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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Fogli freschi di stampa

Scherzi d'artista, di Fabrizio Corrado e Paolo San Martino

Tutti gli studiosi di arte conoscono le vite scritte da Giorgio Vasari, o perlomeno le vite più celebri. Molti studiosi conoscono anche gli episodi delle biografie di artisti raccontati da scrittori in vena magari di caricature o esagerazioni, Boccaccio ad esempio, in cui appaiono pittori burloni come Buffalmacco e pittori creduloni come Calandrino. Sono invece sicuramente pochi gli studiosi che hanno assegnato peso e valore specifico a questo curioso patrimonio letterario, in bilico tra biografia e aneddoto, e che hanno visto in quel modo e in quello stile di vita, oltre che di narrazione, un aspetto importante della storia dell'arte italiana nel Rinascimento.
Scherzi d'artista, scritto da Fabrizio Corrado e Paolo San Martino, è un libro che vuole appunto presentare e sottolineare tutto ciò, restituendoci e riportando sotto i riflettori i dettagli della vita di un tempo, e non i capolavori dell'arte ma i suoi sorrisi.

Tutto comincia, si direbbe, con Buonamico Buffalmacco. Leggiamo nella biografia di Vasari che Buffalmacco “
dipinse nella Badia di Settimo alcune istorie di S. Iacopo a' monaci di quel luogo, a i quali fece infinitissime burle e molte piacevolezze. Lavorò a fresco in Bologna in S. Petronio la capella de' Bolognini, [...] fu da molti signori per Italia chiamato per la sua garbata maniera e per far burle e per trattener cicalando gli amici. Fece ancora in San Paolo a Ripa d'Arno in Pisa certi lavori, et in Campo Santo alcune storie dove comincia il principio del mondo. Fu costui sempre familiare e domestico di Maso del Saggio, e la sua bottega era del continuo piena di cittadini, tirati dalle costui piacevolezze, secondo che si vede nella novella di maestro Simone, quando lo mandarono in corso, e similmente nelle giostre fatte a Calandrino”. Si vede bene come nelle parole di Vasari quasi eguale rilievo sia dato agli aspetti di Buffalmacco burlone e di Buffalmacco artista. Su questo presupposto e con la palese intenzione di far rivivere Vasari come stile e come intenzioni, si sono mossi i due autori di un volume decisamente singolare per l'editoria artistica italiana.

Va detto subito che la lettura delle 250 pagine di Scherzi d'artista è impegnativa, perché Corrado e San Martino hanno con grande serietà di forma e di contenuto affrontato l'argomento, sviscerandolo nei dettagli da un lato, e dandogli nuova importanza biografica dall'altro. Trattare con competenza di pittori italiani vissuti soprattutto tra il Trecento e il Seicento implica vaste ricerche, letture approfondite di autori non sempre affidabili e di storiografi non sempre precisi, come Vasari appunto!, insieme naturalmente a una conoscenza avanzata degli stili, dei luoghi e delle situazioni politiche e culturali. Si parte da Giotto e – come detto – da Buffalmacco, si passa per Brunelleschi e Botticelli, si arriva a Michelangelo e poi a vari personaggi (non molto noti) del Seicento e a pochissime pagine su Settecento e Ottocento. Il cuore del libro è quindi sicuramente la meravigliosa e burlona Firenze del Quattrocento e Cinquecento, della quale troveremo qui dettagli imprevisti, angoli sfuggiti alla memoria, e mille piccoli fatti che gli autori del libro invece hanno voluto considerare alla stregua di fatti importanti. Sin dalla Premessa (pag. 7), si postula che grandi sono stati quei tempi perché grandi ne sono stati gli spiriti, e che la malinconia, la “vita per l'arte” romantica e moderna, ha spesso prodotto un'arte paradossalmente  meno seria e meno valida.
E' chiaro che “
Scherzi d'artista” segue un piano preciso, e ci si potrebbe aspettare che a volte degeneri nello scherzo esso stesso, ma non è così: l'ordine mentale che governa la giarda (termine obsoleto che sta per burla, riutilizzato nel sofisticato stile dei due autori insieme a diversi altri toscanismi), è lo stesso dell'opera d'arte e quindi il paragone tra la trama della cupola di Santa Maria del Fiore e la trama del feroce e famoso inganno subìto dal povero Grasso legnaiuolo (portato a convincersi di essere un altro) è paragone valido, se non addirittura illuminante sulla natura del genio brunelleschiano. Leggiamo a pagina 62: “C'è un disegno progettuale curato fino ai particolari esecutivi; c'è la presenza diretta del progettista nei ruoli di attore regista. L'imprevisto, l'improvvisazione, compaiono come attributi decorativi di un paesaggio naturale, collocati in uno scacchiere prospettico predisposto con logica matematica”. La storia poi è narrata punto per punto. “Il Grasso, considerata la fissa ricognizione dei suoi tratti da parte di costoro, e l'esborso di denaro che facevano per lui nonostante lo sdegno che ne avevano, si certificò d'essere finalmente Matteo. Tornati i fratelli con la sera, il notaio, ricevuti da essi i denari, al momento di aprire la prigione chiese chi fosse Matteo e il Grasso, senza dubbio rispose: «Eccomi, messere»” (pag. 71). E' il momento centrale della beffa, perché il Grasso si è convinto di essere Matteo. Nel contesto del libro, questo di Brunelleschi e compagni è lo scherzo maggiormente analizzato e raccontato, con soddisfazione del lettore che in altri episodi può trovarsi leggermente disorientato, a causa delle molte conoscenze che i fiduciosi autori gli attribuiscono.

Proiettati e coinvolti nel tempo e nel clima di una Firenze lontana nel tempo, eppure fatta rivivere nelle case, nelle compagnie, persino negli odori, non possiamo che scivolare dentro questa ricostruzione decisamente abile e ben congegnata. Del resto, molte pagine e molti discorsi vertono su fatti d'arte e di politica, su ricostruzioni biografiche originali e serissime, che da sole meritano attenzione. Al punto che forse potremmo aspettarci per il futuro, da autori così versati nella lettura delle fonti primarie, qualche biografia ragionata di pittori che furono al loro tempo stimatissimi, e che oggi un po' abbiamo dimenticato.
Il libro è stato pubblicato dalla CELID di Torino nel 2008, non ha (purtroppo) illustrazioni, ma è dotato di apparati bibliografici esaurienti.

 

Scheda tecnica
Fabrizio Corrado e Paolo San Martino, Scherzi d'artista, CELID, Torino, 2008, 252 pagg., € 25,00, AN 9788876617874

 

 

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