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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Il guaritore, di Michele Santeramo

Più che a un medico o a un negromante, il protagonista de Il Guaritore di Michele Santeramo fa pensare a un demiurgo del teatro stralunato che cura il male di vivere dei suoi pazienti attraverso scambi di ruolo e incroci di trame che incastrano dolori opposti. Interpretato da uno straordinario Michele Sinisi, il mago della scena è un vecchio cieco e artritico che non ha neppure la forza di stare in piedi, ma che tuttavia sa mettere in scena la guarigione degli altri. Non ha la bacchetta magica ma sa che <che le storie non si incontrano più > e che per guarire le persone è necessario mettererle in relazione.

La commedia è in bilico tra realtà e visione onirica e mescola il tragico a una comicità a tratti grottesca. Dietro l' apparente leggerezza, la partitura drammatica punta il dito sul disagio di una società malata di solitudine dove ognuno è alla ricerca di un qualche Dulcamara dell'anima. L'urgenza di Santeramo è come sempre quella di raccontare il presente, ma questa volta va molto ben oltre La rivincita, dove i personaggi lottano contro il freddo, la disoccupazione e la burocrazia. La sofferenza interiore è intangibile e la scena si popola di personaggi alquanto bizzarri che sembrano sbucare dalla fantasia stessa del guaritore.


La scena è occupata da una lunghissima panca bianca che contrasta con il fondale nero dal quale spuntano i pazienti come fossero fantasmi. Dall'alto pendono, a mo' di ex-voto, le forografie incorniciate dei miracolati. Il guaritore, attaccato a una flebo e a una bottiglia di grappa, è assistito dal fratello che dirige le entrate e le uscite dei personaggi. Gli ultimi pazienti del saggio sona una donna incinta e una coppia senza figli. La prima vorrebbe liberarsi del feto che le ingombra la pancia, mentre la coppia è in crisi perché il marito ex pugile è diventato sterile a causa di un colpo basso. La soluzione suggerita dal guaritore, sin troppo semplice e banale, consiste nel passare il bambino da una donna all'altra. Ma la vera guarigione passa attraverso la parola. I pazienti vengono costretti a raccontarsi a vicenda le loro storie, a dar voce ai loro tormenti e ai loro desideri, a mettere a confronto le loro angosce. Come i sei personaggi pirandelliani, queste figure irrisolte, un po' surreali e naif, sono sollecitate a rappresentare la loro storia. A volte sono costretti a ritirarsi nelle loro stanze per guadarsi dentro e riflettere su se stessi per poi potersi raccontare. Altre volte per confrontarsi e condividere il peso della loro infelicità. Non sappiamo, e poco importa, cosa pensino o cosa si dicano dietro le quinte, ma quando rientrano in scena sono forse giunti, chi più chi meno, ad una dolorosa accettazione di se stessi.

Il testo (vincitore del Premio Riccione 2011), è forse il più profondo e maturo dell'autore pugliese. Come nelle precedenti commedie, la stuttura consiste in una sequenza di brevi scene scandita dall' andirivieni deipersonaggi che dialogano in coppia o in piccoli gruppi, oppure si lanciano in soliloqui rivelatori. La cifra stilistica di Teatro Minimo (fondato da Santeramo e Sinisi nel 1994) non viene alterata più di tanto. La pièce rimane un gioco teatrale ironico e amaro al contempo. Ma la scrittura appare più ellittica, instabile e ricca di significati più o meno sotterranei, spesso camuffati da un apparente nonsense

La regia di Leo Muscato asseconda con precisione i tempi e i sottintesi del testo lasciandone emergere i plurimi risvolti drammatici. Alcune soluzioni sceniche sono di grande impatto, come l' apparizione delle due donne bendate e il colpo finale inferto a distanza dal pugile per liberare il guaritore dal peso di una vita schiacciata dalle sofferenze altrui. I dialoghi alternano ritmi serrati a brevi rallentamenti e l'azione lascia spazio a vuoti e silenzi che sollecitano l'immaginazione dello spettatore. Il guaritore è l 'unico personaggio a tutto tondo, mentre sono figure volutamente piatte e senza nome. Potrebbero essere ognuno di noi, perchè il loro è un male sociale che ci riguarda tutti. In questo senso Il Guaritore è un atto di fede nel teatro, uno dei pochi luoghi di condivisione dove gli attori porgono uno specchio di fronte al pubblico.

 

Il Guaritore

di Michele Santeramo.

Scene e costumi: Federica Parolini.

Con: Vittorio Continelli, Simonetta Damato, Gianluca delle Fontane, Paola Fresa, Michele Sinisi.

Regia di Leo Muscato.

Visto al Teatro Valle Occupato di Roma nel gennaio 2014.

 

 

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