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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

The Old Woman, di Bob Wilson

Presentato in prima nazionale al Festival56 dei 2Mondi, The old woman di Bob Wilson con Mikhail Baryshnikov e Willem Dafoe è un meccanismo teatrale perfetto sotto il profilo formale, ma che alla lunga stanca lo spettatore per la sua frammentarietà drammaturgica. Wilson trasforma il racconto incompiuto di Daniil Kharms, adattato per la scena da Daryl Pinckney, in una sequenza di dodici sketch che assemblano con spirito beckettiano elementi del vaudeville, del music hall e del cinema muto. L'assurdo diviene puro nonsense attraverso l'insistita reiterazione di frasi e motivi e l'intero impianto narrativo risulta disorganico e, in alcuni punti, addirittura confuso. Abbagliato dalla indubbia fascinazione visiva della performance e dalla impeccabile interpretazione di due star internazionali di tale livello, lo spettatore si sente tuttavia escluso dal gioco teatrale, per la mancata comprensione di alcuni passaggi e per la noia prodotta dalla ripetizione compulsiva di gag.

L'idea di mettere in scena il racconto di Kharms è stata di Baryshnikov che da tempo sognava di lavorare su un testo russo. Il racconto è immerso in un'atmosfera vagamente kafkiana con echi di Dostoevskij e di Ionesco, e indizi che la vecchia signora possa simboleggiare la Russia stalinista che stroncò prematuramente la vita di Kharms. Il narratore è uno scrittore letteralmente ossessionato dalla presenza di una misteriosa signora. Quando, all'inizio, le chiede l'ora, nonostante il suo orologio non abbia lancette, la vecchia risponde che sono le tre meno un quarto. L' incontro produce uno scoppio a catena di macabri eventi che ha tutto il sapore di un'allucinazione. La comparsa della vecchia nell'appartamento dello scrittore, la sua morte apparente, il tentativo di lui di nascondere il cadavere di lei in una valigia.

Wilson non tiene conto dei dettagli dell'originale ed espunge alcuni episodi, ne cancella le poche tracce di naturalismo e trasforma il racconto in una sorta di partituta musicale coreografata. La schiera di personaggi del testo viene sostituita da una coppia che ricorda vagamente quella dei vagabondi di Aspettando Godot. Qui però è davvero difficile capire chi sia l'uno, chi sia l'altro. Nei loro identici completi neri, i volti satanici cristallizzati dalla biacca, i capelli impomatati alla ventitrè, Baryshnikov e Dafoe sono impegnati in movimenti speculari, cantano, ballano, ripetono a turno e a ritmi diversi le stesse battute in inglese e in russo, lanciano gridolini di orrore che traforano i timpani, brandiscono bastoni, trasportano valigie, impugnano pistole di cartone argentato. Peccato che la loro maestria attoriale venga sacrificata in un giocattolone performativo assolutamente autoreferenziale.

L'intento ludico di Wilson si deduce fin dall'inizio, osservando il raffinato sipario che riproduce una scena bucolica del diciottesimo secolo adulterata da disegni infantili e dai cut-out di unSignor Bonaventura in abiti vittoriani e di un cane rosso mugolante. Lo spettacolo strizza l'occhio al teatro di Jarry, di Artaud, Durremat e Ionesco, riducendone scherzosamente la dimensione esistenziale. Come sempre, Wilson scolpisce la scena attraverso un sapiente contrappuno di luci, forme, suoni e movimenti. Gli oggetti di scena grigi cambiano improvvisamente colore permettendo un continuo passaggio dalla bidimensionalità all'effetto tridimensionale. Telai di finestre piovono dall'alto come i mobile di Alexander Calder, arredi di scena sproporzionati o deformati vengono disposti e ridisposti da indaffaratissimi assistenti di scena. Enomi galline, orologi senza lancette, uccellini meccanici, ci sfilano davanti trasportandoci in una mirabolante Flatland in Technicolor. All'inizio lo sguardo è rapito ma poi si comincia a guardare l'orologio. L'Assurdo ha fatto il suo tempo e, soprattutto, la perfezione formale non può rimanere un involucro privo di sostanza narrativa.

 

Scheda tecnica

Interpreti: Mikhail Baryshnikov e Willem Dafoe. Ideazione, scene e luci: Rober Wilson. Musiche a cura di Hall Willner. Costumi: Jaques Reynaud. Lighting designer: A.J.Weissbard. Regia di Robert Wilson.

Prima nazionale, 12 luglio 2013, al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto.

 

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