Statistiche dal 2010

Visite agli articoli
4402445

Abbiamo 148 visitatori online

Cerca nel sito

Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

Fogli e Parole d'Arte

non ha scopo di lucro, non propone alcuna pubblicità e ha come unico interesse la diffusione della cultura.
Pertanto, le immagini pubblicate si attengono all'a
rticolo 70, comma 1bis della legge sul diritto d’autore, dove si afferma che è possibile la "libera pubblicazione attraverso la rete Internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro".


Iscriviti al nostro
canale WhatsApp
sul cellulare

 - Nuova informativa sui cookie -

 


Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Il Diario di Mariapia, di e con Fausto Paravidino

 

E' possibile rappresentare la malattia terminale della propria madre senza rimanere intrappolati nella rete dell'autoreferenzialità?  Come si fa a rappresentare se stessi alle prese con l'agonia di chi si ama visceralmente ? Fausto Paravidino si è davvero messo alla prova scrivendo e inscenando Il Diario di Mariapia, uno spettacolo coraggioso in cui la scrittura drammaturgica dell'autore si innesta nelle parole che sua madre gli ha dettato prima di morire a mo' di testimonianza da trasmettere ad altri, una sorta di diario pubblico in cui si parla di ciò che si prova nella fase finale di una malattia mortale.

Lo spazio scenico è geometrico ed essenziale: una pedana ellittica occupata al centro dalla sedia a rotelle dove un' intensa Monica Samassa interpreta Mariapia, uno schermo circolare alle sue spalle e due sedie poste specularmente in ascolto di fronte a lei. Sugli schienali sono ripiegati tutti i costumi che Fausto Paravidino e Iris Fusetti, sua compagna nella vita e sulla scena, indosseranno a vista per interpretare se stessi e gli altri persoggi che ruotano intorno al trono della donna immobilizzata dalle metastasi. Sono lo zio Cesare, fratello di Mariapia, il neurologo, Marta, la sorella di Fausto, l'oncologa Paola Varese e una buffissima fisioterapista.
I dialoghi tra questi personaggi laterali sono estremamente comici e servono a sdrammatizzare in modo ironico il pathos tragico che attraversa la pièce. La narrazione in terza persona si alterna a veloci scambi di battute e agli stralci di monologo interiore di Mariapia. Momenti di altissima verità e di intensa poesia convivono con scene troppo spesso caricaturali che il più delle volte stridono, invece di amalgamarsi, con il dramma centrale. La commistione di generi non sempre funziona perché la comicità invece di scaturire spontaneamente dal tragico, vi si sovrappone artificialmente, come per sventare il pericolo di scadere nel patetismo sentimentale.

Il testo che Mariapia morente detta al figlio è l'elemento più autentico dell'intero spettacolo. L'immagine del mare di <ovatta bianca> che abita la sua mente, quella del <rullo compressore> della malattia che le impedisce di sognare e a volte anche di pensare colpiscono la sensibilità dello spettatore scaraventato di fronte all'annichilimento del sè provocato dall'apressarsi della morte. Mariapia ricorda soltanto alcuni frammenti di vita vissuta insieme al marito e ai figli. Piccoli gesti, microscopici piaceri che danno senso a una esistenza ormai giunta al suo termine.
La donna rimpiange di aver studiato troppo perché ora tutta quella cultura non le serve più a niente. Il racconto di Mariapia è vero, diretto, per niente patetico. Sarebbe suonato come grido assoluto di dolorosa impotenza di fronte alla morte se non fosse stato incorniciato da scenette familiari tanto particolari e personali da scalfire l'oggettività di cui il teatro ha bisogno per farsi universale. Le scene di contorno sono troppe e intorpidiscono lo scorrere dell'azione che, soprattutto nella seconda parte, arranca verso il finale. Fausto è poco credibile nella parte di se stesso al capezzale della madre forse perché l'attore sta ancora tentando di comprendere chi veramente fosse e cosa veramente provasse durante il suo soggiorno al reparto di oncologia dell'Ospedale Civile di Ovadia.

 

Scheda tecnica

Il diario di Mariapia, di Fausto Paravidino. Con Fausto Paravidino, Iris Fusetti, Monica Samassa. Regia di Fausto Paravidino. Produzione: Teatro Regionale Alessandrino. Foto di Manuela Giusti. Al Teatro Orologio di Roma dal 13 al 25 gennaio 2015.

Prima nazionale: 10 dicembre 2011 al Teatro Sociale di Valenza (AL).

abbiamo aggiornato l'informativa sui cookie