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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Gli Artefatti interpretano "Taking care of baby"

 

 

Taking care of baby dell'inglese Dennis Kelly è un Verbatim Play molto sui generis, del quale L'Accademia degli Artefatti mette in scena una versione davvero pregevole, sia sotto il profilo delle soluzioni sceniche e registiche che su quello dell'adattamento testuale.

Molto popolare in Inghilterra e pressochè sconosciuto in Italia, il VerbatimTheatre è una forma di docu-drama che incorpora nei testi le parole vere, pronunciate da persone reali nel corso di interviste o di dichiarazioni pubbliche e registrate dal drammaturgo o dagli stessi attori. Il TricycleTheatre di Londra ha prodotto una lunga serie di " tribunal plays", a partire da Half the picture (1994) basato su un'inchiesta giudiziaria sulla vendita di armi in Iraq fino a Honour Bound to Defend Freedom (2004) su Guantanamo. Il genere ha talmente preso piede nel Regno Unito da permettere a Dennis Kelly di crearne una satira.

Taking care of baby è di fatto un "mockumentary " pluricentrico, che pur ruotando intorno al caso di Donna McAuliffe accusata di aver ucciso i suoi due bambini, straborda nella denucia di vari guasti sociali, dalle strategie dei partiti per ottenere e conservare il potere, all'ottusità delle amministrazioni locali che permettono che il paesaggio e il commercio al dettaglio vengano distrutti dalla costruzioni di centri commerciali megagalattici. E' un testo coraggioso, polemico e atrocemente comico, ma stracarico di temi e riferimenti. L 'adattamento degli Artefatti ne conserva la vena satirica, ma ne riassesta il baricentro attraverso dei tagli che concentrano l'attenzione del pubblico sulla manipolazione mediatica delle notizie, una manipolazione che ripropone attraverso nuovi linguaggi il vecchio tema metateatrale del labile confine tra verità e apparenza. Arcuri inoltre pone l'attenzione sui diversi modi di percezione del fatto performativo, attraverso un intreccio di riprese in diretta e di azioni più propriamente teatrali.

La scena è occupata sul lato sinistro dalla grande consolle dove siedono i tecnici e Arcuri stesso; al centro, un megaschermo posto in alto dove vengono proiettati i primi piani di Donna intervistata in carcere e altri filmati ; sotto lo schermo,una serie di pannelli bianchi che a mo' della inner strage scespiriana vengono aperti per svelare scene d'interno. Lo spazio scenico è letteralmente invaso da altri strumenti mediatici, telecamere televisive, microfoni, videoproiettori, scermi e gli attori basculano tra una recitazione di tipo più teatrale, e una più cinematografica, se non additittura televisiva.

Non a caso le didascalie iniziali del testo vengono proiettate sullo schermo a mo' di titoli di testa di un film. Informano il pubblico che i testi ricalcano fedelmente le dichiarazioni delle persone coinvolte e che i loro nomi sono quelli veri. L'editing del testo si è preso invece molte libertà e la storia di Donna è ricalcata liberamente su recenti casi analoghi. Ma questo lo si può scoprire soltanto dopo lo spettacolo.

All'inizio domina l'immagine di Donna che racconta con freddezza il suo disagio in prigione, l'odio manifestato nei suoi confronti dalle altre recluse, le minacce ricevute, la sua beata solitudine nel carcere di sicurezza.

Isabella Ragonese, seduta alle spalle del pubblico con una videocamera che ne proietta il volto sullo schermo, è suprema nella sua interpretazione che non lascia trapelare il reale groviglio interiore del personaggio. I suoi straordinari primi piani catturano sguardi mobili, sfuggenti e impenetrabili. Sul suo volto si stampa un dolore inafferrabile, privo di lacrime, spesso increspato da improvvise espressioni di incredulità, di distacco, forse anche di sfida nei confronti dell'intervistatore. Le domande alla Big Brother formulate off stage da Dennis Kelly (Francesco Bonomo), che in un secondo tempo compare in scena, spesso ricevono risposte secche che ne commentano l' assolutà inutilità. Il dramma privato di questa moderna Medea diviene un pallone da football per i personaggi che le ruotano intorno. A turno compaiono in scena per rilasciare dichiarazioni e offrire la loro testimonianza, ma in realtà ciascuno manipola i fatti per condurre il suo gioco ed eventualmente per segnare il suo goal personale. A partire dalla madre, Lynn Barrie (Francesca Mazza), un consigliere regionale laburista che sfrutta la tragedia della figlia per la sua campagna elettorale, per passare allo psichiatra Dr Millard (Pieraldo Girotto) che si è inventato la " sindrome di Leeman -Keatley " per riscattare la sua malferma reputazione. La malattia gli ha permesso di mandare in galera molte donne, Donna compresa, sulla base di una sintomatologia molto generica. Stampa e televisione in cerca di scoop da dare in pasto ad un pubblico famelico di cronaca nera, fanno una grande abbuffata del dolore di Donna. Le sue dichiarazioni vengono continuamente interrotte dagli show degli altri, dalla conferenza di Dr Millard, alle interviste in studio o in diretta alla madre.

Il ritmo del montaggio scenico è molto incalzante, soprattutto nella prima parte dello spettacolo, dove le riprese televisive proiettate e le scene agite dagli attori in carne ed ossa si avvicendano in modo assolutamente fluido. La tessitura performativa si sgrana un po' verso il finale dove la diretta interazione degli attori con il pubblico dilata i tempi e compromette l'organicità dell'insieme. Le spacconate del giornalista David (Matteo Angius) che prima di intervistare Donna ricostruisce gli eventi attraverso ritagli vari di giornale, e il passaggio in platea di Lynn ubriaca, con il calice della vittoria elettorale in mano, stridono con la perfetta miscelatura di linguaggi teatrali e televisivi che caratterizza gran parte dello spettacolo. Un innesto particolarmente ben riuscito anche grazie alla flessibilità attoriale e alle doti interpretative di tutto il cast e all'azzeccata colonna sonora con materiali inediti di Subsonica.

Il testo pone infinite domande ma non giunge ad alcuna conclusione. Solo il marito di Donna, che accetta l'intervista di Kelly a patto di poter rispondere con un sì o con un no, è sicuro della colpevolezza della moglie. Donna viene rilasciata ma la sue ferite non si argineranno mai. Tutti giudicano e sono giudicati. Soprattutto il pubblico che imbottito di reality e talk show, si ostinaa chiedersi quale sia la verità, più o meno ignaro di essere co-protagonista della performance.Perché il fatto di cronaca è secondario rispetto allo studio della sua manipolazione mediatica e dei modi in cui può essere percepito.

 

Scheda tecnica
TAKING CARE OF BABY, di Dennis Kelly.

Traduzione: Pieraldo Girotto. Materiali sonori: Subsonica. Luci: Diego Labonia. Scene: Gianni Murro. Video: Lorenzo Letizia. Assistenza alle scene: Michela Bevilacqua. Organizzazione: Rosario Capasso. Cura: Valeria Orani.
Con: Isabella Ragonese,, Matteo Angius, Francesco Bonomo, Pieraldo Girotto, Francesca Mazza, Sandra Soncini. In video: Vinicio Marchioni, Fiammetta Olivieri, Paolo Perinelli. Regia di Fabrizio Arcuri.
Produzione: Accademia degli Artefatti-Napoli Teatro Festival, in collaborazione con: Teatro Stabile di Torino.

Al Piccolo Teatro Eliseo Patroni Griffi dal 7 al 19 maggio 2013.

Alle Fonderie Teatrali Limone, Moncalieri (Torino), dal 21 al 26 maggio 2013.

 

 

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