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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Werner Berg, l’espressionista dimenticato

Fig. 1


All’ombra dei grandi musei secessionisti viennesi, non deve sfuggire al visitatore più attento un piccolo gioiello nascosto in Carinzia: il
Werner Berg Museum di Bleiburg.

I dipinti del pittore austriaco rappresentano una vera e propria chicca per gli amanti dell’espressionismo che, nelle sue tele, possono trovare paesaggi e personaggi dimenticati della storia mitteleuropea di inizio XX secolo.

Nato nel 1904 a Erberfeld, oggi parte della Germania, e cresciuto dallo zio che gli trasferì l’amore per la pittura. Ssogno da lui non perseguito a causa delle numerose restrizioni borghesi, da cui Werner Berg stesso tenterà di allontanarsi per tutta la vita, rifiutando le convenzioni ed i dictat dell’accademia. La botta d’arresto che l’avvento della Prima Guerra Mondiale diede alle sue aspirazioni artistiche culminò con il trasferimento a Cologna del 1923; città in cui poté iniziare a perfezionare la sua tecnica.

Il 1927 si rivela cruciale: entra a far parte dell’Accademia viennese ed è allievo di Karl Sterrer la cui visione conservatrice dell’arte lo porta a scegliere altre strade e ad unirsi all’Accademia di Monaco – nel 1928 – sotto la guida di Karl Caspar. Dello stesso anno, il viaggio in Norvegia, durante il quale conosce Edvard Munch. Il maestro norvegese sarà sempre fonte di ispirazione per Berg che lo citerà spesso nelle sue tele di paesaggio, costruite su atmosfere cupe ed insidiose.

Del ’29 il trasferimento in Carinzia, nei pressi del suggestivo lago Klopeiner. Il romanticismo del luogo lo porta a sceglierlo come futura dimora ed a sviluppare uno stile artistico del tutto personale, influenzato dalla ruvida bellezza dei paesaggi. L’inizio di una fitta corrispondenza con Emil Nolde, lo indirizzò verso uno stile primitivo, piatto e dai colori brillanti, caratterizzato da una pennellata vibrante ed evocativa. Amicizia che portò anche all’allestimento delle prime mostre insieme ad Essen e Berlino.

Fig. 2Il successivo decennio, viceversa, pare privo di stimoli e lo esorta – nel 1937 – a visitare l’esposizione internazionale di Parigi dove conosce il giornalista Trude Polley che insisterà nell’includerlo in una mostra dedicata ad artisti carinzi.

Alla fine del Secondo Conflitto Mondiale, nel 1950 partecipa alla Biennale di Venezia ed i riconoscimenti ottenuti lo porteranno a prendere parte all’esposizione secessionista del ’53. Tuttavia, l’impossibilità di organizzare una monografica a Vienna e la fine della relazione con la prima moglie, lo portano ad un tentato suicidio, dal quale viene salvato in extremis. Durante il periodo di convalescenza incontra Alfred Kubin, pittore visionario che darà una svolta drastica al suo stile, avvicinandolo definitivamente al movimento simbolista e riuscendo a farlo selezionale per l’acquisizione di nuove opere da parte della Galleria Belvedere di Vienna.

Sono dei tardi anni ’50 le monografiche di Parigi e Monaco che lo consacrano definitivamente come esponente di spicco del tardo espressionismo.

Nel 1965 viene insignito della cittadinanza onoraria dalla cittadina di Bleiburg ed alla fine dello stesso anno, decide di aprire una galleria personale sulla piazza principale del paese, inizialmente firmando un contratto di locazione di due anni.

Fig. 3Le conseguenze che il tentato suicidio ebbero sulla sua salute sono in gran parte visibili nelle opere scelte per l’allestimento del museo: colori cupi, personaggi privi di espressività, terre desolate. Come scrisse il critico ed amico Jörg Lampe: “Su ogni cosa, ogni motivo giace l’ombra dell’impossibilità e dell’inadeguatezza dell’essere umano, pur senza perdere la dignità nella postura che potrebbe essere letta come rassegnazione nell’andare incontro al proprio destino.”

L’assetto attuale del museo è dovuto all’ampliamento definitivo del 1972. Sempre degli anni ’70, le ultime – e più significative – mostre del pittore che proseguiranno fino al 1981, anno della morte. Pur se caratterizzate dallo sconforto che lo attanagliò negli ultimi anni (da qui la scelta del dictum di Ungaretti: “La morte si sconta vivendo” che fece incidere all’entrata della galleria e che divenne il suo motto), le oltre 100 opere dipinte in questo periodo sono di rara bellezza e potenza, rendendo un vero piacere e privilegio la visita nelle sale di questo prezioso piccolo museo.

Didascalie delle immagini
Fig. 1, L'ingresso del museo (foto di E. B. D.)
Fig. 2, Werner Berg, Bifurcation, 1958, olio su tela
Fig. 3, Werner Berg, Karfreitag, 1962, olio su tela

Scheda tecnica
Werner Berg Museum, 10. Oktober-Platz 4 – Bleiburg (Austria), tel: +43 4235 2110-27 
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. Sito internet: www.wernerberg.museum

Orario: 10/18 – chiuso il lunedì. Biglietto: Euro 7.00 – Ridotto: 5.00
Catalogo disponibile solo in lingua tedesca:
Von der Galerie zum Museum – 40 Jahre




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