Statistiche dal 2010

Visite agli articoli
4405448

Abbiamo 243 visitatori online

Cerca nel sito

Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

Fogli e Parole d'Arte

non ha scopo di lucro, non propone alcuna pubblicità e ha come unico interesse la diffusione della cultura.
Pertanto, le immagini pubblicate si attengono all'a
rticolo 70, comma 1bis della legge sul diritto d’autore, dove si afferma che è possibile la "libera pubblicazione attraverso la rete Internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro".


Iscriviti al nostro
canale WhatsApp
sul cellulare

 - Nuova informativa sui cookie -

 


Falerii Novi, una città tra due culture

(Questo articolo era già stato pubblicato nell'aprile del 2010, e ritorna per ricordare che solo in primavera si può visitare Falerii Novi, nel pressi di Civita Castellana).

La Porta dei Leoni

 

Etruria meridionale, 241 a.C., dopo la sconfitta definitiva dei Falisci, nasce la città di Falerii Novi. Chi sono i Falisci? Diverse ipotesi ricostruiscono la loro origine: popolazione indo-europea per alcuni o popolazione autoctona per altri.

 

Sicuro è che l'Ager Faliscus, come veniva chiamato il territorio dai romani, era circondato ad ovest dai monti Cimini, a nord-est dal Tevere, a sud dal territorio Capenate, a sud-ovest dai monti Sabini e da nord a sud dal fiume Treja che bagnava le due città principali, Falerii Veteres e Narce.

La città di Falerii Novi rappresenta quindi una sorta di “città di fondazione”, voluta e costruita dai romani per controllare e “romanizzare” il popolo falisco che già precedentemente si era più volte ribellato.

Con la caduta della monarchia (510 a.C.) Roma è quindi circondata dalle popolazioni limitrofe e in una delicata fase.

Come ci informa Livio, intorno al 436 a.C., la colonia romana di Fidene passò a Lars Tolumnio re dei Veienti che fece uccidere gli inviati romani Gaio Fulcino, Clelio Tullo, Spurio Aurio e Lucio Roscio. Di risposta i romani mossero guerra. I Falisci, interessati a non avere diretto contatto con Roma, erano accorsi in aiuto delle due cittadine. L'esito dello scontro vide la morte del re Tolumnio e la sconfitta dell'alleanza. Questo fu il primo scontro documentato che vide protagonisti Falisci contro Roma.

La Vittoria alataSuccessivamente si ebbero nuovi scontri, fino al 358 a.C., quando Falerii si alleò con Roma, diventando base a sostegno delle operazioni militari contro le popolazioni italiche. Questo armistizio durò circa 40 anni quando i Falisci ruppero la tregua con Roma, alleandosi poi con gli Etruschi. Sconfitti, i Falisci, chiesero la pace e Roma concesse loro una tregua di un anno a patto che pagassero 100.000 assi pesanti e le diarie militari di quell'anno. La resa dei conti per i Falisci si ebbe quando Roma decise di porre fine alle difficoltà che questi frapponevano alle sue mire espansionistiche, scatenò quindi la guerra e in sei giorni prese tutto il territorio falisco.

È con la conquista della capitale Falerii che si inserisce la nascita della nuova città voluta dai romani stessi nel 241 a.C. Il nuovo centro fu eretto a circa 5 km dalla vecchia capitale e ben collegato con Roma.

I primi abitanti della nuova città furono, ovviamente, filo-romani per incrementare, appunto, la romanizzazione del luogo. Fu immediatamente riconosciuta come colonia di diritto latino con conseguente governo da parte di duoviri, censori, pretori e questori locali.

Dopo l'89 d.C., divenne municipio grazie forse allo stesso Augusto che rinnovò e incentivò l'urbanistica portando la città al culmine dello splendore, sino alla crisi del periodo imperiale durante il III secolo. Un periodo di ripresa si ebbe sotto l'imperatore Gallieno (218-268) originario forse del luogo.

Nel V secolo con le invasioni dei Goti e dei Longobardi poi (IV-III sec.) la popolazione si spostò nell'antica capitale falisca, maggiormente difendibile per la sua posizione. Le catacombe dei santi Gratiliano e Felicissima – martiri nativi di Falerii Novi – confermano la presenza di una comunità cristiana nel territorio. Nel XII sec., sorse la chiesa di S. Maria in Falleri, costruita con materiali di recupero dall'antica Falerii Novi.


Planimetra di Falerii Novi

Falerii Novi archeologica.

Gli scavi del 1800 e del secolo successivo hanno portato ad una comprensione solo parziale dell'urbanistica della città. Falerii Novi si sviluppa su di un piano posto ad est del monte Cimino e limitato meridionalmente dal Rio Purgatorio. La città è costruita lungo due strade principali ortogonali, come consueta concezione romana. Il cardo maximus è rappresentato da un tratto della via Amerina, percorso che univa Veio con Ameria. Il tratto ortogonale al cardo fa invece parte di un raccordo tra Sutri e la via Flaminia.

La città era racchiusa da una cinta muraria in tufo rosso, costruita in opus quadratum isodoma, cioè in blocchi di uguali dimensioni disposti tutti di taglio con i giunti sfalsati tra una fila e l'altra. Il perimetro era provvisto poi di 50 torri e quattro porte principali in corrispondenza degli assi viari, l'unica maggiormente conservatasi è la Porta Cimina, conosciuta come Porta di Giove (foto) per la protome umana che si trova sulla chiave di volta dell'arco, che fa da accesso al decumanus maximus ad ovest. Dalla porta a sud, che permetteva l'accesso dal cardo principale, vi si accedeva dopo aver superato un ponte che si ergeva al di sopra del Rio Purgatorio, di cui si hanno poche testimonianze materiali.

Oltre alle quattro porte principali si hanno cinque ulteriori porte secondarie, quella a sud, ancora in buono stato, è detta Porta Puetana o Porta Bove, reliazzata con conci in tufo e rifinita da una cornice.

All'interno le strade erano lastricate con ai lati marciapiedi, è visibile solo parte di un isolato, che si trovava a poca distanza dal foro. Gli isolati avrebbero un'area compresa tra i 2400 e i 3000 m2.

Del teatro, costruito forse intorno alla fine del I sec. a.C. rimangono solo poche tracce nel terreno, forse la cavea in peperino, con diametro di circa 74 metri. In età giulio-claudia furono effettuati restauri in laterizio e rifacimenti della cavea.

Le numerose terracotte (foto) e le iscrizioni ritrovate attestano la presenza di numerosi edifici, sia pubblici che privati, come portici, luoghi di culto e terme.

Tra i luoghi di culto si hanno notizie di due edifici del II sec. d.C.; il Tempio di Iside (CIL XI, 3123) e il Santuario di Iuno Curritis (CIL XI, 3126).

Le terme pubbliche, identificabili con i ruderi in opera cementizia erano situate al centro dell'area urbana e finanziate dalla gens Nummia (CIL XI, 300).

L'anfiteatro, extra moenia, era ubicato nella periferia nord, costruito in opera cementizia con paramento in tufo e peperino e di dimensioni modeste (54,3x32,7 metri).

Le necropoli sono situate al di fuori della cinta muraria, ad ovest (Pian delle Cave e Pian dei Pontoni), ad est le necropoli dei Tre Camini e a nord e sud quelle della via Amerina.

Sono riscontrabili una gran varietà tipologica di sepolture: a nicchie, a loculo con nicchia semicircolare e tombe a camera. Nella necropoli dei Tre Camini compaiono anche sepolture a colombari.

Molte tombe conservano tracce pittorieche ma in cattivo stato conservativo pur essendo possibile fornire una cronologia tipologica: età giulio-claudia, periodo neroniano-flaviano e periodo traianeo-adrianeo.

La città di Falerii Novi rappresenta quindi un'importante testimonianza archeologica di un popolo che ha lottato per la propria identità, per poi essere sopraffatto dall'inarrestabile grandezza di Roma.

Per le visite, in primavera è possibile accedere alle rovine il sabato e domenica dalle 9:00 alle 13:00; per informazioni rivolgersi al Comune di Fabrica di Roma - Ufficio cultura 0761569001 interno 4

 

Bibliografia essenziale

Tito Livio, Storia di Roma (libri IV-V-VII-X);

G. Bianchini, Fabrica di Roma, dai Falisci ad oggi, Agnesotti, Viterbo, 1982;

A. Piganiol, Le conquiste dei Romani, Net, Milano, 2002;

G. Chillini e T. Patilli, Falerii Veteres e Falerii Novi: due città un popolo, Historia, Viterbo, 2004;

M. Conventi, Città romane di fondazione, L'Erma di Bretschneider, Roma, 2004.

 


abbiamo aggiornato l'informativa sui cookie