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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Kapoor in Berlin

 

Fig. 1

Anish Kapoor è tra i grandi artisti contemporanei uno dei più ufficiali ed universalmente riconosciuti, probabilmente grazie a un quid, un qualcosa delle sue opere che potrebbe facilmente essere definito come classico, ma che ha soprattutto il sapore e il fascino del monumentale.

Il quasi sessantenne artista inglese, indiano di nascita, ha alle spalle una carriera straordinaria e ricca di soddisfazioni - basterà ricordare la recente torre londinese simbolo dei giochi olimpici del 2012, o il celebre fagiolone d'acciaio di 18 metri x 9 dal 2007 esposto nel Millennium Park di Chicago -, ma rifiuta, come si può sentire nell'intervista qui ripresa da YouTube, di parlare di “retrospettiva” per la grande mostra allestita a Berlino da maggio a novembre 2013, perchè le retrospettive si fanno solo a fine carriera e inoltre Kapoor ha progettato numerosi pezzi nuovi espressamente per Berlino.

La mostra è tra le più notevoli e spettacolari degli ultimi anni al Martin-Gropius-Bau, l'ottocentesco palazzo berlinese destinato alle grandi esposizioni temporanee, in questo caso sede perfetta per la creatività sconfinata di Kapoor. La grande sala centrale, dominata da una cupola vetrata e sulla quale si affacciano i due piani destinati alle esposizioni, è occupata da un' installazione gigantesca (Fig. 1), composta da quattro alti macchinari dotati di nastri trasportatori, e da un grande disco rosso porpora innalzato oltre metà altezza. Kapoor usa le rampe mobili per trasportare dal basso infiniti blocchi di cera rossa, destinati a cadere e a schiacciarsi sul pavimento; il titolo dell'opera è “Symphony for a Beloved Sun” e non può non ricordare un altro sole creato da un altro protagonista attuale, Olafur Eliasson nella Tate Modern di Londra. E se in effetti Eliasson nella sua folgorante produzione degli ultimi dieci anni ha preso molto da Kapoor, lo stesso Kapoor ha potuto vedere e ammirare le invenzioni dell'artista danese e trovarvi spunti per le proprie.

 Fig. 2 Fig. 3

Metafora della progettazione artistica, la caduta cambia la forma dei blocchi di cera che lentamente si accumulano e coprono il pavimento; Kapoor crea un mondo fatto di figure ambigue, che cambiano sotto i nostri occhi e che possono essere trasformate dal caso o dalla volontà. Forte è quindi il richiamo all'ístanza storica del Surrealismo se non addirittura di Dada, negli effetti ottici, nei cambi di proporzione, nelle riflessioni e negli evidenti richiami sessuali, ma – proprio grazie all'esposizione contemporanea di tante diverse opere - si può comprendere ora che in Kapoor prevale sempre la forma, una forma libera e aperta che invita a una lettura molteplice, ma delimitata dalla sapienza dell'artefice. Si veda il drammatico Apocalypse and Millennium, un blocco di resina grigia che supera i 4 metri di larghezza e lunghezza, sempre diverso a seconda dei punti di vista, simile a una colata lavica o al crollo di una struttura (Fig. 2).

Fig. 4

In questa forma plastica il colore – se presente - trova con coerenza assoluta la sua dimensione monocroma, coprendo le superfici senza modificarle e solo a volte partecipando alla creazione di illusori effetti tridimensionali.

I materiali sono vari, gli acciai lucidati a specchio (Fig. 3), il cemento (Fig. 4), le resine, il PVC, la pietra e questa cera rossa che domina la mostra di Berlino, fatta cadere nel centro del palazzo, sparata da un cannone ad aria compressa sul muro bianco di una stanza laterale, usata per coprire oggetti disparati come una campana, un carrello elevatore, e altro.Fig. 5

Ma se la cera domina, anche gli altri materiali hanno spazio e il pubblico trova divertente – come al luna park – gli specchi deformanti fatti di nitide elegantissime colonne o lastre d'acciaio lucidato. Sembrano poi quasi di origine organica i blocchi di resina, i nodi enormi di cemento, il Leviatano morto di PVC nero (Fig. 5) che ingombra semisgonfio tre sale dell'esposizione, i piatti concavi alle pareti, e tante altre singolarissime creazioni del Maestro.

A volte minimale, a volte informale, ora tecnologico, ora performatore, Kapoor dimostra a Berlino di essere il riferimento obbligatorio per la scultura del XXI secolo. Ha superato l'ironia kitsch di Jeff Koons e del readymade duchampiano, è andato ben oltre l'iper-realismo, ha saputo giocare con geometria e natura, mescolando fisica ottica e fantasia; chi vuole proseguire un percorso per la scultura di domani, deve fare i conti con lui.

 

Didascalie delle figure

Fig. 1, Symphony for a Beloved Sun, 2013 (performance con nastri trasportatori e cera rossa).

Fig. 2, Apocalypse and Millennium, 2013, resina e pigmento

Fig. 3, Alcuni oggetti d´acciaio riflettente

Fig. 4, Alcuni oggetti di cemento

Fig. 5, The Death of Leviathan, 2011-2013, PVC nero.

 

Scheda tecnica

Kapoor in Berlin, Martin-Gropius-Bau, Berlino.

Dal 18 maggio al 24 novembre 2013. Aperto dalle 10 alle 19, chiuso il martedì. Ingresso, 11 Euro, ridotto 8 Euro, gratuito fino a 16 anni.

 

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