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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

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Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
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Una mostra svela «Il mistero del volto» di Palladio

 

 Fig. 1

Dopo aver celato le sue fattezze ai lettori della prima edizione de «I quattro libri dell'architettura», stampata a Venezia nel 1570 – priva appunto, contrariamente alle consuetudini dell'epoca, di un suo ritratto – ora Andrea Palladio torna a fare capolino da due quadri ritrovati ai poli opposti del mondo, quasi a rammentare la fama internazionale conseguita nel corso dei secoli. Questa assenza, tuttavia, non è stata indolore per gli studiosi, che si sono dovuti districare tra falsificazioni, sparizioni ed improbabili identificazioni per risolvere «Il mistero del volto» di Palladio: anni di ricerca storica, supportata recentemente anche dagli strumenti dell'investigazione scientifica, i cui risultati sono esposti in una mostra (visibile fino al 4 giugno), allestita, a cura di Guido Beltramini, negli spazi di palazzo Barbaran a Vicenza, e nel relativo catalogo, edito da Officina Libraria.

A differenza dell'edizione veneziana de «I quattro libri», quella londinese, pubblicata da Giacomo Leoni nella seconda decade del Settecento, reca, nel campo di una cornice ovale, un'effige dell'architetto padovano (Fig. 1), spacciata per la riproduzione di un dipinto, ad oggi irreperibile, di Paolo Veronese. Nei decenni successivi un'immagine, diversa, di Palladio, comincia ad apparire anche in libri stampati in Italia, a partire da «Del teatro olimpico di Andrea Palladio» di Giovanni Montenari, che dichiara l'incisione dell'antiporta ripresa da un quadro custodito "apud Marchiones Capra Patricios Vicetinos", ovvero nella villa dei marchesi Capra, detta la Rotonda, una delle più note costruzioni palladiane. L'attendibilità del ritratto presente nell'edizione inglese de «I quattro libri» è stata messa in questione fin dagli anni Cinquanta del Novecento. Ad avvalorare il dubbio contribuisce il bozzetto preparatorio per un'altra incisione contenuta nel medesimo volume, il «Trionfo di Andrea Palladio», realizzato da Sebastiano Ricci. In esso Ricci lascia indefiniti proprio i lineamenti dell'architetto, disegnato a mezzobusto sopra un piedistallo, facendo sorgere il sospetto che anche il ritratto incorniciato di Palladio sia una sua invenzione e non la riproposizione di un originale di Veronese, come i suoi autori vorrebbero far credere.

Fig. 2 Fig. 3

Ad alcuni era parso invece di ritrovarvi le sembianze del giovane architetto con i baffi, raffigurato da Bernardino Licinio su una tela del 1541 (Fig. 2), che, stando all'iscrizione sul basamento su cui poggia il gomito, sarebbe appunto Andrea Palladio. Le analisi fisiognomiche della polizia scientifica hanno però stabilito l'eterogeneità tra i due volti, già peraltro intuibile ad occhio nudo. In ogni caso, anche questo quadro è un falso storico: oltre alla qualità degli abiti, troppo lussuosi perché un ancora così giovane Andrea potesse permetterseli, ad inficiare l'identificazione è l'indagine al microscopio, che rivela la posteriorità della suddetta didascalia, forse aggiunta nel Settecento nell'intento di rifilare l'opera – tuttora conservata nella Royal collection britannica – all'allora console inglese a Venezia, Joseph Smith.

Per contro, a comprovare la veridicità storica della figura contenuta all'interno delle edizioni italiane citate, è intervenuta una recente scoperta: il ritrovamento a Mosca, presso un collezionista privato, di un quadro del quale si erano perse le tracce a metà dell'Ottocento. Esso si trovava in precedenza nella disponibilità dell'architetto russo Ivan Zoltovskij, ammiratore di Palladio al punto da elevarlo a modello dell'architettura contemporanea. Egli l'aveva acquistato a Vicenza nei primi decenni del Novecento, evidentemente dai discendenti della contessa Elisabetta Capra Conti, che nel 1849, nell'ultimo documento che ne dà notizia, lo aveva archiviato quale opera di Domenico Tintoretto, figlio di Jacopo. Un ritratto di Palladio eseguito invece da Jacopo compare effettivamente in un inventario redatto nei primi anni del Seicento dagli eredi del gioielliere tedesco Hans Jacob König, che aveva l'abitudine di indicare sulle opere i nomi dell'autore e del personaggio rappresentato. Proprio l'assenza di tali riferimenti porterebbe tuttavia ad escludere questa attribuzione: per Beltramini, anche per ragioni stilistiche, si tratterebbe piuttosto del ritratto di Palladio (Fig. 3) realizzato dal pittore veronese Orlando Flacco, del quale lascia testimonianza Giorgio Vasari nelle sue «Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori».

Fig. 4

 

Da esso deriverebbe un altro quadro (Fig. 4), riemerso nel 1980 a villa Valmarana ai Nani, considerato ancora nel 2014 – quando venne trafugato dalla stessa per essere ritrovato dopo poche settimane – l'unico ritratto accertato di Palladio. Secondo Beltramini, non un originale cinquecentesco, come ritenuto da molti, bensì appunto una copia settecentesca del dipinto di Flacco, rimaneggiata con l'aggiunta di un foglio e di un compasso: a determinarne la postdatazione sarebbe proprio quest'ultimo, non in legno, ma in ottone e acciaio, un anacronismo per il Cinquecento.

Ma il ritratto ritrovato in Russia non è il solo autentico. Nel 2009, in un mercatino dell'antiquariato del New Jersey, era spuntata una tavoletta, che, secondo la didascalia sottostante, raffigurerebbe Palladio (Fig. 5): verosimilmente, una replica coeva di un pezzo della serie di uomini famosi immortalati nel Cinquecento da Bernardino India. Come confermato dalle analisi comparative della polizia scientifica, si tratta dello stesso volto: quello di Palladio.

Fig. 5

 

Didascalie delle immagini

Fig. 1 – Paolo Veronese (dis. attrib.), B. Picart (inc.), Ritratto di Andrea Palladio, 1716, incisione, frontespizio in The architecture of A. Palladio: in four books…, by Giacomo Leoni, 1715-20. Vicenza, Biblioteca del CISA Andrea Palladio

Fig. 2 - Bernardino Licinio, Ritratto di architetto, 1541, olio su tela, Londra, Royal collection

Fig. 3 - Ambito di Orlando Flacco, Ritratto di Andrea Palladio, seconda metà del XVI secolo, olio su tela, Mosca, collezione privata

Fig. 4 - Anonimo, Ritratto di Andrea Palladio, fine del XVIII secolo, olio su tela, Vicenza, Villa Valmarana ai Nani

Fig. 5 – Anonimo, Ritratto di Andrea Palladio, XVI sec., 
olio su tavola, cm 22,8 x 16,8. Vicenza, collezione privata

 

Scheda tecnica

Andrea Palladio. Il mistero del volto. Vicenza, Palladio Museum, 3 dicembre 2016 - 4 giugno 2017
Una mostra di CISA Andrea Palladio e Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, in collaborazione con ROSIZO State Museum and Exhibition Center, a cura di Guido Beltramini. 

 

 

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