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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Moderne Zeiten a Berlino

Moderne Zeiten. Die Sammlung 1900-1945 è una grande rassegna organizzata dalla Neue National Galerie di Berlino grazie alle opere possedute dalla Galleria stessa, un campionario ricchissimo ed esclusivo. La prima metà del secolo fu un'epoca artistica decisamente feconda, tra Avanguardie, Surrealismo e Funzionalismo, anche e soprattutto in Germania, nonostante gli anni cupi del nazismo. La seconda metà del Novecento, egualmente interessante soprattutto per i decenni finali, verrà trattata in una seconda mostra prevista tra la fine del 2011 e il 2012.

Fig. 1

Purtroppo, il visitatore scopre subito che lo sforzo organizzativo non è stato appoggiato in pieno dalle risorse finanziarie dell'ente museale di Berlino (SMB), perchè questa mostra di estremo interesse non è molto reclamizzata ed è clamorosamente priva di catalogo. La spiegazione sta nella grande e forse eccessiva attenzione posta sull'aspetto turistico da parte dell'amministrazione del Senato di Berlino, con scelte che privilegiano i Musei appena restaurati (Fig. 2come il Neues Museum) e le mostre di contenuto internazionale (come quelle del Martin-Gropius-Bau, che registrano a sorpresa un record di visitatori per una pittrice non certo di primo rango come Frida Kahlo).

La meravigliosa struttura della Galleria di Mies van der Rohe finisce allora un poco nell'ombra, anche se è un'ombra più che dignitosa, con visitatori comunque numerosi e motivati e con una notevole e positiva attenzione della critica.

Gli spazi occupati dalla mostra sono quelli del vasto piano affacciato sull'elegante giardino posteriore. Ogni sala espositiva prende nome da un quadro: i curatori hanno voluto creare un percorso che scorra sia nel tempo sia nei temi, ma il risultato finisce quasi sempre per aggregare i vari gruppi storici, con le eccezioni della stanza dei ritratti, affollata e sorprendente per varietà, e della sala finale dedicata agli anni della “Notte sulla Germania”. Un'altra scelta insolita è di esporre fotografie in bianco e nero di quadri che appartennero alla Galleria ma che ora si trovano altrove; forse, in qualche caso, si tratta anche di piccole polemiche in merito alla vendita o al passaggio di proprietà.

Le opere presenti sono probabilmente un paio di centinaia, e tra queste i capolavori sono tanti. Chi non ha visto la riproduzione di “Flanders” di Otto Dix (Fig. 3), una delle immagini più terribili della tragedia della Grande Guerra, o degli “Stützen der Gesellschaft (I Pilastri della società in Fig. 2)”, la feroce caricatura, eseguita peraltro con tecnica impeccabile da George Grosz, che mette sulla testa dei guerrafondai vasi da notte e escrementi fumanti? Per non dire del quadro di Kirchner “Potsdamer Platz”, forse in assoluto la sua opera più rappresentativa, con lo scorcio cubista della città dietro alla consueta immagine grottesca di eleganti signore di quel tempo.

Fig. 3

Ma prima di Kirchner e di Dix c'erano Munch e Hodler e, correttamente, all'ingresso della mostra ci sono alcuni quadri dei due maestri, ma – sperando di non essere tacciato di sacrilegio – ora mi appaiono quasi spenti nel confronto diretto con i successori. La forza visiva di Kirchner e soci deve essere vista dal vero, nelle giuste dimensioni e nell'impatto fisico del colore e del segno pittorico; se si pensa che sono trascorsi oltre cento anni dalle prime opere dei giovani studenti di Dresda, si può davvero stupire e riflettere su quanto tutta l'arte del Novecento sia loro debitrice. La rassegna berlinese, ripetendo in parte le celebrazioni del centenario della BrFig. 4uecke di cinque anni fa, dedica a quei ragazzi di un tempo le prime sale, Ernst Ludwig Kirchner, Otto Mueller, Karl Schmidt-Rottluff, Erich Heckel, e poi Emil Nolde (qui presente con la celebre Pentecoste, ma di cui va ricordata la presenza costante a Berlino grazie al museo legato alla fondazione intitolata al pittore).

Posto d'onore anche per la Neue Sachlichkeit di Dix e Grosz: la discendenza espressionista di Dix da Kirchner appare evidente nel confronto diretto, come pure si avverte che il nuovo gruppo in realtà sta rifiutando le apparenti carenze tecniche della Bruecke e vuole tornare a una pittura figurativa più legata alle strutture tradizionali.

Il Cavaliere Azzurro, pur se dichiarato espressionista dalla storia degli stili e delle correnti, si pone con un gusto ben diverso, con la bellezza dei colori, la luminosità delle scelte compositive e, nel fondo, un approccio alla pittura legato a pulsioni non politiche e non aggressive, ma piuttosto emotive e oniriche. Poco presente Kandinsy, le parti migliori sono di Macke e di Klee, entrambi meravigliosi interpreti della nuova sensibilità astratta.

La sala dedicata ai ritratti è l'unica affollata della mostra, con i quadri appesi uno sopra l'altro, forse per ricordare l'aspetto di tante dimore aristocratiche. Gli dà nome un ritratto di famiglia di Dix, talmente allucinato da sembrare uno scherzo nei conFig. 5fronti delle persone rappresentate, La famiglia del pittore Adalbert Trillhase. Ma tutti i ritratti esposti, tra cui l'Adolf Loos di Kokoschka, sono notevoli per comprendere la varietà del clima artistico di quegli anni, ora più quieto ora aggressivo e nervoso.

Non mancano naturalmente i surrealisti e i razionalisti tipo Bauhaus, con quadri di Ernst, Dalì, De Chirico, Picasso, Mondrian, Moholy-Nagy, Feininger, ma in questa sede e nel contesto espositivo sembrano abbastanza deboli, con l'esclusione del colossale pezzo scultoreo di Max Ernst, Capricorns, in netto anticipo sulle creature delle fantascienza cinematografica.

Nella sala che fiancheggia il bellissimo giardino sono esposte anche numerose sculture, troppo spesso dimenticate nell'eccessiva dimensione pittorica di molte rassegne sulle avanguardie. Opere plastiche di Arp, di Ernst e soprattutto la straordinaria presenza di L'Oiseau dans l'espace, del 1919 (Fig. 5), uno dei primi affilati bronzi di Costantin Brancusi, scultore che forse non ha eguali nell'intera storia del Novecento. In una saletta poi è presentato un gruppo di sculture (Fig. 4) di un autore non molto noto, Rudolf Belling, prezioso nei materiali ed abilissimo interprete dello spirito costruttivista mescolato al primitivismo dell'arte negra.

Si conclude con una lunga sala in penombra, Nacht ueber Deutschland (Notte sulla Germania). Sempre attenti a non dimenticare e a rivelare una coscienza ancora tormentata per le mostruosità commesse, i tedeschi non nascondono gli anni peggiori della loro storia e ritraggono ferocia e follia con la giusta dose di sincerità e drammaticità. Alla fine della mostra, un curioso quadro surreale di Franz Radziwill riprende anche nel titolo, Flanders, la bruttezza e la stupidità della guerra dipinte da Otto Dix troppo pochi anni prima.


Didascalie delle immagini (fotografie di Giovanni Pinch)
Fig. 1, Interno della mostra
Fig. 2,
George Grosz, Stützen der Gesellschaft, 1926, olio su tela
Fig. 3, Otto Dix, Flanders, 1934, olio su tela

Fig. 4, Interno della mostra con il bronzo placcato di Rudolf Belling, Organische Formen / Schreitender Mann, del 1919
Fig. 5,
Interno della mostra: Costantin Brancusi, L'Oiseau dans l'espace, 1919, bronzo

Scheda tecnica
Moderne Zeiten. Die Sammlung 1900-1945,
Neue Nationalgalerie, Potsdamer Strasse 50, Berlino.
Ingresso 10 euro, aperta dalle 10 alle 18 martedì e mercoledì, dalle 10 alle 22 giovedì, dalle 10 alle 18 venerdì, dalle 11 alle 18  sabato e domenica; chiusa il lunedì. Fino all'autunno del 2011.


 


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