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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Così è (se vi pare), al modo di Michele Placido

Di tutte le commedie pirandelliane, Così è (se vi pare) è forse quella che ha goduto del maggior numero di rivisitazioni, al punto che si potrebbe scrivere un saggio sulla storia della sua fortuna sia in Italia che all'estero. Manifesto assoluto del pirandellismo, il dramma ruota intorno all' illusorietà della verità e assume le sembianze di una vera e propria inchiesta per scoprire il mistero che si cela dietro lo strano comportamento della signora Frola e di suo genero, il signor Ponza, che costringe la moglie a vivere segregata in casa, impedendole persino di vedere sua madre. Le versioni dei fatti offerte dai due indiziati sono decisamente contrastanti, ma entrambe plausibili. Tuttavia, per la piccola folla dei curiosi la verità non può essere che una sola. Ne deriva un aspro conflitto tra chi osserva e chi viene osservato e, a dispetto dell' andamento processuale, quasi poliziesco, dell'azione, l'accanita ricerca della verità conduce a un generale spaesamento e alla constatazione dell'impossibilità di percepire e di vivere un'unica dimensione della realtà e quindi degli esseri umani che vi agiscono. Non a caso la regia di Orazio Costa del 1952 disponeva l'azione su due diversi piani della scena, destinando il più eminente ai protagonisti, e l'altro al coro, mentre quella di Lamberto Pagelli (1975) trasferiva il salotto borghese in platea, isolando sul palcoscenico i personaggi fantasmatici degli inquisiti. Ci sono state regie che hanno privilegiato una messinscena nuda, quasi espressionista, come quella di Giorgio De Lullo (1971-72), e altre, come la più recente delle tre di Massimo Castri, che hanno messo in luce l'orrore vaquo del contesto sociale attraverso una versione decisamente carnascialesca del dramma.

La versione di Michele Placido, per la prima volta in veste di regista teatrale, non pretende alcuna originalità e per certi versi rimane piuttosto fedele al testo di cui segue in modo letterale la sequela degli eventi. Si concede il lusso di spostare la vicenda a cavallo tra gli Anni Cinquanta e Sessanta e di colorire con generiche inflessioni dialettali la parlata dei personaggi secondari. Qua e là fanno capolino note insignificanti di folclore locale, dalla battuta iniziale del cameriere di casa Agazzi che annuncia alla signora che i cannoli sono finiti, al raduno delle donne in preghiera intorno ad un altarino posto ai margini della scena. Ma al di là delle singole soluzioni sceniche, più o meno discutibili, quello che manca allo spettacolo è un disegno registico unitario che le giustifichi. Il suggestivo impianto scenografico di Carmelo Giammello, con l'immensa specchiera in frantumi che incombe dall'alto, e gli enormi frammenti di vetro che riflettono all'infinito i profili degli attori, lascerebbe presagire una versione più simbolica e atemporale della vicenda, ma poi l'andamento dello spettacolo ridimensiona la premessa. La regia sembra infatti costantemente indecisa tra un taglio naturalistico e uno più metafisico o comunque più marcatamente metateatrale, e oscilla inspiegabilmente tra nostalgici riferimenti a piccole tradizioni e superstizioni di una Sicilia ricreata dalla memoria, e vaghi rimandi ad una generica contemporaneità. Estemporanee, per non dire immotivate, sembrano le insistite allusioni al recente terremoto in Abruzzo, dalle cui macerie sono fatti emergere i Ponza e la signora Frola. Come se il testo non bastasse da solo, così com'è, a creare abbastanza appigli per parlare del nostro oggi dominato dallo strapotere delle apparenze. In questo senso l'idea di imporre al coro degli inquirenti i toni aggressivi dei processi televisivi (idea, peraltro già sfruttata più felicemente da Alessandro Averone nella sua recente versione al Teatro Due di Parma) avrebbe meritato di essere sviluppata fino in fondo e con più coraggio, magari ambientando le scene di confronto in una qualche "stanza della tortura" mediatica dove i più reconditi drammi privati vengono sbattuti in faccia al pubblico come fossero fatti assodati. Ma del format televisivo rimangono soltanto i tempi, i modi e gli accenti. Il Consigliere Agazzi ha un fare poliziesco più adatto al commissario Corrado Cattani de La Piovra che non al suo ruolo e, cosa ancor più irritante, l'avvenente signora Agazzi, la signora Sirelli con la sua finta calata emiliana, e l'isterica signora Cini sono ridotte a caricature di se stesse. Pirandello aveva pensato queste figure secondarie per denunciare la paralisi spirituale della piccola borghesia e del pubblico di allora. Ma gli acerbi e forse incolpevoli attori che vestono i loro panni mirano più che altro a procurare un qualche sollievo comico al pubblico che, più che sentirsi criticato o comunque chiamato in causa, sembra quasi compaciuto, a giudicare dalle risate che esplodono in sala senza giusta causa. Le scene corali stonano in modo fastidioso con gli assolo di Giuliana Lojodice, Pino Micol e Luciano Virgilio. Questi hanno appreso e restituiscono con intensità l'illusorietà della verità e costringono il pubblico (anche quello che la storia la conosce bene) a confrontarsi con l'ambiguità del reale. La Lojodice è una Frola dolente e rassegnata che con gesti sapientemente misurati scolpisce a tutto tondo la sofferenza del suo dramma familiare. Risulta quasi impossibile non credere alla sua spiegazione dei fatti, ma il Signor Ponza di Micol riesce a convincere della assoluta veridicità della sua versione con altrettanto impeto espressivo. Luciano Virgilio dà vita ad un Lamberto Laudisi più che mai ironico e al di sopra delle parti, e il suo monologo davanti ad uno specchio invisibile che egli immagina disposto al di là della quarta parete, è un momento di pregevole teatro.

Ma non basta il talento di pochi a fare un buono spettacolo, soprattutto quando si ha a che fare con un marchingegno drammaturgico pertetto come Così è (se vi pare).

 

Scheda tecnica

COSI' E' (SE VI PARE) di Luigi Pirandello.  Scene : Carmelo Giammello. Costumi : Sabrina Chiocchio. Musiche : Davide Cavuti, Luca D'alberto. Disegno Luci : Stefano Pirandello. Con  Fabio Angeloni, Vittorio Ciorcato, Erika D'Ambrosio, Alessio Di Clemente, Giuliana Lojodice, Pino Micol, Franco Mirabella, Manuela Muni, Marta Muti, Maria Angela Robustelli, Marco Trebian, Adriana Tuzzeo, Luciano Virgilio.
Regia di Michele Placido.

Al Teatro Eliseo di Roma dal 10 al 29 aprile 2012.

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