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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Il "Natale in casa Cupiello" rivisitato da Latella

 

In occasione del trentesimo anniversario dalla morte di Eduardo, il Teatro Argentina ospita sino al primo gennaio 2015 la conturbante versione del popolarissimo Natale in Casa Cupiello firmata da Antonio Latella. <Orfano> e non <erede >, come lui stesso si definisce, del grande drammaturgo napoletano, il regista campano violenta il testo in modo estremo per restituirne i significati più profondi alla modernità. Insieme alla dramaturgin Linda Dalisi, Latella scardina il realismo della commedia, in favore di una rappresentazione epica e allegorica dello scontro tra disfacimento familiare e sociale e il sogno di cartapesta di Luca Cupiello, simboleggiato da quel presepe che ogni anno prepara con meticolosa cura per attrarre l'attenzione dei familiari su di sè e per dar forma a quei valori di armonia e di speranza che si sono irrimediabilmente dissolti sia nell'ambito familiare che in quello sociale. Nonostante gli stravolgimenti delle forme teatrali, le elisioni e le interpolazioni, nulla si disperde della vicenda. Luca continua a chiedere al recalcitrante Tommasino se gli piace " 'o presepe", la moglie Concetta cerca di smussare i contrasti tra padre e figli, tra lo zio Pasquale e il nipote e consola la figlia Ninuccia infelicemente sposata al ricco commerciante Nicola Percuoco che lei tradisce con il giovane Vittorio Elia. Ma il lavoro di Latella non riproduce il testo. Lo frantuma e lo ricostruisce all'interno di una forma teatrale destabilizzante, complessa e stratificata, con rimandi brechtiani, kafkiani e contaminazioni melodrammatiche.

La pièce si divide in tre atti assolutamente diversi tra loro sul piano stilistico formale. Nel primo predomina la parola, nel secondo l'immagine e il movimento e nel terzo l'elemento musicale.

Quando il sipario si apre disvela tutti i personaggi schierati in fila a un passo dal proscenio. Sono vestiti di nero e indossano mascherine per dormire che si tolgono quando giunge il momento di pronunciare le loro battute. Un'immensa stella cometa fatta di fiori gialli scende alle loro spalle carica di funesti presagi. Gli attori rimangono immobili per tutta la durata del primo atto e dicono didascalie e battute senza flettere mai la voce. Luca/Eduardo di bianco vestito scrive il testo nell'aria specificando la natura di ciascun accento (grave, acuto o circonflesso). Il processo di straniamento è radicale ma l'atonia delle battute nude e crude contribuisce a chiarire il complesso meccanismo delle dinameche familiari.

Più simbolico e a tratti oscuro appare il secondo atto, una coreografia macabra danzata dagli attori sulle note di una musica metallica. Ogni tanto parte uno stacco della registrazione della voce di Eduardo / Luca Cupiello che lamenta di dover ricostruire da capo il presepe fatto a pezzi dalla figlia. La scena visionaria è dominata dall'immagine di Concetta che trascina un carro domestico e funebre insieme, con sopra una grande teca-cassa.Come Madre Coraggio è lei che deve trainare il peso di una famiglia alla deriva. Gli altri personaggi fanno roteare in aria degli enormi fantocci animaleschi - polli, capponi, agnelli, capretti, maiali e un dromedario- con i quali si identificano e nei quali si trasformano. Una sorta di metamorfosi kafkiana che trasforma la famiglia in una comunità animalesca dove si consumano violenze di ogni genere. Dagli insulti alle maldicenze reciproche, dal tradimento coniugale di Ninuccia alla violenza sessuale su di lei da parte del marito a sfregio dell'amante.

L'ultima parte, subito dopo l'intervallo, si incentra sul delirio di Luca morente. Ha smesso di fare il presepe per divenirne parte . Il corpo nudo del padre morente disteso su una mangiatoia ha preso il posto di Gesù Bambino. Lo spettacolo prende una piega operistica con l'igresso del Dottore (Maurizio Rippa) che intona "la calunnia è un venticello" dal Barbiere di Siviglia rossiniano. Ma poi imbocca la strada del Requiem. Tommasino dice al padre che gli piace <'o presepe> prima di soffocarlo a morte con un cuscino sul volto. Il gesto parricida che nel testo originale è soltanto alluso trasforma la commedia borghese in una tragedia grottesca del XXI secolo. Con tutti i suoi eccessi e le sue licenze, lo spettacolo è di forte impatto e inventiva scenica. Sicuramente dividerà il pubblico, ma di certo lascerà il segno.

 

Scheda tecnica

NATALE IN CASA CUPIELLO,
di Eduardo De Filippo. Drammaturgia del progetto: Linda Dalisi. Scene: Simone Mannino e Simona D'Amico. Costumi: Fabio Sonnino. Luci: Simone De Angelis. Suono: Franco Visioli. Assistente alla regia: Brunella Giolivo, Michele Mele. Assistente volontaria: Irene Di Lelio. Con: Francesco Manetti, Monica Piseddu, Lino Musella, Valentina Vacca, Michelangelo Dalisi, Francesco Villano, Giuseppe Lanino, Leandro Amato, Maurizio Rippa, Alessandra Borgia, Annibale Pavone, Emilio Vacca. Regia di Antonio Latella.

Produzione Teatro di Roma.  Al Teatro Argentina di Roma dal 3 dicembre 2014 al 1 gennaio 2015.

 

 

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