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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Claude Monet a Roma

 Fig. 1

La Roma dell’autunno del 2017 non sembra quasi la Roma degli ultimi dieci anni, mediamente avara di buone mostre d’arte e densa piuttosto di mostre mancate o di scarso valore. Alla data del 31 ottobre, infatti, sono disponibili in città diverse occasioni interessanti, tra cui la mostra su Picasso in Italia alle Scuderie del Quirinale, Francesco Trombadori alla Galleria comunale di via Crispi, Jim Dine all’Accademia di San Luca, Arcimboldo a Palazzo Barberini e Monet al Vittoriano. Nessun dubbio che la spazzatura per strada, i parchi e i giardini incolti, le buche nelle strade, il traffico asfissiante e il malumore degli abitanti siano sempre gli stessi, ma almeno i cultori o i semplici appassionati d’arte possono trovare e apprezzare opere di buon livello nelle gallerie della Capitale (tralascio in questa sede l’argomento spinoso del prezzo dei biglietti).

Il Vittoriano, nell’ala Brasini, ospita appunto una sessantina di quadri di Monet, uno dei pittori più celebri ed acclamati della storia dell’arte moderna, provenienti dal Museo Marmottan di Parigi; leggendo le premesse, si potrebbe sospettare un livello mediocre delle opere portate a Roma, ma per fortuna non è così.

La produzione di Claude Monet è stata vastissima, suddivisa in alcune fasi progressive che ne evidenziano la natura impressionista spinta quasi all’estremo. A differenza dell’amico Renoir, che in parte rinnegò le ricerche degli anni Settanta, Monet mantenne una incredibile costanza e volontà di ricerca sino alla fine, sino al 1926, quando aveva 86 anni ed era ormai ipovedente. Le opere più note del maestro sono datate tra gli anni Settanta e Ottanta, ai tempi degli esordi e poi del successo dell’Impressionismo, e sono spesso legate a soggetti ripetuti e riveduti, come le regate, le rive di Argenteuil, i covoni, la Cattedrale di Rouen, la donna con il parasole. Del periodo maturo, quando Monet aveva passato i 50 anni e si preparava a entrare nel XX secolo, sono generalmente note ed apprezzate le Ninfee, dipinte direttamente nello stagno della sua bellissima casa a Giverny.

Fig. 2

Nella mostra di Roma, che propone pezzi del Museo Marmottan di Parigi, il museo che ha raccolto il lascito del figlio di Monet, sono presenti diverse opere e disegni giovanili (tra cui caricature di un certo livello) e poi soprattutto opere della maturità. Cercando di dimenticare i capolavori più noti, quello che possiamo ammirare è davvero e comunque meritevole di una visita. Forse questo Monet è meno colorato, meno vivace del Monet delle regate e dei campi di grano, ma c’è in molte di queste opere una straordinaria capacità di sintesi, resa visibile dalle pennellate pastose, spesse, concrete, e una sorta di ineffabile empatia che scaturisce tra l'artista e la realtà.

Monet si conferma in realtà un pittore di nebbie, un pittore che cerca le luci soffuse, le penombre (prive di nero) che emergono tra le cose. Pittore di natura soprattutto e di vedute, come quelle dell’amatissima Londra, qui ricordate da uno dei quadri del ciclo sul Parlamento (Fig. 1), una sequenza di pennellate verticali ed oblique in grado di ricreare la nebbia e lo smog che gravavano sulla bellezza della capitale inglese.

Fig. 3

Il ponte sullo stagno, visto tante volte nella sua sobria eleganza, diventa in uno di questi quadri (Fig. 2) una specie di macchia curva, una linea che diventa superficie, in un groviglio di forme che si mescolano. Sono molti qui i quadri che propongono il Monet degli ultimi vent’anni, quasi astratto, che riduce al minimo il dettaglio e lo stile e cerca nella realtà visiva un’essenza che, ben lontana dalle ricerche cubiste, lo avvicina paradossalmente ai pittori dell’espressionismo e lo lancia in avanti, addirittura verso Pollock o i Cobra.

Ci sono anche naturalmente le piante, i fiori, gli alberi (Figg. 3, 4 e 5). Monet si era costruito un vero giardino botanico a Giverny e si deliziava di quei quadri viventi della natura per poi immortalarli con i pennelli. Le ninfee sono diventate celebri (con questo soggetto sono stati catalogati oltre ducento quadri di Monet), ma nel giardino erano coltivate centinaia di diverse specie di piante. I fiori ora si trascolorano e diventano parte dell’aria che li avvolge, ora spiccano sul bianco della tela. Certi aspetti delle stampe giapponesi ritornano nel vecchio Monet, evidentissimi in un’opera testamento come Le Rose (Fig. 6), una tela di grandi dimensioni che il pittore dipinse a 85 anni d’età.

Fig. 4

Fig. 5

Fig. 6

Nella visita c’è anche qualche pecca organizzativa, come il percorso stesso, non ben definito; le scelte tematiche non sono chiarissime e forse avrebbero dovuto essere sostituite da una normale sequenza cronologica. Alcuni corridoi, quando affollati, non consentono di vedere bene i quadri, e l’ampia sala finale contiene quattro grandi tele che non sono tra le più significative. 

Ciononostante, la mostra romana lascia un ricordo più che soddisfacente e sostiene degnamente il mito di questo personaggio straordinario.

 

Didascalie delle immagini

Fig. 1, Claude Monet, Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi, 1905. Olio su tela, 81,5x92 cm; Parigi, Musée Marmottan Monet; © Musée Marmottan Monet, Paris; © Bridgeman- Giraudon / presse 

Fig. 2, Claude Monet, Il ponte giapponese, 1918-1919. Olio su tela, 74x92 cm; Parigi, Musée Marmottan Monet; © Musée Marmottan Monet, Paris; © Bridgeman- Giraudon / presse

Fig. 3, Claude Monet, Ninfee e agapanti, 1914-1917. Olio su tela, 140x120 cm; Parigi, Musée Marmottan Monet; © Musée Marmottan Monet, Paris; © Bridgeman-Giraudon / presse

Fig. 4, Claude Monet, Ninfee, 1916-1919. Olio su tela, 130x152 cm; Parigi, Musée Marmottan Monet; © Musée Marmottan Monet, Paris; © Bridgeman-Giraudon / presse 

Fig. 5, Claude Monet, Salice piangente, 1918-1919. Olio su tela, 100x120 cm; Parigi, Musée Marmottan Monet; © Musée Marmottan Monet, Paris; © Bridgeman-Giraudon / presse

Fig. 6, Claude Monet, Le rose, 1925-1926. Olio su tela, 130x200 cm; Parigi, Musée Marmottan Monet; © Musée Marmottan Monet, Paris; © Bridgeman- Giraudon / presse

 

Scheda tecnica

Monet. Capolavori dal Musée Marmottan, Parigi, Vittoriano - Via di San Pietro in Carcere, 
00186 Roma
, dal 19 ottobre 2017 al 3 giugno 2018.

Bihlietto Intero € 15,00 (audioguida inclusa), aperto dal lunedì al giovedì 9.30 – 19.30, venerdì e sabato 9.30 – 22.00, domenica 9.30 - 20.30

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