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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Le nuove frontiere della scena britannica : "A Slow Air" di Harrower

Approda a Roma, nell'ambito della rassegna TREND, le nuove frontiere della scena britannica, l'ultima pièce di David Harrower, presentata la scorsa estate al Fringe Festival di Edimburgo. La versione italiana è in forma di mise-en-espace, ma la regia di Giampiero Rappa e l' intensità interpretativa di Nicola Pannelli e di Raffaella Tagliabue, ne fanno uno spettacolo a tutti gli effetti. Sia la recitazione che la traduzione entrano nel vivo del testo e lo attraversano con insperata fedeltà. Questa volta, infatti, la scrittura del drammaturgo scozzese, risuona degli echi della parlata locale della sua Edimburgo e di Glasgow, e si immerge nel vissuto della gente comune del suo paese. In confronto, Knives in Hens e Blackbird sono drammi universali, o comunque più esportabili nel continente.

Protagonisti assoluti della scena sono un fratello e una sorella che non si sentono da quattordici anni. Athol ha una ditta di piastrelle nella cittadina dormitorio di Houston, poco distante da Glasgow. Morna vive ad Edimgurgo con il figlio Joshua che ha tirato su da sola, facendo le pulizie nelle case dei benestanti del Grange District. Raccontano la loro vita in faccia al pubblico, in un monologo alternato che a mano a mano che la storia si dipana si segmenta in parti sempre più sottili, come se volesse biforcarsi in un eventuale dialogo. La tecnica drammaturgica è più o meno quella di Brian Freil, con stralci di discorso diretto in corsivo riportati da personaggi monologanti, ma qui vibra una corrente comunicativa tra i parlanti che rimane elusiva, ma palpabile. Sono separati ma in qualche modo si cercano mentre riferiscono di se stessi, del loro passato e delle loro reciproche fissazioni. Il dramma prende le mosse dal biglietto che Joshua fa recapitare allo zio per annunciare la sua visita imminente, e vira verso una potenziale riconciliazione tra Athol e Morna, attraverso l'incontro finale ad un pub organizzato sempre da Joshua ad insaputa di entrambi. Il giovane non compare mai in scena ma, oltre ad essere il motore catalizzatore del dramma, viene letteralmente scolpito dalle parole e dai gesti della madre e dello zio.

Lo spazio è spoglio, con i due quadrati bianchi che delimitano l'esatta posizione degli attori sul palcoscenico bene in vista, e la regia, attentissima e rigorosa, esalta la parola riducendo al massino la gestualità. Eppure la diversa postura dei due personaggi, i piccoli movimenti che ciascuno ripete, le improvvise scrollate di spalle e le misurate espressioni facciali, contribuiscono non poco alla loro caratterizzazione. La sapiente traduzione utilizza una leggera calata dialettale padana per sottolineare l'efficieza imprenditoriale di Athol e un registro decisamente più proletario e sboccato per Morna, ma lo fa con misura e senza distrarre mai dalla perfetta costruzione linguistica del testo. Il racconto assomiglia ad un collage di piccoli frammenti che oltre a ricostruire il passato familiare dei due, ne definisce il carattere e il diverso modo di rapportarsi ad una realtà sociale in rapido e perpetuo mutamento. Ci sono allusioni alla presenza massiccia di immigrati in una Scozia sicuramente più ricca rispetto al dopoguerra vissuto a fatica dai genitori di Athol e di Morna, ma che nel frattempo ha perso la sua identità culturale nazionale. Ma soprattutto c'è una famiglia disfunsionale, una separazione dolorosa che nè Athol nè Morna riescono a spiegare a se stessi e al pubblico. Le cause rimangono in parte oscure o, tutt'al più, si risolvono in un'accozzaglia di rancori e di conflitti apparentemente insignificanti. Il fatto che nulla di così traumatico abbia causato il brusco allontanamento tra i due costituisce un punto di forza del testo, che evita accuratamente di analizzare più di tanto l'abusato tema dell'incomunicabilità. Quella selvaggia di Morna, la più logorroica dei due, accusa la famiglia di averla lasciata sola con il frutto di " un week end sprecato", ma poi liquida la sua incompatibilità con Athol con alcune battute sui loro gusti inconciliabili in fatto di musica pop.

Il testo è un pozzo di false anticipazioni e di indizi che rimangono tali. Ci sono riferimenti obliqui alla malattia di Morna e allusioni continue all'attentato all'aereoporto di Glasgow del 2007. I terroristi erano vicini di casa di Athol che, in occasione di un sopralluogo nel loro appartamento, si era lasciato scappare delle notizie sui sistemi di sicurezza del vicino aereoporto. Il pubblico si aspetta uno sviluppo della faccenda che tuttavia non arriva, e non per difetto strutturale della trama, ma proprio perché il racconto tende ad una rappresentazione provvisoria e frammentaria della realtà. Ciononostante la scrittura drammaturgica scolpisce a tutto tondo i personaggi e plasma e riplasma le loro storie in modo da rendere tangibile la ricchissima banalità della vita. Con le sue fratture, i suoi piccoli drammi e un diffuso bisogno di affettività che qui si rivela in frasi volanti che quasi si perdono nel flusso colloquiale del discorso. Sia Pannelli che la Tagliabue, sono davvero un tutt ' uno con i loro personaggi, anonimi e straordinari al contempo, e, grazie al dosaggio sapiente delle pause e dei ritmi, trascinano gli spettatori nella loro piccola avventura. Il tutto, con la loro semplice presenza in scena, un pizzico di ironia e una carica emotiva che trasmette a piene mani quel lirismo che si annida nel racconto casuale di due vite qualsiasi.

 

Scheda tecnica

A SLOW AIR di David Harrower.  Traduzione di Gian Maria Cervo e Francesco Salerno.  Con Nicola Pannelli e Raffaella Tagliabue.  Mie en espace a cura di Gianpiero Rappa.   Visto al Teatro Belli di Roma il 22 marzo 2012.

 

Prossimi spettacoli della rassegna Trend. Nuove frontiere della scena britannica, XI Edizione, a cura di Rodolfo Di Giammarco, in scena al Teatro Belli, dal 21 al 30 marzo 2012.

 

23-24 marzo, Cock di Mike Barlett, mice en espace a cura di Silvio Peroni.

25-26 marzo, Questa immensa notte di Chloe Moss, regia di Laura Sicignano.

27-28 marzo, Misterman di Enda Walsh mice en espace a cura di Alessandro Roja.

29-30 marzo, Hymns di Chris O'Connel, mise en espace di Martino D'Amico.

 


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