Walking on water

  • Stampa

Fig. 1Camminare sull’acqua. Uno dei sogni più affascinanti, un’azione ricca di mistica spiritualità, per sconfiggere qualsiasi tipo di giudizio o classificazione. Camminare sull’acqua per perdersi, o forse per trovare veramente la propria essenza.

Per la loro terza partecipazione alla Biennale di Venezia, gli Emirati Arabi decidono di presentare, nelle Sale d’Armi al primo piano dell’Arsenale, Walking on water, un’installazione site-specific creata per l’occasione da Mohammed Kazem, voce dell’arte contemporanea del suo Paese.

L’opera occupa completamente la sala in modo da creare un’installazione avvolgente, che diviene empirica e fluttuante grazie all’utilizzo, alla somma e alla sovrapposizione di vari elementi tra i quali video, musica, luci, disegni, con l’esito, felicissimo, di ricreare il sublime, quell’attimo fugace nel quale il terrificante ed angoscioso va inesorabilmente a fondersi con il meraviglioso.Fig. 2

Il lavoro, facente parte del progetto Directions 2005/2013 (nel quale l’elemento principale è il GPS attraverso il quale Kazem registra le coordinate e le integra nei suoi lavori per riflettere su questioni politiche e sociologiche) consiste principalmente nella proiezione, su uno schermo a 360 gradi, di un video girato in mare aperto, una proiezione che ha l’intento di avvolgere lo spettatore e di fargli percepire le sensazioni provate dall’isolamento in mare. Tale isolamento, se inizialmente stordisce il visitatore che si trova ingurgitato e imprigionato nella situazione, alla fine, paradossalmente, porta l’individuo a cercare la sua pace, una pace che non è trovata al di fuori da sé ma all’interno. L’idea di Kazem risulta essere, quindi, quella di creare una sorta di abolizione delle frontiere geografiche e mentali presenti nel mondo e nel normale convivere umano, un’azione che deve attuarsi destabilizzando il fruitore dell’opera in modo tale indurlo a dubitare delle percezioni fin d’ora accettate e prostrarsi emotivamente ad un ideale utopistico di universalità e apertura.

Come ribadisce, infatti, la curatrice dell’esposizione, Reem Fadda, nonostante la globalizzazione, viviamo ancora in territori dotati naturalmente o artificialmente di barriere geografiche, ostacoli più o meno mentali, che impediscono la libera circolazione fisica, spirituale, concettuale e culturale.Fig. 3

Camminare sull’acqua, gesto mistico e fantasmagorico per eccellenza, è sinonimo di superamento del pregiudizio insisto nella nostra stessa vita di uomini. Nello smarrimento, nella solitudine, nella paura dell’isolamento e della perdita di ogni riferimento, l’uomo può paradossalmente tornare a vivere. Non sorprende che il soggetto dell’opera allora sia proprio il mare, elemento vitale e mortifero al contempo, il mare profondo che cela e a volte rivela i suoi misteri. Il continuo ondeggiare delle onde, la perenne sensazione di essere inermi ed impotenti, fanno riflettere il visitatore anche sulla caducità della sua vita e sul suo rapporto con l’elemento naturale, così immenso ed antico rispetto a lui da essere in grado di schiacciarlo o di redimerlo. L’incertezza e lo spaesamento, da sempre considerati elementi negativi, diventano in questa installazione espressione dell’uomo e delle sue potenzialità, il suo bisogno di confrontarsi con l’altro e di mettersi alla prova, di sentirsi libero e non bloccato. Kazem pone l’umanità di fronte all’ignoto, alla paura di non sapere, di essere vulnerabili, ma proprio tale esperienza, il sapere di non poter raziocinare tutto, di essere in balia degli eventi, permette all’uomo di vedere veramente ciò che l’artista vuole esprimere: un’idea di infinita e libera apertura che per quanto utopica è comunque cercata ed agognata, un camminare sull’acqua che per quanto sia impossibile diventa improbabile, una perdita di orientamento materiale che è in realtà un trovare immateriale ed empirico.

 

Didascalie delle immagini

Fig. 1, HH Sheikh Nahayan bin Mubarak Al Nahayan, Ministro della Cultura degli Emirati Arabi, saluta l'artista Mohammed Kazem e la curatrice Reem Fadda all'inaugurazione di Walking on Water.

Fig. 2, Walking on water, Mohammed Kazem, particolare dell’installazione, 55. Esposizione Internazionale d’Arte, Il Palazzo Enciclopedico, la Biennale di Venezia. Photo by Italo Rondinella. Courtesy by la Biennale di Venezia.

Fig. 3, Walking on water, Mohammed Kazem, i visitatori sperimentano l'opera di Kazem, The National Pavilion of the United Arab Emirates.

Scheda tecnica
Walking on water, The National Pavilion of the United Arab Emirates, fino al 24 novembre 2013, 55° Esposizione Internazionale d’Arte, Arsenale – Sale d’Armi, primo piano, Venezia.

Orario: 10.00- 18.00. Chiuso il lunedì.