Statistiche dal 2010

Visite agli articoli
4406757

Abbiamo 227 visitatori online

Cerca nel sito

Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

Fogli e Parole d'Arte

non ha scopo di lucro, non propone alcuna pubblicità e ha come unico interesse la diffusione della cultura.
Pertanto, le immagini pubblicate si attengono all'a
rticolo 70, comma 1bis della legge sul diritto d’autore, dove si afferma che è possibile la "libera pubblicazione attraverso la rete Internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro".


Iscriviti al nostro
canale WhatsApp
sul cellulare

 - Nuova informativa sui cookie -

 


Fogli freschi di stampa

Curator, di Francesco Bonami

 


Ci sono molti pregi e molti difetti nei libri che Francesco Bonami, da qualche anno, sforna a getto quasi continuo: tra i pregi, il più notevole è sicuramente la leggibilità, legata al tono colloquiale con cui Bonami probabilmente si esprime anche a voce; tra i difetti, l'eccesso di leggerezza, per cui spesso il lettore ha la sensazione che si stia parlando di cosette di poco conto, quando invece intorno a questi discorsi girano milioni di dollari.

Bonami è un esperto e un professionista del settore artistico contemporaneo, nel senso che si occupa di creare e organizzare mostre o musei; la parola che oggi definisce questo mestiere è curatore, in inglese curator. Il curator è di fatto il direttore dell'organizzazione che, ad esempio, allestisce la Biennale di Venezia; è suo compito pensare a tutto, ma in particolare è lui (o lei) che sceglie gli artisti. Per fare questo mestiere, scrive Bonami, “bisogna possedere una buona dose d'ignoranza, una d'incoscienza, un'ottima dose di coraggio, una certa imprudenza e una gran fortuna” (pag. 10). Bonami ha gestito per un decennio il Museo di Arte Contemporanea di Chicago, è stato curator di innumerevoli mostre di vario livello, e in particolare - appunto - della Biennale veneziana del 2003. In un ambito come quello dell'arte contemporanea, dove tutti sono sempre pronti a mettere in dubbio le competenze di tutti gli altri, le polemiche sull'effettiva preparazione del singolo esperto sono frequenti e virulente, e ad esse non si sottrae certamente Bonami, che sottolineando l'incapacità o la scorrettezze dell'uno o dell'altro, sa benissimo di essere lui stesso un facile bersaglio di invidie e di maldicenze.

In effetti, più che un'autobiografia del curator giunto a quasi sessant'anni d'età, questo libro è un diario volutamente fazioso e arrogante della sua lunga attività. Achille Bonito Oliva, Vittorio Sgarbi, Giancarlo Politi, Germano Celant, tanto per fare i nomi più noti, escono o sminuiti o ridicolizzati o sbranati, insieme a tanti altri, dal diario di Bonami, e la cosa ci può far sorridere (nel mio caso con effettivo gusto), ma non deve farci dimenticare che a loro volta quei personaggi avranno molto da raccontare su di lui.

La narrazione del libro è cronologica, con qualche divagazione, e parte dalle prime esperienze di artista mancato per giungere ai recenti successi come organizzatore. Il primo artista che Bonami seguì era Rudolf Stingel, uno dei pochi di cui scrive soltanto cose buone e con il quale ha mantenuto una grande amicizia e una collaborazione: “Di lui mi sorprendeva e affascinava la capacità di non mollare mai la presa sul suo lavoro, senza farsi tentare dalle mode, né cedere al triste narcisismo di tanti poveri artisti che, pur di esporre, accettavano mostre anche in un bagno pubblico...” (pag. 46).

Per ogni fase della sua carriera, Bonami alterna la descrizione seria e “obiettiva” dei fatti con quella ironica e “soggettiva” delle sue sensazioni, ricordandoci con insistenza che in questi ultimi trent'anni centinaia di artisti sono stati portati alle stelle e poco tempo dopo affossati, o viceversa, e che nel complesso le sue valutazioni sono state tra le più azzeccate.

Ritornano con frequenza i luoghi principali dell'arte di oggi, Venezia e Kassel, e il rapporto tra americani e europei, ben chiaro a Bonami che è diventato americano alcuni anni fa e va quindi ritenuto un cittadino statunitense di origini italiane. Su questo tema, è istruttivo entrare un poco nel mondo di personaggi che passano i giorni inseguendo le loro intuizioni artistiche e cercando di farle quadrare con i conti prosaici delle amministrazioni; secondo Bonami gli americani sono più pedanti e tardi degli europei nell'accettare le novità, ma allo stesso tempo dispongono con frequenza di qualcosa che in Europa esiste poco, il denaro regalato generosamente dai privati agli enti pubblici.

Svanita quasi sicuramente, per motivi di età, la possibilità di essere nominato a curare “documenta”, l'incarico alla Biennale del 2003 rappresenta sia il vertice della carriera di Bonami sia la narrazione centrale del suo libro. Dobbiamo credere a quanto ci racconta, perlomeno fintanto che leggiamo il suo libro: “... Franco Bernabè, allora presidente della Biennale, ma a me del tutto ignoto, voleva vedermi quella sera cena per conoscermi e capire se avrei potuto fare il direttore della prossima mostra di arti visive... Bernabè mi chiese come immaginavo la mia Biennale. Ascoltò le mie idee …“ (pag. 103). Ma Bonami racconta poi di aver saputo della conferma dell'incarico da sua madre, che a sua volta lo aveva sentito dire alla radio.

L'ultimo capitolo del volume è dedicato ancora al tentativo di chiarire in cosa consista questo strano mestiere, e l'ultimo paragrafo merita di essere citato per intero: “Fare il curatore è oggi più difficile di quanto non fosse in passato. Siamo diventati celebrità di un dio minore. Narcisi che si specchiano in una pozzanghera nemmeno troppo limpida. Vorremmo essere scrittori, attori, registi, cantanti rock. Siamo solo curatori, just curators! Fortunati protagonisti di un romanzo breve chiamato “Arte”, che, comunque vada, finisce sempre bene. Yes”.

 

Scheda tecnica
Francesco Bonami, Curator. Autobiografia di un mestiere misterioso, Padova, Marsilio, 2014, € 16,50 (Disponibile in eBook a € 9,99) ISBN 9788831718318

 

abbiamo aggiornato l'informativa sui cookie