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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Scene da un matrimonio, al modo di Alessandro D'Alatri

Regista prevalentemente cinematografico, Alessandro D'Alatri traspone per la scena il grande capolavoro di Bergman sentendosi in dovere di calare quella profondissima riflessione sul rapporto di coppia che è, e rimane, Scene da un matrimonio, nello spirito mutato del nostro tempo. La metamorfosi del testo è implicita in ogni processo di riscrittura e di adattamento, ma in questo caso il modello è stato banalizzato a tal punto, da trasformarlo in una commedia all'italiana molto patinata e poco coinvolgente.

L'immenso apparato scenografico, fatto di ampi tendaggi sotto i quali dovrebbero nascondersi gli arredi di un passato felice, sembra quasi ingoiare nel bianco Daniele Pecci e Federica De Martino ai quali spetta l'onere di cimentarsi con le ombre di Erland Josephson e di Liv Ullmann, senza nemmeno il conforto degli altri personaggi. Marianna e Giovanni, infatti, sono soli in scena per oltre due ore e senza il sostegno di qualche primo piano o di un contro-campo. Sebbene più abituati alla cinepresa o alla telecamera che non alla nudità del palcoscenico, i due attori danno il loro meglio per risultare credibili, e a tratti sono davvero convincenti, ma alla lunga non reggono la durata dello spettacolo.

La storia rimane più o meno la stessa e viene segmentata in tante sequenze incollate tra loro dalle musiche per chitarra di Franco Mussida e dalle didascalie proiettate sul pavimento del proscenio che, di volta in volta, indicano il luogo e il momento della giornata in cui si svolge ogni singola scena. Oltre a scandire il ritmo del passare del tempo, queste parole luminose battute a macchina, rimandano alla serialità televisiva della prima versione della sceneggiatura bergmaniana che, per ironia della sorte, era molto più teatrale e molto meno televisiva di questa sua nuova versione.

Giovanni, da professore universitario, diviene un geologo rampante, sempre in viaggio per lavoro e Marianna rimane un avvocato divorzista alle prese con le figlie (che non si vedono) e la carriera Una coppia borghese apparentemente perfetta che si divide tra impegni mondani e familiari, e che tutte le domeniche va a pranzo dalla mamma di lei. La forza d'urto del film girato in pieni Anni Settanta, con il suo carico di denuncia dell'istituzione matrimoniale, ovviamente si perde, ma con essa si dilegua anche la profondità e l'amarezza della spietata analisi dei sentimenti operata da Bergmann. Le battute dei coniugi tutt'al più sono ironiche, e il pessimismo di allora sprofonda in una generica superficialità. Giovanni e Marianna non appaiono mai consapevoli di ciò che manca al loro rapporto e, soprattutto, a se stessi. Non sanno che la deriva del loro matrimonio è causata dalla scarsa conoscenza di se stessi, e non sembrano capirlo neanche dopo la loro separazione. Il pubblico ride quando non dovrebbe, forse perché si riconosce in quei ruoli di moglie tradita, o di marito egoista.

La recitazione non scava nei personaggi, racconta ma non interpreta, e l'unico momento di pathos è quello in cui Giovanni annuncia alla moglie di essersi innamorato di una donna più giovane di lui e di essere in procinto di partire con lei alla volta degli Stati Uniti. La seconda parte dello spettacolo è pura commedia delle maniere nostrane. Sia nella scena in cui Giovanni e Marianna si rincontrano dopo un anno, sia in quella in cui si scontrano prima di fimare le carte per il divorzio, si assiste ad una carrellata quasi caricaturale degli atteggiamenti tipici di una coppia "scoppiata di oggi". Il vittimismo e la gelosia di lui che si è già stufato dell'amante e che si allarma vedendo la moglie più in forma che mai, la rivalsa di lei sul marito che si rivela sempre più infantile e mammoccione. Le riflessioni di Giovanni sulla solitudine che lo attanaglia non convincono, e la scena di chiusura, in cui la coppia si rincontra a letto dopo sette anni, sa tanto di lieto fine. Sia lui che lei si sono risposati, ancora non si capiscono, ma, in fondo, si vogliono bene. E vissero felici e contenti.


Scheda tecnica

SCENE DA UN MATRIMONIO , di Ingmar Bergman. Adattamento di Alessandro D'Alatri. Musiche originali: Franco Mussida. Scene: Matteo Soltanto. Disegno luci: Paolo Mazzi.
Con Daniele Pecci e Federica Di Martino. Regia di Alessandro D'Alatri.

Produzione Teatro Stabile d'Abruzzo. 
Al Teatro India di Roma dal 1 febbraio al 12 febbraio 2012.

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