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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Shakespeare re di Napoli, di Ruggiero Cappuccio

 
L'arte teatrale è per sua natura transitoria. In primo luogo perché si consuma nel suo farsi e poi perché più delle altre arti è soggetta alla tirannide del tempo. Gli stili recitativi, le tecniche scenografiche e le modalità registiche sono legate alle contingenze dell'oggi e quindi soggette a più rapidi mutamenti. I grandi testi teatrali sopravvivono grazie al libro stampato, ma gli spettacoli si dileguano nell'oblio a meno che non vengano immortalati da qualche filmato che spesso non rende giustizia alla rappresentazione. Il più delle volte accade che spettacoli un tempo apprezzati, rivisti in video a distanza di anni deludano la memoria degli spettatori.

Per fortuna ci sono delle eccezioni e Shakespeare re di Napoli, scritto e diretto da Ruggiero Cappuccio, è un esempio lampante di come uno spettacolo riesca a non dimostrare i suoi anni pur non essendo sostenuto da una ricca produzione. Dall'esordio al Festival di Sant 'Arcangelo nel lontano 1994 a oggi lo spettacolo, in scena al Teatro dei Conciatori fino al 26 aprile, non ha perso il suo originario vigore e il suo potere di coinvolgere il pubblico nell'universo immaginario della pièce. I due bravissimi attori Claudio Di Palma nella parte di Desiderio e Ciro Damiano in quella di Zoroastro, hanno qualche capello bianco in più, ma l'intensità, la naturalezza e la spontaneità della recitazione sono quelle di sempre e continuano a catturare la sensibilità e la fantasia dello spettatore.

Il palcoscenico illuminato da luci caravaggesche è occupato da pochi oggetti: due bauli, una botte, qualche maschera da Commedia dell'Arte sparsa qua e là. Come ai tempi di Shakespeare, la rappresentazione è tutta sulle spalle degli attori e richiede un'attiva partecipazione immaginativa da parte del pubblico.

Tutto incentrato sull'arte teatrale e sulla potenza della parola poetica, lo spettacolo si inserisce nella vessata questione dell'identità del misterioso W.H. al quale sono dedicati i Sonetti scespiriani. Ruccello scavalca la disputa tra i Pembrokiani e i sostenitori del Conte di Southampton per abbracciare l'intuizione di Oscar Wilde che nel racconto The Portrit of Mr. W.H. identifica il fair friend con un certo Willy Hughes, un boy actor al quale Shakespeare avrebbe affidato le parti femminili di Giulietta, Viola, Ofelia e Desdemona. Desiderio si identifica con Willy Hughes ma la sua storia ha la stessa consistenza di un sogno nel senso scespiriano del termine. All'inizio della pièce lo si vede naufrago sulla costa della baia di Napoli dove ritorna dall'Inghilterra per sfuggire alla peste. E' in uno stato confusionale e fa pensare a Viola de La dodicesima notte o ai naufraghi de La tempesta perchè la terra dove approda è una terra immaginaria dove sogno e verità spesso coincidono. Nella sua mente è vivo il ricordo di un lontano Carnevale durante il quale Shakespeare mascherato da Vicerè lo notò nella sala di un castello e lo prescelse per fargli recitare ruoli congeniali a <un guaglione ca de masculo e de femmena la faccia tenesse>. Ora vorrebbe tanto che anche il drammaturgo fosse sbarcato di nuovo a Napoli e manda al castello il suo amico Zoroastro vestito da dama per verificarne la presenza.

Scritta in un musicalissimo napoletano neobarocco che si distende nelle ampie sonorità di endecasillabi e settenari, la pièce è un lungo bisticcio tra Desiderio e Zoroastro, profondamente lirico e comico allo stesso tempo. L'alchimista Zoroastro è un <attore de' mbruoglie “, che riaggiusta matrimoni con le sue pozioni magiche fasulle. Desiderio è o vorrebbe essere un attore che fa coincidere la vita con il teatro. Il boy actor che si ripete come fossero una ninna-nanna alcuni sonetti mirabilmente tradotti in napoletano (sono i numeri 3, 14, 30 e 153 ). Sonetti che parlano della lotta tra Tempo e Bellezza e del potere dell'arte di garantire l'eternità. Zoroastro non lo capisce, non gli crede, scherza e lo prende in giro. Desiderio vuole essere creduto a ogni costo. Ogni tanto i due amici giocano a fare teatro nel teatro. Desiderio finge di morire più volte e Zoroastro ci casca ogni volta. Quando l' amico muore davvero sulle prime stenta a crederlo ma alla fine pone una grossa cornice intorno al corpo esanime trasformandolo in un'opera d'arte.

Nonostante le difficoltà linguistiche, molto ridotte dalla sapienza attoriale degli interpreti, lo spettacolo scorre liscio in un agile alternanza di rapidi botta e risposta e di lunghi monologhi dove la lingua si distende per dar forma ricordi e visioni.

 

Scheda tecnica 

SHAKESPEARE RE DI NAPOLI di Ruggiero Cappuccio. Scene e costumi: Carlo Poggioli. Luci: Giovanna Venzi. Musiche: Paolo Vivaldi. Con Claudio Di Palma e Ciro Damiano. Regia di Ruggiero Cappuccio. Al Teatro dei Conciatori di Roma dal 7 al 26 aprile 2015.    

 

                   

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