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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Picasso torna a Milano

Fig. 1

Pablo Picasso ritorna a Milano, quasi sessant'anni dopo la storica esposizione curata da Anne Baldassari nel 1953. L'evento del secolo scorso é rievocato nelle prime stanze e soprattutto nella Sala della Cariatidi che, in quell'occasione, aveva ospitato Guernica. Quel capolavoro si ergeva a chiaro monito contro le conseguenze distruttive di ogni conflitto, e trovava la sua perfetta collocazione nell'immensa sala di Palazzo Reale che reca tutt'oggi i segni visibili dei bombardamenti del secondo conflitto mondiale. Oggi Guernica invece é proiettato, nell'allestimento di Francesco Poli, su un immenso schermo e rievocato attraverso alcuni scatti di Dora Maar che ne ripercorrono la progressiva elaborazione. 

Presente dal vero è Massacro in Corea (fig. 1), con il medesimo messaggio di aberrazione nei confronti della guerra che Picasso avrebbe affermato per tutta la vita attraverso la sua arte. L'opera fu realizzata nel 1951 e, pur nascendo da un preciso momento storico e volendo emblematizzare un evento specifico, mostra la follia di qualsiasi conflitto. Richiamandosi alla celebre fucilazione di Goya, Picasso oppone due gruppi schierati, da un lato donne e bambini (iconografia propria della strage degli innocenti) inermi e nudi, dall'altro soldati, quasi robot, automi disumanizzati con armi antiche e moderne, a sottolineare una continuità di violenza nell'intera storia umana. Non ci sono segni distintivi dei diversi schieramenti, come se la scena si ripetesse uguale in ogni conflitto, e anche qui, come in Guernica, non c'è colore, prevale il grigio.

Fig. 2Questa tonalità accompagna l'intero percorso della mostra, che attraversa tutte le fasi della vita e dell'opera di Pablo Picasso attraverso opere pittoriche, grafiche e scultoree. 
Si comincia naturalmente con il periodo blu e il periodo rosa; La Celestina (fig. 2) é il ritratto decisamente realistico di un'anziana mezzana cieca e scavata in viso, immersa in un ambiente quasi monocromatico dove aleggia un senso di morte e di gelo. Questa fase iniziale della carriera di Picasso, che si colloca tra il 1901 e il 1904, fu influenzata nella scelta di scene e soggetti con immagini di miseria o di strada, dal suicidio dell'amico Carlos Casagemas. Al successivo periodo rosa appartiene invece I due Fratelli, una scena di freschezza giovanile, con due figure circensi colte in un fraterno gesto, tratteggiato con tonalità calde e mediterranee.

Procedendo nel percorso espositivo approdiamo alla fase primitivista della carriera di Picasso. Le visite al Museo etnografico del Trocádero di Parigi avevano affascinato l'artista, mettendolo in contatto con l'arte tribale africana che ora irrompe nei dipinti e nelle sculture, e sfocia nel capolavoro Le Demoiselles d'Avignon del 1907. In mostra sono presenti alcuni disegni preparatori per il dipinto conservato al MoMA di New York. Emerge anche la scoperta della lezione di Cézanne, che aveva scelto di trattare la natura riducendola alle forme geometriche essenziali, cilindro sfera e cono. La destrutturazione della realtà, la sua riduzione alle forme geomtriche più semplici ed elementari é evidente anche nel Paesaggio con due figure del 1908.

A rappresentare il cubismo analitico, in una sala successiva, perfetto appare l'accostameno dei due ritratti l'Uomo con la chitarra e l'Uomo con il mandolino. Caratteri tipici di questa fase della produzione di Piacsso sono la simultaneità di visione e la rottura della prospettiva lineare monocentrica tradizionale. Il soggetto viene squadernato nei suoi possibili punti di vista sulla bidimensionale piattezza della tela. Il lavoro di Picasso, e di George Braque, é un lavoro sulla visione, che li porta ad analizzare generi tradizionali e statici, come il ritratto e spesso la natura morta, in maniera innovativa giungendo a composizioni frammentate, dove nella riduzione monocroma della palette sono riconoscibili alcuni elementi. Ed é proprio grazie a questi attributi che l'artista garantisce la leggibilità dell'immagine, permettendo la sopravvivenza della figurazione. Arte astratta significava arbitrio per Picasso ed é per questo che mantenne sempre un certo grado si riconoscibilità nei suoi soggetti, fino ad arrivare ai collage. Nella fase sintetica del movimento cubista, rappresentata in mostra da alcuni esempi di papier collé, Picasso realizzò composizioni e costruzioni servendosi di materiali diversi, oggetti o evocazioni a trompe l'œil, per garantire un rapporto oggettivo e quasi tautologico con la realtà.

Fig. 3Un'altra sala é dedicata alla fase della produzione picassiana etichettata come classica. É il periodo in cui si dedica ai ritratti fotografici realizzati in studio. In mostra é esposto il Ritratto di Olga in poltrona (di cui é esposta anche la fotografia che ritrae Olga Chochlova nello studio dell'artista), che bene si accosta a quello di Paulo nei panni di Arlecchino. Emergono qui alcuni dei modelli prediletti da Picasso, Ingres in primis, ma anche Renoir. I modelli, tuttavia, sono solo suggestioni e vengono alterati da una resa decisamente bidimensionale e dall'incompiutezza; della ballerina Picasso sembra voler cogliere il pensiero distaccato, ed è forse questo il motivo per cui preferisce dettagliare solo alcune parti del dipinto.

Capolavoro indiscusso é certamente Due donne che corrono sulla spiaggia (fig. 3) del 1922, con le due statuarie figure femminili che corrono sulla spiaggia. Le forme sono sproporzionate (come anche nella Donna seduta del 1920) ma classicheggianti, soprattutto nella resa del panneggio che lascia intravedere il seno, quasi fossero delle menadi danzanti.

La mostra si snoda nelle fasi successive della carriera di Picasso passando dalla fase surrealista (con opere come L'acrobata collocato su una parete bianca, troppo ampia e spoglia per una corretta fruizione o Le baiser, che richiama da vicino l'analogo soggetto trattato da Max Ernst, dove una coppia di amanti é ritratta in un atto erotico violento e contorto) al contatto con il ready-made duchampiano (nel Teschio di toro del 1943, collocato in maniera opinabile in cima alla parete e indicato da una freccia posta all'altezza del visitatore).

Fig. 4Una sezione certamente interessante é quella destinata ai ritratti femminili, in particolare a quelli di Dora Maar, artista, poetessa e fotografa, musa privata di Picasso che amava raffigurarla in pose tristi e sofferenti. Nel ritratto del 1937 (fig. 4), seduta con le unghie laccate di rosso in una posa seducente, ci colpisce per l'esuberanza cromatica del viso che ne fa percepire il fascino e la bellezza nonostante le forme rigide e appuntite. É un donna che appare indipendente e sicura di sè, curata nell'abbigliamento; altrove, in particolare nella Supplice del 1937, il ritratto appare una straziante allegoria della sofferenza della guerra (siamo negli stessi anni di gestazione di Guernica, nel pieno della Guerra di Spagna).

Se l'ampiezza degli spazi espositivi ha permesso un allestimento interessante in alcune sale (come nella serie di busti e teste femminili in bronzo o nell'altra serie scultore dedicata alle bagnanti), purtroppo la mostra rischia di risultare dispersiva soprattutto nella fase della tarda produzione di Picasso, non del tutto storicizzata ed etichettata. I legami tra le sale e le opere diventano più faticosi da cogliere e le didascalie, non sempre facili da reperire e agganciare alle opere, non sono di grande aiuto.

Un elemento certamente interessante nella parte terminale della mostra é il nucleo di opere dedicate alla reinterpretazione da parte di Picasso di alcuni maestri del passato, punti di riferimento costanti nella sua carriera come Manet di Le déjeuner sur l'herbe o Matisse, cui rende omaggio con il suo Atelier de la Californie del 1956. La sala conclusiva é quasi interamente dedicata a disegni a puntasecca e raschietto nuovamente sulle cromie dominanti dell'interopercorso espositivo.

Lo spettatore esce soddisfatto; la mostra ripercorre la carriera di questo genio intramontabile grazie in particolare ai prestiti del Museè National Picasso di Parigi, che ospita il più ricco nucleo di opere di proprietà dell'artista (che l'avevano portato a definirsi "il più grande collezionista di opere d'arte di Picasso al mondo"), attualmente chiuso per restauri. Grazie anche all'importante nucleo di sculture, possiamo apprezzare la magistrale capacità dell'artista di aggiornarsi ed esprimersi pienamente attraverso linguaggi anche molto distanti tra loro.

 

Didascalie delle immagini
Fig. 1 Massacro in Corea, 1951, olio su compensato, Parigi Musée National Picasso.
Fig. 2 La Celestina, 1904, olio su tela, Parigi Musée National Picasso.
Fig. 3 Due donne che corrono sulla spiaggia, olio su compensato, Parigi Musée National Picasso.
Fig. 4 Ritratto di Dora Maar, 1937, olio su tela, Parigi Musée National Picasso.

 

Scheda tecnica
Fino al 6 gennaio 2013, dal lunedì al mercoledì dalle 8:30 alle 19:30, dal giovedì alla domenica dalle 9:30 alle 23:30. Il 31 dicembre, 8.30-14.30 (il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura), il 1 gennaio 14.30-19.30 (il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura). Biglietti: intero 9 euro, ridotto 7,50 euro e ridotto speciale 4,50

 

 

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