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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Riflessioni, tra Canonica e Arp

 Jean Arp alle Terme di Diocleziano

A volte capita di visitare due mondi lontanissimi tra loro nell’arco di pochi giorni e di pochi chilometri. A me è successo a Roma, nel novembre del 2016: giovedì 10 sono andato a vedere la mostra di Jean Arp alle Terme di Diocleziano e domenica 13, quasi per caso, ho visitato per la prima volta il Museo Canonica di Villa Borghese, attratto – devo ammetterlo – dalla gratuità del biglietto. I due scultori sono quasi contemporanei, diciotto anni di differenza alla nascita (1869 per il piemontese Canonica e 1887 per l’alsaziano Arp) e solo sette alla morte (nel 1959 Canonica, nel 1966 Arp). Entrambi hanno conosciuto un notevole successo in vita, ma certamente oggi il ricordo di Canonica appare sbiadito, mentre quello di Arp mantiene una notevole forza. Un controllo sui manuali di storia conferma questa impressione, una verifica nelle librerie specializzate anche: di Canonica si parla poco, e quel poco solo in relazione ai monumenti realizzati in molte città, senza indicazioni precise di chi fosse questo scultore definito genericamente “tradizionale” o “realista”, mentre su Arp, il grande dadaista surrealista e astrattista, esiste tuttora una notevole bibliografia critica, l’attenzione dei curatori di mostre e soprattutto un interesse internazionale.

Museo Canonica

Eppure, alla fine dell’Ottocento e ai primi del Novecento, quando Canonica faceva busti e statue degli zar di Russia, dei sovrani inglesi, delle famiglie reali e dei grandi protagonisti della storia, nessuno certo avrebbe pensato che il virtuoso e abilissimo artista italiano sarebbe stato dimenticato. Canonica era una star di tale fama che dopo la prima guerra il comune fascista di Roma gli regalò per vivere e lavorare una curiosa architettura dentro Villa Borghese, una palazzina in forma di fortezza, oggi diventata il suo museo, mentre dopo la seconda guerra il presidente Einaudi lo fece senatore a vita della Repubblica italiana, e il Comune gli lasciò la prestigiosa residenza (che alla morte dell’artista passò alla sua vedova per altri trent’anni).

Museo Canonica, lo zar Alessandro II

Jean Arp alle Terme di Diocleziano

D’altro canto, Arp attraversò il Novecento spostandosi dalle avanguardie al dadaismo nei primi decenni del secolo, da un vigoroso surrealismo a un astrattismo antropomorfo a partire dagli anni Trenta, per poi chiudere la lunga carriera (celebrata da retrospettive a Parigi come a New York) secondo uno stile non lontano da quello di Henry Moore. Tra i suoi punti fermi c’è di sicuro la lontananza dal naturalismo, considerato passivo, in favore di una capacità creatrice dell’arte legata a processi tanto inconsci quanto mistici.

La bella mostra di Roma è allestita in quelle sale espositive del Museo Nazionale delle Terme di Diocleziano che sono state da qualche anno dedicate alla scultura moderna e che hanno già ospitato Rodin e Moore. L’allestimento, curato con eleganza e con gusto notevoli da Francesco Venezia, finisce tuttavia, abbassando virtualmente grazie alle luci l’altezza degli spazi, per farci dimenticare l’architettura antica e suggestiva in cui ci troviamo.
La scelta delle opere, numerose e di alto livello, ha privilegiato l’aspetto maturo dello scultore, tant’è vero che non sono presenti i pastrocchi dadaisti che di solito propongono un Arp sarcastico e provocatore. Qui le forme sono invece studiate, levigate, sempre ammorbidite da soluzioni formali che richiamano corpi e oggetti come le pietre levigate dei fiumi, i rami, le ossa. 

Paradossalmente, l’unica pecca della mostra di Arp sta nel suo essere così omogenea e ben strutturata: il visitatore vede subito che le opere sono molto simili tra di loro e che finiscono per ripetersi; è facile cadere nella trappola di una visita frettolosa. Ma in ogni caso, collocate su bellissimi ripiani di legno e integrate da pannelli e piedistalli colorati, le statue di bronzo, gesso, pietra, si allineano in una sfilata di perfetta eleganza, che sembra animarle.

Jean Arp alle Terme di Diocleziano

Uscendo dalle sale espositive si finisce davanti a sarcofagi, lapidi, statue, tombe e bassorilievi dell’antica Roma, e non potrebbe esserci contrasto maggiore, per i due millenni che separano Arp dal mondo classico.

Ma questo contrasto lo ritroviamo per intero nel Museo Canonica, che invece di Arp è contemporaneo. La Fortezzuola di Villa Borghese da fuori sembra proprio un piccolo fortino con tanto di monumento agli alpini all’ingresso, ma è in realtà una casa su tre piani, con grandi sale al piano terra, uno studio dell’artista e di sopra un appartamento ancora arredato come mezzo secolo fa. Il Museo propone decine di opere, in gran parte studi, provini, bozzetti, oppure copie originali, che danno un’idea completa dell’opera di questo virtuoso in marmo, in bronzo, in legno, in gesso. Ecco gli ultimi due zar, Simon Bolivar, i sovrani di Romania e Gran Bretagna, nobiluomini e nobildonne di tutte le nazioni, inglesi, tedeschi, italiani, francesi, sudamericani.
Museo CanonicaE insieme alcune opere sacre, vari ritratti a tutto tondo, monumenti ai soldati. Si procede nelle sale, si guarda, non si può davvero non restare ammirati perlomeno dall’energia e dal lavoro profusi in tante opere così ben studiate e preparate.

Canonica era un realista di altissimo livello, e sapeva scegliere con abilità il momento giusto per descrivere un atteggiamento, un gesto, uno sguardo. I dettagli sono frutto di grande tecnica, come nelle mani marmoree e snelle di molti ritratti, nella robustezza enfatica dei monumenti equestri, nell’eleganza delle vesti. Stranamente non succede qui di passare rapidamente davanti a opere banali o ripetute, una certa attrazione, un fascino discreto, ci spinge a curiosare da ogni parte, compresi lo studio e l'appartamento privato dello scultore.

[Devo anche segnalare che, in assenza di un catalogo del Museo, il sito web di Roma Capitale di questo come di altri Musei comunali è davvero ben fatto].

E quindi, riflettendo sulla scultura del Novecento e su questi due protagonisti, viene da chiedersi se si siano mai verificati, negli stessi anni, stili così diversi nella storia dell’arte; forse ai tempi dell’opposizione neoclassica alle ultime opere tardo-barocche. Di certo, di scultori come Canonica ce ne sono stati tantissimi, basti pensare ai professionisti specializzati in opere commemorative o celebrative, e anche di scultori come Arp in definitiva, basta scorrere i manuali di storia moderna. Sono stati maestri esemplari di due tendenze opposte: Arp ha percorso strade dell’arte contemporanea che sono ancora da seguire fino in fondo, Canonica appartiene a una tradizione accademica dura a morire. Per una volta, mi è capitato di pensare se per caso non stiamo sbagliando tutto nella nostra lettura del mondo artistico più recente.

Museo Canonica Jean Arp alle Terme di Diocleziano

  

Schede tecniche

Museo Pietro Canonica a Villa Borghese, viale Pietro Canonica (Piazza di Siena) 2 - 00197 Roma.
Ingresso gratuito.
Aperto dal 
martedì alla domenica, da Ottobre a maggio ore 10.00 - 16.00, da Giugno a settembre ore 13.00 - 19.00. 

Jean Arp, dal 30 settembre 2016 – 15 gennaio 2017 alle Terme di Diocleziano – Grandi Aule, Roma, piazza della Repubblica. Aperto dalle 9.00 alle 19.30 - chiuso il lunedì. Biglietto intero 10 €, ridotto 8 €.

 

 

 

 

 

 

 

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