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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Educazione siberiana, di Nicolai Lilin e Giuseppe Miale di Mauro

Impresa davvero coraggiosa e non priva di rischi, quella di adattare per la scena il romanzo cult di Nicolai Lilin, Educazione siberiana, ma il regista Giuseppe Miale di Mauro è comunque riuscito a contrarre le oltre trecento pagine del libro in uno spettacolo di novanta minuti filati, avvalendosi della collaborazione del giovane autore russo-italiano.

Il taglio drammaturgico conferisce una certa linearità ad un racconto fatto di ricordi, aneddoti e divagazioni sulla storia di una piccola comunità di ribelli, i <criminali onesti> di Forte Basso, relegati dal regime stalinista ai margini della Siberia. I dialoghi sono agili, ruvidi e tutt'altro che letterari, ma l'impianto della piéce conserva un'impronta fortemente narrativa, con tanto di breve introduzione storica pronunciata da una voce fuori campo mentre gli attori occupano la scena in silenzio.

La regia punta l'obiettivo sulla tragedia di una famiglia guidata da un ex combattente, Nonno Kuzja, che sostiene la figlia vedova tentando di trasmettere ai nipoti i valori e i codici morali del passato. Ma i giovani, compreso il minorato mentale Nixon che parla in inglese di libertà e democrazia, ricorrono il Sogno Americano, fatto di televisione, McDonald, jeans e soldi a volontà.

I vertiginosi salti temporali che attraversano il romanzo vengono ridotti a un semplicistico confronto contrastivo tra passato e presente, tra un codice etico antico, fatto di religione, armi, tatuaggi sul corpo e di violenza contro chiunque reprima la libertà dell'individuo, e il nuovo miraggio della ricchezza ottenuta senza sforzi, anche a costo di svendere la propria libertà o di macchiarsi le mani di sangue.

La scena claustrofobica di Carmine Guarino è divisa a metà da una parete apribile che separa il focolare domestico dal mondo esterno dominato dal crimine e dalla corruzione. A ridosso del procenio, campeggiano gli arredi della casa, un tavolaccio e qualche sedia, una macchina da cucina arruginita e una sorta di teca foderata di velluto rosso strapiena di icone, picche e candele. E' il luogo intimo degli affetti dove il saggio Kuzja (interpretato da un austero Luigi Diliberti perfettamente calato nella parte) impartisce lezioni di vita ai recalcitranti Yuri e Boris secondo i ferrei codici comportamentali degli Urka siberiani.

A fasi alterne la parete di fondo si apre sul retroscena rialzato, per rivelare scene di assalti, di tortura e di morte. Il montaggio risulta a tratti macchinoso e il flusso delle azioni ogni tanto si inceppa, rallentando il passo al crescendo di violenza e di tensioni. Il commento sonoro, pressochè costante, mescola ritmi hard rock a musiche solenni per sottolineare le diverse atmosfere. Lo stesso vale per l'uso delle luci che squarciano la scena con tagli decisi, contrasti chiaroscurali caravaggieschi o fasci di luce rossastra che intensificano visivamente gli stati d'animo.

Non convince del tutto l'interpretazione che sacrifica l' introspezione psicologica dei personaggi. La Madre di Elsa Bossi è una mater dolorosa piuttosto stereotipata. Le sua disperazione è tanto esasperata nei toni da risultare artificiosa. Gli attori più giovani si sforzano di entrare nei loro personaggi senza riuscire a pieno nell'intento. Yuri, il fratello ribelle interpretato da Francesco Di Leva, rimane imbalsamato nel suo ruolo di uomo duro, disposto anche a uccidere il fratello pur di raggiungere i suoi scopi. Nixon, l'agnello sacrificale ucciso dai militari, è poco più di una caricatura tragica. Più credibile è il Boris di Adriano Papaleo, il fratello giusto che aderisce ai codici morali della comunità a costo della sua vita.

Nel complesso la pièce rimane intrappolata in un certo schematismo didascalico e, soprattutto, rimane ancorata a impostazioni registiche e modalità recitative tipiche di certi spettacoli di decenni fa.

 

Scheda tecnica

EDUCAZIONE SIBERIAN, di Nicolai Lilin e Giuseppe Miale di Mauro. Da un'idea di Francesco Di Leva e Adriano Pantaleo. Scene: Carmine Guarino. Musiche: Francesco Forni. Luci: Luigi Biondi. Costumi: Giovanna Napolitano. Cura del movimento: Roberto Aldorasi.  Produzione: Fondazione del Teatro Stabile di Torino, Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Emilia Romagna Teatro Fondazione, in collaborazione con NesT (Napoli est Teatro).

Prima nazionale: 26 febbraio 2013, al Teatro Cavallerizza di Torino.

In scena al Piccolo teatro Eliseo patroni Griffi di Roma fino al 16 febbraio 2014.

 

 

 

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