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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Servillo legge Napoli

Il titolo dello spettacolo non deve trarre in inganno, perché Toni Servillo non si limita a leggere Napoli, ma la inscena attraverso una variegatissima miscellanea di testi poetici che guidano lo spettatore in un viaggio dantesco all'incontrario, dal "paradiso" dei versi di Di Giacomo e di Eduardo all' "inferno" del linguaggio sghembo e sulfureo di Mimmo Borrelli o di Giuseppe Montesano. Quella di Servillo è una performance teatrale a tutti gli effetti, incredibilmente polifonica e materica, dove l'interprete si annienta per mettere a nudo una lingua che si fa scena, dando così corpo alla vociante umanità di una Napoli in perenne ebollizione e mutamento, una Napoli che si interroga e che cerca di darsi un senso. Le immagini evocate sono immuni da stereotipi folcloristici, la gestualità è ridotta al minimo e l'attore è accompagnato nel vuoto scenico da un solo leggio e da una sedia.

L' assemblaggio poetico teatralizza il rapporto del popolo napoletano con l'aldilà, un rapporto molto umano e, per molti versi, commerciale con il Padreterno, i santi protettori e le anime dei morti e dà voce e respiro ad una coscienza profonda della transitorietà dell'esistenza. Altro filo conduttore dello spettacolo è la metamorfosi nel tempo di una lingua che tuttavia conserva la sua qualità fortemente teatrale, la sua espressività scenografica e, soprattutto, quell'ambiguità data dal potere delle varie intonazioni di modificare il significato di una stessa frase. Servillo attacca con due poemetti ben noti al pubblico, Lassammo fa' Dio di Salvatore Di Giacomo e Vincenzo De Pretore di Eduardo, e subito il palcoscenico si affolla di voci e risuona degli echi dei vicoli e dei bassi, mentre l'immaginazione si figura il Padreterno che va a spasso con San Pietro a piazza Dante, oppure il mariuolo De Pretore che contratta con Dio un posto in paradiso. Ma subito dopo la voce dell'attore si inerpica sui versi petrosi di Fravecature di Raffaele Viviani che racconta la morte bianca di un muratore. Credo sia questo l'inizio di una graduale discesa negli inferi di una lingua che degenera e si inasprisce per raccontare una Napoli sempre più notturna e crudele, ventrica e insondabile. La Napoli di Litoranea di Enzo Moscato che costringe Servillo ad uno slalom tortuoso tra grappoli di frasi sconquassate, dense di materia, e irte di sillabe allitterate. La lingua poetica allarga le ferite e mostra le fratture di una città degradata dalla corruzione e dall'omologazione, attraverso la sovrapposizione di immagini surreali e concrete allo stesso tempo. Ma la melma viene a galla con più forza con gli endecasillabi plebei di A sciaveca o con Napule di Mimmo Borrelli (Premio Tondelli 2007), dove l'inaccessibile lingua flegrea del giovane drammaturgo di Bacoli evoca immagini apocalittiche, terribilmente concrete e visionarie. Il mondo di Borrelli è quello del litorale infestato dal "puzzo ra merda" delle acque nere di Napoli, quello dei camorristi e dei pescatori di frodo (la sciaveca è la rete da strascico usata per la pesca sottocosta che porta in superficie un impasto viscido di fango e alghe). L'interpretazione asseconda il ritmo serrato di una litania feroce che lascia attore e pubblico senza fiato. Il viggio nella parola accoglie le voci di poeti meno noti con due poesie inedite, scritte per l'occasione. 'O vecchio sott'o ponte di Maurizio De Giovanni che racconta l'atroce dolore per la perdita di un figlio e Sogno napoletano di Giuseppe Montesano che auspica un risveglio delle coscienze.

Lo spettacolo grida lo strazio di una città viva e contemporanea che non si arresta difronte alle difficoltà, e per questo si configura anche come gesto politico, ancor più efficace perché affrancato da ogni ideologia. Servillo cerca un'identità con la tradizione letteraria della sua terra e la sua performance scaturisce da un'analisi lucida dei testi e da uno studio appassionato del potenziale espressivo di ogni singolo verso. Eppure la parola sembra sganciarsi dalla sua letterarietà per divenire accadimento. Ne risulta una grande prova d'attore che tuttavia non fa mai sfoggio di sè. Servillo possiede straordinarie doti interpretative ma le mette al servizio di un teatro che scuote le coscienze. E lo fa con misura, lasciando alla parola il ruolo di protagonista.

 

 

Scheda tecnica
Servillo legge Napoli.
Interpretato e diretto da Toni Servillo.

Testi di Salvatore Di Giacomo, Eduardo De Filippo, Ferdinando Russo, Raffaele Viviani, Mimmo Borrelli, Enzo Moscato, Maurizio De Giovanni, Giuseppe Montesano, Antonio De Curtis, Michele Sovente.

Visto al Teatro Argentina di Roma il 14 febbraio 2012..

Prossime rappresentazioni :

Teatro Bonci di Cesena, 19-20 marzo 2012.

Teatro Massimo di Benevento, 29 marrzo 2012.

Teatro Orfeo, Benevento, 16-17 aprile 2012.

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