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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Bestiario a Venezia

Fig. 1 Il mondo vegetale e quello animale si uniscono con l’arte in una mostra, insolita ma splendida, che occuperà, fino al 24 ottobre 2013, le sale del Museo di Storia Naturale di Venezia: Bestiario contemporaneo. L’esposizione, dal titolo sicuramente suggestivo, riporta in auge una tematica molto cara al mondo dell’arte, ovvero l’indissolubile connessione presente tra la dimensione artistica e quella naturale e scientifica, due mondi spesso considerati distanti ma che, invece, dimostrano il loro forte legame conoscitivo e culturale.

Per secoli il fascino scaturito dall’analisi più o meno approfondita del mondo naturale, nelle sue forme animale e vegetale, dell’animato con l’inanimato, ha attratto la fantasia di artisti eccellenti, primo fra tutti Leonardo Da Vinci, artisti che sono, in qualche modo, divenuti essi stessi scienziati contribuendo all’avanzamento delle conoscenze umane. Ecco che tale ricerca incessante di conoscere sé stesso e l’altro trova altissima espressione nella mostra promossa dai Musei Civici Veneziani in collaborazione con la associazione ACACIA nella quale alcuni artisti italiani conosciuti a livello internazionale, ad esempio Maurizio Cattelan (Fig. 1), Paola Pivi (Fig. 2), Francesco Vezzoli (Fig. 3), sottolineano come neppure la tanto criticata contemporaneità riesca a svincolarsi da queste solide tradizioni, che vengono sì rilette in maniera inconsueta, rivoluzionaria e innovativa, ma non dimenticano la loro origine.

Fig. 2Tale connessione imperante ed incessante tra questi due mondi, è mostrata al pubblico all’interno delle sale del museo veneziano che accolgono questi straordinari lavori, mischiandoli con le proprie raccolte, sottolineando, attraverso un birichino comunicare, le comunanze in realtà effettivamente esistenti. Il visitatore non è inteso come un semplice spettatore, ma come esploratore alla ricerca dell’arte nascosta nella scienza e della scienza nascosta nell’arte; non sorprende, quindi, che le opere siano consapevolmente inserite all’interno delle stanze e delle bacheche insieme ai reperti antichi, vengano celate e mitigate in un gioco provocatorio e geniale che porta a riflettere sull’intera classificazione umana delle cose.

In un percorso che interessa tutte le sale del museo, in un itinerario che sembra condurci in un mondo altro dove l’intelletto viene stimolato ad ogni passo, il fruitore si trovare a cercare ed a guardare per la prima volta con attenzione ogni singolo reperto: uno smascheramento silenzioso che porta paradossalmente a vedere le cose con attenzione, a cercare di capirne la storia, a porsi delle domande, a crescere.

E affascina ancor di più la possibilità di poter cercare di carpire l’accaduto di queste opere d’arte, la storia della loro ideazione e creazione, il forte legame con il mondo nFig. 3aturale, con i miti, con le leggende: un’arte che ci ricorda il suo intento primario, la comunicazione e, conseguentemente la conoscenza.

Appare insolitamente chiaro, passeggiando per i corridoi e le sale, come non possa esistere nulla se non si ancora il futuro ad una buona conoscenza del passato, come l’innovazione sia frutto di un analisi di ciò che siamo e non di ciò che vorremmo potenzialmente e idealisticamente essere, di connessioni libere e non di obbligatorie suddivisioni.

È, questa, una mostra che critica con durezza la situazione in cui versiamo, ed ecco l’opera di Paola Pivi Do you know why Italy is shake like a boot? Because so much shit couldn’t fit in a shoe nella quale il nostro Paese è rappresentato come uno stivale da donna ornato da spillette metalliche con sopra le immagini dei principali monumenti italiani, disposte rispettando la geografia, in una sorta di cartina muta. È una mostra che cerca di riportarci sulla retta via come nel caso dell’opera di Cattelan Love saves life, ispirata alla favola I Musicanti di Brema e profondamente legata alla tematica della collaborazione e del dialogo: l’asino, il cane, il gatto, il gallo tassidermizzati sono posizionati nella stanza degli uccelli impagliati, in una sorta di continuum intellettuale.

Fig. 4È una mostra che vuole parlare, raccontare, testimoniare e insegnarci a non giudicare e a ricercare ciò che realmente siamo, frutto del nostro passato e proiettati nel nostro futuro. Ecco perché nella stanza che accoglie il grande scheletro del dinosauro, due scheletri umani in ceramica si scambiano un ultimo, eterno abbraccio, nell’opera di Marzia Migliora La Morte tornò a letto (Fig. 4). L’opera così silenziosa e al tempo poetica, esprime la grandiosità del sentimento che riesce, nonostante il tempo e lo spazio, a sconfiggere la morte: noi, esseri dotati non solo di carne ma anche, e, soprattutto, di anima.

 

Didascalie delle immagini

Fig. 1, Maurizio Cattelan, Love saves Life (I musicanti di Brema), 1995, asino, cane, gatto in tassidermia, 190x120x60 cm, Collezione privata, Courtesy Maurizio Cattelan’s Archive.

Fig. 2, Paola Pivi, Senza Titolo (Zebre) 2003, Stampa fotografica, 140 x 171 cm, Collezione Privata.

Fig. 3, Francesco Vezzoli, Flower Arrangement (Homage to Bruce Nauman), 2004. Installazione: dimensioni variabili, Rose, cesto di vimini, piedistallo, base 73 x 73 x 100 cm, 7 fotografie Lambda b/n inserite in una cornice in alluminio (157,5 x 60 cm), etichetta in ottone. Collezione privata.

Fig. 4, Marzia Migliora, La morte tornò a letto, si abbracciò all'uomo e, senza ben capire quel che le stava succedendo, lei, che non dormiva mai, sentì che il sonno le faceva calare dolcemente le palpebre. Il giorno seguente non morì nessuno, 2007. Installazione: scheletri in ceramica, 130 x 70 x 20 cm, ed. 3/3 + 1 AP. Opera in comodato ad Acacia.

 

Scheda tecnica

Bestiario contemporaneo. Fra arte e scienze, artisti dalla collezione ACACIA, fino al 24 ottobre 2013, Museo di Storia Naturale, Santa Croce 1730, Venezia.
Orario: 10.00-18.00 (la biglietteria chiude un’ora prima). Chiuso il lunedì.
Biglietti: intero 8 euro; ridotto 5,50 euro.

 

 

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