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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Bilal. Nessun viaggiatore è straniero, con Leonardo Capuano

Tratto dal libro del giornalista dell'Espresso Feabrizio Gatti Bilal. Viaggiare, lavorare, morire da clandestino (Premio Terzani 2008), Bilal è uno spettacolo di denuncia di scottante attualità. La pièce in forma di teatro di narrazione oltre ad apparire piuttosto frammentaria, pecca di un eccessivo carattere cronachistico che stempera la drammaticità che si richiede a teatro. La natura troppo documentaristica del testo teatrale sembra inoltre sovrastare e sminuire l'indubbio talento artistico di un attore come Leonardo Capuano. Lo spettacolo ideato e diretto da Annalisa Bianco, assembla passaggi narrativi o descrittivi con dialoghi diretti tra personaggi a volte senza nome. La voce di Gatti che si è travestito da clandestino per ripercorrere le tappe dell'odissea di milioni di persone che rischiano la morte pur di giungere in Europa, si sovrappone e si confonde con quella degli africani che ha incontrato lungo il suo cammino. Quella degli autisti, dei poliziotti, dei migranti stessi. Brani del testo vengono detti da una voce fuori campo, e quella di Capuano è a volte coperta da stacchi di telegiornale.

L'agghiacciante testimonianza si inpingua di troppe informazioni che, oltre a lasciare un retrogusto del già sentito, rischiano di trasformare l'interprete in un portavoce. Peccato perché Capuano è un attore profondo, capace di dar corpo e sostanza al dolore come pochi altri della sua generazione. In Bilal ci riesce solo a tratti.

L'inzio è intenso e folgorante. A scena buia, si odono il fragore del mare, le grida indistinte, il chiacchiericcio in dialetto siciliano di chi ha avvistato <qualcosa a mare>. Poi, avvolto da una luce bluastra e da una coperta bianca, compare Bilal, uno dei tanti naufraghi che entra <nella gabbia di Lampedusa>. Oltre quel cancello tutti cessano di essere individui e Capuano lo dice con un'intensità drammatica che arriva al cuore. La sua voce riesce a trasmettere la tragica ineluttabilità del destino di tutti quelli che si imbarcano su rottami destinati ad affondare.

Con un rapido flashback la scena si sposta in Africa da dove ha inizio il viaggio del giornalista insieme a migliaia di disperati. E da qui in poi l'attore è costretto a declinare una serie di fatti e di statistiche. Treni inesistenti, autobus che non si sa quando partono, autobus che brancolano sotto il peso del carico umano, che si sfasciano o che vanno a sbattere contro una pietra nel deserto. I poliziotti ai posti di blocco che fanno scendere i poveretti, li frustano e poi si fanno pagare per lasciarli andare. La voce fuori campo di un africano spiega a modo suo come vengono organizzati i viaggi. Ma la verità è un'altra. Dalla capitale del Niger alla Libia ci sono dodici posti di blocco dove i poliziotti rapinano i viaggiatori. Le donne pagano il viaggio in natura e se giungeranno mai in Europa saranno costrette a prostituirsi. Capuano dà voce a tante voci in una polifonia indistinta. Modula tonalità, passa dal grido al bisbiglio per dar corpo alla fatica, all'umiliazione, all'azzeramento dell'umano. Insomma, fa quello che può con un testo che anche in scena rimane sostanzialmente giornalistico.

 

Scheda tecnica

BILAL. NESSUN VIAGGIATORE E' STRANIERO.  Tratto dal libro Bilal. Viaggiare, lavorare, morire daclandestini di Fabrizio Gatti.  Uno spettacolo di Annalisa Bianco. Disegno luci: Andrea Guideri. Con Leonardo Capuano. Regia di Annalisa Bianco. Produzione Egumteatro Lo Stanzone delle Apparizioni. 
Al Teatro India di Roma dal 20 al 22 febbraio 2015.
Prima nazionale: 12 aprile 2014 al Teatro Comunale Vittorio Alfieri, Castelnuovo Berardenga, Siena.

 

 

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