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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Travelogue I – Twenty to Eight, di Sasha Waltz

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Non è certo una novità per i cultori di Sasha Waltz lo spettacolo presentato in questi giorni da Romaeuropa Festival, ma rappresenta comunque un evento straordinario, e non soltanto per il perfetto meccanismo della performance, ma anche perché testimonia il punto di partenza dello sviluppo artistico della acclamata coreografa tedesca. Travelogue I – Twenty to eight segnainfatti la nascita della compagnia Sasha Waltz & Guests, fondata a Berlino nel 1993. Il taglio fortemente teatrale dei suoi primi lavori ha fatto sì che la Waltz venisse considerata da alcuni come la punta massima del " post- tanztheater ". Ma già dalle prime sequenze di questo spettacolo si intuisce come la Waltz, sebbene legata alla danza di espressione, si sia discostata dal modello della Baush sin dagli esordi, per abbracciare tecniche che spaziano dalla contact improvisation al release.

Lo spettacolo che fa parte di una " trilogia attraverso gli interni ", si svolge prevalentemente nella cucina di un appartamento delimitato dal fondale e dalle pareti sghembe di Barbara Steppe, dove cinque performer, due uomini e tre donne, fanno sfoggio delle loro ossessioni con vanto narcisistico. A destra, spiccano i colori della carta da parati del modesto "focolare" con frigo, tavolo e sedie, a sinistra si intravede una parete lavagna con profili di arredi disegnati con il gesso. Sullo sfondo, due porte adiacenti tra loro vengono ritmicamente aperte e chiuse dai performer, permettendo una percezione simultanea di ciò che accade negli altri interni. I piccoli gesti quotidiani degli inquilini raccontano le difficoltà della coabitazione con picchi di comicità che alleggeriscono il carico di tensioni e ostilità.

 Lo spettacolo non segue uno sviluppo narrativo lineare, ma si struttura in un pirotecnico caleidoscopio di sketch che ora assumono la forma di un assolo, di un duo o di una sequenza di movimenti corali. Si assiste ad un crescente trambusto dove i gesti più banali vengono ripetuti compulsivamente e a ritmo accelerato. All'inizio Takako Suzuki si arrampica sul frigo e blatera una conversazione al telefono, sintonizzando il ritmo della parola con quello del gesto. Più tardi Florencia Lamarca e la Waltz articolano i movimenti delle braccia all'unisono nell'atto di stendere la tovaglia, e quando tutti e cinque si siedono intorno al tavolo, agitano ritmicamente i piedi in una straordinaria sequenza metonimica, dove la singola parte del corpo diviene metafora di un insieme di stati d'animo e di dinamiche relazionali. Gli oggetti e gli arredi fungono da veri e propri partner dei danzatori e la percussione ritmica delle mani sul tavolo e sulle sedie o lo sbattere frenetico delle porte, a volte sostituiscono o addirittura costituiscono l'elemento musicale.

Gli eventi si intrecciano e si susseguono in una complessa partitura di immagini e movimenti a dir poco perfetta, grazie allo straordinario talento e alla preparazione impeccabile dei danzatori. Tra loro c'è una insolita coesione fisica, sensoriale ed emotiva. La loro padronanza del peso dinamico e la fluidità delle sequenze più danzate, sono l'evidente risultato di un continuo perfezionamento delle tecniche, ma le azioni si risolvono in passaggi semplici che rifuggono dalla spettacolarità acrobatica. I piccoli risentimenti personali, le lotte per il controllo e il possesso degli oggetti o degli spazi sfociano in una battaglia fisica che si risolve in una comicissima routine domestica, fitta di citazioni e riferimenti anche cinematografici.

 Spesso le andature meccaniche e i gesti disarticolati trasformano i personaggi nella caricatura di se stessi, soprattutto nelle sequenze più narrative. Come nel caso della scena in cui un uomo divora avidamente una pagnotta intera lasciando cadere le molliche sul pavimento, sotto lo sguardo allibito degli altri. O in quello in cui una donna riesce a trafugare un pollo dal frigo semivuoto e lo brandisce nell'aria come fosse un animale totemico. Esemplare è il duo sensuale che si svolge intorno, sopra e sotto il tavolo da pranzo, con i simmetrici intrecci delle gambe, i corpi che si stringono e si respingono, che saltano e slittano sulla superficie orizzontale.

La Waltz che è sempre stata molto sofisticata nella scelta delle musiche, per questo suo primo spettacolo ha commissionato una partitura jazz a Tristan Honsinger che in certi punti fa pensare alle colonne sonore per cartoni animati di Carl Stalling. Insieme ai fragori fuori scena di rottami di stoviglie e a canzonette sull'onda di Sugar Baby Love, le musiche rafforzano l'esuberante ironia che attraversa l'intero spettacolo. Per certi versi un pò datato, ma indimenticabile per la sua assoluta perfezione formale e l' inesauribile inventiva.

 

Scheda tecnica

TRAVELOGUE I- TWENTY TO EIGHT, regia/concept di Sasha Waltz.

Scenografia : Barbara Steppe. Musica : Tristan Honsinger Quintett, Jean-Marc Zelver (Le tourment de Vassilissa la Belle). Disegno luci : André Pronk, Tomski Binsert. Danza : Davide Camplani, Florencia Lamarca, Nasser Martin-Gousset, Takako Suzuki, Sasha Waltz. La pièce è stata creata da e con i danzatori Nasser Martin-Gousset, Akos Hargitay/ Thomas Lehmen, Charlotte Zerbey, Takako Suzuki e Sasha Waltz. Maestro ripetitore : Takako Suzuki. Tecnico luci : Martin Hauk. Tecnico del suono : Lutz Nerger. Direttore tecnico : Reinhard Wizisla. Direttore artistico : Jochen Sandig. Coproduzione Sasha Waltz & Guests, Grand Theatre Groningen, NL. Con il supporto di Senatsverwaltung fur Kulturelle Angelegenheiten/Berlin.

Visto al Teatro Eliseo di Roma il 10 ottobre 2012.

 

 

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