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Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)
1973-2635
il 23 ottobre 2007.
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L'analisi e il confronto tra i ritratti presunti di Leonardo e dei suoi colleghi o allievi porta a sollevare dubbi sulle tradizionali attribuzioni, spesso date per scontate e invece spesso da rivedere.
Per niente incline ad accettare i dogmi del cattolicesimo o le superstizioni in genere, Leonardo da Vinci difficilmente avrebbe dato spazio a credenze legate al “Nomen omen” o cose simili. Ma niente impedisce di esporre alcune considerazioni riconducibili in qualche modo al nome dell’artista.
A un'attenta analisi il bronzetto di Ercole e Acheloo conservato a New York può essere attribuito a Leonardo da Vinci piuttosto che ad Antonio del Pollaiolo.
Le prime opere romane di Caravaggio rivelano alcuni spunti, perlomeno compositivi, che il grande milanese trasse dal Tintoretto e da Michelangelo.
Raffaello usò a proprio vantaggio e con rarissimo equilibrio la profonda conoscenza delle maniere altrui in una delle sue opere più note, la cosiddetta Deposizione di Cristo, oggi conservata al Museo Borghese di Roma.
Lo scorcio prospettico nel Rinascimento assume un valore tecnico e di virtuosismo, ma rappresenta anche un elemento anomalo, quasi un atto di ribellione alle regole.
Note critiche alla recente Mostra Federico da Montefeltro e Francesco di Giorgio, allestita a Urbino dal 23 giugno al 9 ottobre 2022.
Le forme antropomorfe create da Leonardo non si rivelano mai in modo palese ma si insinuano sottilmente nel contesto iconografico dell’opera. Si fanno appena intravedere, anche per questo attraggono. Il cosiddetto “mondo inanimato” assume intriganti aspetti e offre inediti approdi di lettura.
La celebre Mensa Isiaca conservata a Torino è ritenuta opera romana ispirata alla mitologia egizia. Eppure, ci sono elementi di sicura credibilità nel poterla attribuire al maggior orafo del primo Rinascimento, Antonio del Pollaiolo.
Nel mantello di Dio creatore, dipinto da Michelangelo nella Sistina, sono avvolte dodici figure forse angeliche, ma non facilmente decifrabili, soprattutto perché due di esse appaiono decisamente misteriose.
I legami tra la Gioconda del Louvre, la Gioconda del Prado e la Gioconda di Montecitorio consentono l'identificazione degli autori, ovvero il Maestro e i suoi allievi prediletti.
Il nuovo libro di Massimo Giontella in formato pdf.
La ricerca verte sul rapporto non sempre correttamente valutato tra Leonardo da Vinci, mirabile allievo, e Antonio del Pollaiolo, il maestro dei maestri.
Con una nota, "Perchè Leonardo lasciò Firenze".