza è che tutti gli artisti di livello in Italia si dotino di strumenti di conoscenza così utili, affiancandosi alle ormai consolidate abitudini internazionali. Per l’americano Solmi, il sito web è uno strumento fondamentale per definire la sua produzione, le sue capacità, la sua poetica e in definitiva la sua arte.


 

INTERVISTA A FEDERICO SOLMI

Tra novembre e dicembre 2016 Federico Solmi mi ha gentilmente concesso un'intervista via email, che completa nel migliore dei modi la precedente recensione. 

  

Siamo all'indomani dell'elezione di Trump alla Casa Bianca. Come artista attento alla politica e alla società, sei contento di una simile occasione di satira o sei disperato per la scelta arrischiata del più potente paese del mondo, nel quale vivi?

L’elezione di Donald Trump è stato sicuramente un grande shock per l’America progressista e liberale. Tutt’ora regna un’aria di incredulità specialmente nel mondo con cui mi relaziono, in mezzo agli operatori del settore della cultura nelle grandi capitali dell’arte come New York e Los Angeles.
La vittoria schiacciante del candidato Repubblicano ha secondo me sancito un fatto triste…la completa inattendibilità dei media, dei telegiornali, dei sondaggi pre- eletorali, che davano Hillary Clinton super favorita. Direi che è stato questo l’avvenimento a mio giudizio più scandaloso di questa lunghissima ed antipatica campagna elettorale; credo che tutto questo entusiasmo dei sondaggi favorevoli alla Clinton era pura manipolazione per cercare di arrestare l’avanzata di Trump, pura propaganda. Questo fatto mi ha dato molto fastidio, non che tifassi per Trump, ma sinceramente mi sono sentito completamente manipolato e preso per i fondelli… Per concludere direi che che gli Stati Uniti sono un paese incredibilmente diviso, dove vi è una forte ricchezza incentrata nelle grandi citta, e tanto disagio e povertà e spesso mancanza di istruzione nel Sud e nel Centro del Paese. La vittoria di Trump è un voto di protesta, di disperazione, mentre il fallimento di Hillary Clinton rappresenta il completo fallimento degli strateghi del partito democratico, i quali non sono riusciti a capire il disagio della classe medio bassa, bianca latina e di colore, ed in più hanno sottovalutato o non capito adeguatamente l’importanza dei social media.


A proposito, che cosa pensi di Facebook e Twitter? Li usi? Pensi che siano pericolosi o vantaggiosi?
 

Nel mio caso specifico, e mi riferisco principalmente alla mia professione e non alla mia vita privata, i social media rappresentano una realtà importante, un mezzo utilissimo per divulgare i progressi della mia ricerca ad un pubblico sempre più vasto. Certo rappresentano anche una grande distrazione, che porta via tanto tempo, ma credo che alla fine i social media hanno portato anche tanti ottimi risultati e mi hanno permesso di mettermi in contatto con persone, del mondo dell’arte e non, che stimo e che non conoscevo di persona.

Principalmente nei social utilizzo Instagram, mi piace molto, mentre Facebook lo adopero ma più che altro per mandare comunicati stampa, articoli che riguardano mostre, etc. Twitter invece non lo guardo mai. Direi che in media sono collegato con i social circa un’ora o un’ora e mezza al giorno, più o meno.

 

Ho visto che alcune tue opere sono state prodotte su DVD e vendute in un cofanetto. Sul tuo sito ci sono i trailer di gran parte dei tuoi lavori. Ma se uno vuole vedere per intero uno dei tuoi video, come fa? Solo nelle esposizioni? Come ti poni davanti a questa non tradizionale accessibilità della tua produzione?

Oltre alle mostre in Musei e gallerie in giro per il mondo, il mio lavoro si può vedere in film e video festival. Estratti delle mie opere sono ampiamente visibili in Internet, su Vimeo e Youtube; spesso questi clip vengono fatti ed inseriti da me stesso proprio per avere sempre il contatto diretto con il pubblico. infatti se i tuoi lettori vanno su Internet possono vedere video nella loro integrità delle recenti mostre che ho fatto nelle Gallerie Luis De Jesus a Los Angeles, e presso Postmasters Gallery a NY, installazioni entrambe complesse composte da una serie di dipinti animati, opere pittoriche in cui inserisco schermi Led e video animazioni all’interno di dipinti, proprio come le due opere in mostra alla Quadriennale in corso al Palazzo delle Esposizioni a Roma.

 

L’idea di fare animazione ti è venuta sin dall’inizio della tua carriera?

Sin dall’inizio della mia carriera il mio interesse si è sempre rivolto nella creazione di opere narrative, con temi legati alla critica sociale. Ci sono voluti diversi anni per trovare la mia strada. Agli esordi ero molto concentrato a sperimentare con il disegno e la pittura, ma presto ho capito che l’unica soluzione era quella di utilizzare immagini in movimento. La mia prima video animazione in cui sono riuscito ad unire disegno e nuove tecnologie risale all’anno 2004. Erano ormai cinque anni che ero arrivato a New York e l’atmosfera di Brooklyn ebbe un grande impatto su di me. Nell’anno 2005 arriva la svolta con la video animazione “Rocco Never Dies”, nel 2006 “King Kong and the End of the World”. Queste due opere irriverenti, anarchiche e decisamente anti-establishment, le considero tutt’ora tra le migliori che ho prodotto. Esse rappresentano le radici della mia poetica, della mia persona, della mia integrità, sono le pietre miliari che mi hanno permesso di portare avanti in questi anni una ricerca unica nel panorama dell’arte contemporanea internazionale.


 

Hai mai pensato di fare film con attori? E comunque, ci sono film che ti hanno particolarmente influenzato?

Sinceramente non mi è mai passato per la mente di fare un film con attori, semplicemente perché il mio metodo di lavoro è completamente diverso da quello utilizzato nel cinema. Il mio ruolo è molto simile a quello del regista e produttore, con la differenza che i personaggi delle mie opere e le scene dove si svolgono i miei video vengono costruiti nel mio laboratorio utilizzando 3D modeling Software, disegni e dipinti. Direi che un giorno magari potrei pensare a fare un lungometraggio, quella potrebbe essere una bella evoluzione, ma al momento sono molto concentrato a fare video animazioni della durata di circa 2-3 minuti ognuna. Il cinema ha sempre avuto una enorme influenza sul mio lavoro e sullo sviluppo della mia ricerca, in particolare mi riferisco al cinema muto, con i film di Charlie Chaplin, Buster Keaton, ed i grandi capolavori come “Metropolis” di Fritz Lang, “Il gabinetto del Dottor Calligari” di Robert Wiene, “L’uomo che ride” di Paul Leni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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