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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Memorie del visibile di Pippo Madè

Contestazione contadina

Dal 22 Gennaio al 18 Febbraio 2011 il Palazzo dei Normanni, nelle sale Duca di Montalto, ospita una retrospettiva del maestro Pippo Madè composta da una selezione di lavori che spaziano dalla pittura all’arte della maiolica, ripercorrendo il lungo tragitto della storia creativa dell’artista, dagli esordi fino alla maturità.

“Memorie del visibile”, titolo con il quale viene presentata questa antologica riassume, al pari di un manifesto, i dettami della poetica di Madè: se le muse sono figlie di “Memoria”, è proprio da questa filiazione che nasce il filo conduttore dell’opera di Madè, che condensa nella Musa-Sicilia il proprio repertorio immaginario, ma anche il proprio vissuto, impregnato di vita vera e puntellato da ansie metafisiche che trovano nel culto del misticismo francescano un loro felice approdo.
È questo il mondo di Madè, “due volte reale” come direbbe Vittorini, frutto dell’impegno sociale e della personale sensibilità che non si lascia imbrigliare nella figura dell’artista ‘engagè’ ma che risolve in un autentico lirismo, tutto colore e vitalità ciò che sarebbe rimasto soltanto pittura socialmente impegnata. “Memorie del visibile” ha il grande merito di restituire, chiari e leggibili, i molteplici percorsi creativi che ne hanno attraversato il fare artistico: l’impegno sociale è evidente nella scelta di raffigurare la lotta contadina, momento di grande fervore siciliano, considerato, per il genuino e spontaneo senso di riscatto, una forma di “proto-resistenza” dopo i duri anni della guerra e del fascismo.

Lotta contadina, opera immersa in quel rosso che fu colore politico ma anche presagio di sangue, gli uomini, corrugati dal sole e vestiti alla buona, riecheggia l’impatto visivo del Quarto stato di Pellizza da Volpedo, ma è nella sostanza affine al guttusiano Occupazione delle terre incolte in Sicilia degli anni 48-49. Renato Guttuso, che fu certo punto di riferimento per Madè, ha ispirato quell’appartenenza alla Sicilia dei subalterni che non più mossa solo da “astratti furori”, fu desiderosa di far sentire il proprio urlo di protesta, coraggiosamente impugnando le armi contro un nemico dai mille volti, ora fintamente complice, ora sanguinario e repressivo.

Il PuparoNella saga dei mestieranti, tra cui spicca Il puparo, è evidente l’amore, in parte di derivazione guttusiana anch’esso, per il folklore inteso come il genuino spirito del popolo lavoratore, umile e altero al tempo stesso. Il colore, vivace e brillante diventa quindi veicolo emotivo delle favole popolari, così riccamente effigiate nel dettaglio minuzioso, frutto del lavoro certosino dell’artigiano che si inorgoglisce, nel sorriso appena accennato, di essere fautore e protagonista di quest’epica del popolo che è il segno identificativo della Sicilia.

Due volte reale e due volte immaginaria appare l’atmosfera de La mattanza, ambientata in uno scenario che coniuga la tradizione del mestiere antico con una luce che segna poco i volumi e simula l’abbaglio del mezzogiorno siciliano, quando tutto è illuminato di un bagliore che sa di metafisico; ne è interprete il pescatore dormiente, sulla destra, che rievoca il sonno-sogno dei siciliani del Gattopardo¸un limite ma forse anche un valore aggiunto che rivela la doppia anima, perennemente in dissidio, della Sicilia dinamica ma malinconica, statica quanto vivace. Nella mattanza non vi è nulla di cruento e l’uccisone del tonno è al pari di un rito sacrificale, nettato dal sangue, che prevede attori precostituiti e un cielo che sa di fondale di palcoscenico, con quell’azzurro che trasfigura nel mare o viceversa. È già il segno dell’ “oltre” che sia affaccia sull’orizzonte del reale per sfondarne i limiti, le mura di cinta. Un “oltre” che Madè ha vissuto con intenso spirito religioso e che lo ha intensamente coinvolto, durante il triennio 2007-2010, nella realizzazione della Via crucis, di cui la mostra ospita quattro riproduzioni a colori su tela. La mattanzaI pannelli in maiolica su pietra lavica, originariamente esposti presso la Basilica di S. Francesco D’assisi, ripercorrono il calvario di Cristo, approcciato con spirito trecentista e realizzato con tecnica moderna, come a dire che l’omaggio ai grandi Giotto e Cimabue, rimane più profondamente ancorato nelle intenzioni emotive che in quelle tecniche e realizzative. “Abbiamo utilizzato - ha spiegato Madè - il cerchio, che rappresenta l’eterno; il triangolo, che simboleggia la trinità; il quadrato che racchiude il cerchio e il rettangolo che esprime i quattro triangoli.” Il dolore per il martirio è inquadrato nella geometria perfetta e nella sapiente costruzione della scena, anche se l’intervento divino, sia che lo si intenda come scintilla della creazione, che come afflato di fede, traspare da quest’opera, che lo stesso maestro, definisce “voluta e benedetta da Dio e dalla Madonna”.

A concludere il percorso soggetti paesaggistici che intendono esaltare la Sicilia con gli oggetti emblema della tradizione contadina e della cultura siciliana: un interessante percorso, a tratti banale , quando pare incarnare troppo fedelmente lo stereotipo dell’immaginario collettivo del turista.


Scheda tecnica
Memorie del visibile, Sale Duca di Montalto, Palazzo dei Normanni (Piazza del Parlamento,1 Palermo). Fino al 18-02-2011.

Dal lunedì al sabato dalle ore 8,15 alle 17,40. Domenica e festivi dalle ore 8,15 alle 13,00. Ingresso 3 Euro.

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