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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Giù, di Scimone e Sframeli

 

Dall'alto dei Pali dai quali, nel loro ultimo spettacolo, osservavano scorrere la merda ai loro piedi, Scimone e Sframeli si inabissano adesso in un cesso abnorme che domina una scena claustrofobica ed essenziale. Tre pareti scrostate illuminate da una luce sulfurea, l'asse aperta simile ad un orologio privato di lancette che sospende l'azione nel non tempo. Sul lato sinistro c'è una finestra chiusa che non promette boccate d'aria, sulla destra un lavabo ed un piccolo specchio davanti al quale il Padre si rade la barba con meticolosa cura. E' un padre concentrato su se stesso e che al cesso " si rilassa e non pensa agli altri". L'azione, scarna e sostenuta da tempi e ritmi incalzanti, si mette in moto quando il Figlio sbuca fuori dal water e asserisce di volerci rimanere, perché laggiù almeno un posto l'ha trovato. Il Padre vorrebbe tirarlo fuori ma lui si rifiuta perchè nel cesso non deve più preoccuparsi del futuro. La portata metaforica del dialogo è sin troppo evidente, ma la partitura linguistica -basata come sempre sul paradosso, la ripetizione, le pause e i silenzi- vira comunque sul grottesco e il surreale, soprattutto nella prima parte dello spettacolo. La denuncia sociale, tuttavia, è un grido di sdegno talmente urlato a squarciagola da rischiare di annacquare la portata simbolica della pièce. Il duo messinese scaglia i suoi strali contro i padri che non hanno saputo costruire le basi per l'avvenire dei figli, contro un sistema sociale nel quale solo chi frequenta "la merda" e "passa da un cesso all'altro" può fare fortuna, contro la Chiesa, la mafia, la pedofilia.

Il secondo ad emergere dal water è Don Carlo, un prete scomodo che non ha ceduto ai ricatti della mafia, ma che non è certo privo di peccati. Soffre di colite e bestemmia quando non trova la carta igienica, ma dedica la sua preghiera ad un povero Cristo che canta sotto un ponte, mentre sopra la moglie esercita il mestiere. Si chiama Ugo ed è un bravo cantante che è andato in rovina perchè si è sempre rifiutato di usare il microfono. Il quarto a sbucare dai liquami è il sagrestano Pasquale, costretto a vivere là sotto perché non ha mai avuto il coraggio di ribellarsi, ma quando racconta le violenze subite da bambino da Padre Sergio, la piéce si impiglia in un crudo realismo che in parte smorza la magia surreale dello spettacolo.

Il meccanismo della performance rimane comunque perfetto, una specie di ordigno ad orologeria. La partitura ritmica segue uno schema simmetrico nel quale ogni singolo gesto e ogni singola battuta definisce il personaggio e la sua relazione con gli altri. La reiterazione di battute e situazioni rafforza la comicità cruda e amara del testo, la cui godibilità in scena è garantita dalle straordinarie doti degli attori che agiscono in assoluta sintonia, sincronizzando i gesti con il ritmo cadenzato dei dialoghi.

I personaggi evocano un invisibile underworld abitato da molti altri reietti che si rifiutano di risalire definitivamente in superfice. Quelli che si affacciano dal water, lo fanno per prendere un po'd'aria, ma poi tornano giù per permettere agli altri di respirare. Forse perchè l'umanità migliore sta in fondo allo scarico. L'unica vera folata d'aria arriva quando la potenza del canto del povero Cristo spalanca per un attimo la finestra che beckettianamente separa i personaggi dal mondo esterno. Un soffio di speranza molto debole, ma fortemente emblematico.

 NB  Le foto pubblicate sono di Andrea Coclite

Scheda tecnica
Giù, di Spiro Scimone. Scena : Lino Fiorito. Disegno luci : Beatrice Ficalbi. Con : Francesco Sfmeli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale, Salvatore Arena. Regia : Francesco Sframeli. Regista assistente : Roberto Bonaventura. Produzione : Compagnia Scimone Sframeli / Festival delle colline Torinesi / Théatre Garonne, Touluse. Prima assoluta : 5 giugno 2012, al teatro Astra di Torino , Festival delle Colline Torinesi.

Visto al Teatro Argentina di Roma , il 18 ottobre 2012, nell'ambito della rassegna Le vie dei festival.

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