Statistiche dal 2010

Visite agli articoli
4393063

Abbiamo 275 visitatori online

Cerca nel sito

Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

Fogli e Parole d'Arte

non ha scopo di lucro, non propone alcuna pubblicità e ha come unico interesse la diffusione della cultura.
Pertanto, le immagini pubblicate si attengono all'a
rticolo 70, comma 1bis della legge sul diritto d’autore, dove si afferma che è possibile la "libera pubblicazione attraverso la rete Internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro".


Iscriviti al nostro
canale WhatsApp
sul cellulare

 - Nuova informativa sui cookie -

 


Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Dalla Guerra alla Luna, il ritorno dell’ishoku kisai sabaudo

 

Il richiamo al genio di Tezuka sorge spontaneo nell’ascoltare le infinite varietà che caratterizzano il recente EP live: ‘Dalla Guerra alla Luna’ di Daniele Celona, cantautore torinese che abbiamo incontrato per approfondire la magia che si cela dietro ai suoi testi e per scoprire qualcosa di più sui processi che portano alla loro stesura.

Per svariati lustri la scena musicale torinese ha visto imporsi nomi e dato origine a fuochi fatui, in egual misura, quasi a confermare che – laddove c’è fermento – a volte vengono a mancare reali colpi di scena.

Ma i colpi di scena si sa, sono tali proprio perché arrivano all’improvviso, senza chiedere permesso e in tutta la loro potenza. E’ il caso di Daniele Celona, torinese con origini sarde e siciliane, pluristrumentista e raffinato poeta, con all’attivo collaborazioni con i Nadar Solo, Levante e Capovilla, solo per citarne alcuni. Celona è diamante indipendente all’interno del cantautorato rock italiano che spesso vive di retaggi del passato, ma di cui lui sa essere splendido presente.

La delicatezza e la ferocia (dicotomia che contraddistingue i suoi brani) trovano – tuttavia - la loro massima espressione nella performance dal vivo, dove è possibile apprezzarne il virtuosismo e le inconfondibili atmosfere regalate dalla teatralità della sua voce. Ne è chiaro esempio l’EP live di recente uscita: Dalla Guerra alla Luna che regala chicche registrate lo scorso 15 aprile al Diavolo Rosso di Asti, nonché un brano al Traffic Festival ed uno per Lohma.

I brani di Celona scuotono e la peculiarità della loro energia è quella di saper rimanere intatta anche dopo molteplici ascolti. La totale assenza di mezzi termini li rende capaci di accanirsi contro l’establishment od orchestrate trame complesse e struggenti, dando voce – anche in un solo testo – a più personaggi; le cui anime vengono analizzate al microscopio dei loro rapporti interpersonali, ma sono altresì proiettate verso la macro prospettiva dell’ambiente che le circonda. La ricercatezza e le ottiche scelte per descriverle hanno un gusto cinematografico e svelano capolavori rari.

Molto è già stato detto sulla bellezza dei pluripremiati: Fiori e Demoni ed Amantide Atlantide, i suoi primi due album, tuttavia vogliamo qui affrontarli – grazie al suo aiuto – soprattutto dal punto di vista della straordinaria qualità dei testi, nonché al lavoro che ha condotto alla realizzazione dei videoclip.

 

1. Partirei dai videoclip tratti dai tuoi brani, per chiederti qualcosa in più sul processo che porta alla traduzione dei tuoi testi in immagini così suggestive. In che modo contribuisci alla loro pianificazione e realizzazione?

Quando avevo smesso di suonare in pubblico ho comunque realizzato due video. Questo la dice lunga sul mio amore per questa forma espressiva. Scelgo il regista a priori e per adesso l’istinto mi ha sempre aiutato. Ho avuto culo, assai.

Ci si trova per parlare della sceneggiatura. Normalmente sono enne aperitivi in cui ci scambiamo, suggeriamo e bocciamo idee a vicenda. Possono essere delle sessioni Skype, nel caso la distanza sia considerevole. Questa fase dialettica e creativa è forse la più importante, quella che può segnare la differenza con un “trattamento” standard proposto senza che ci sia reale conoscenza reciproca e del brano da rappresentare.

Poi ci sono le riprese. I budget sono sempre risicati al massimo. L’ingrediente segreto è che chiunque sul set deve metterci del suo per rendere al massimo e sopperire alla mancanza di mezzi. Si improvvisa tanto, si risolvono guai, si inventano dei percorsi alternativi.

In alcuni video eravamo in due/tre. In altri casi c’era un minimo di troupe e di aiuto. Il concetto non cambia.

E poi il montaggio. A parità di girato potrebbe uscire ogni volta un video diverso a seconda di chi unisca le immagini. Anzi, la stessa persona potrebbe dare vita a due prodotti completamente diversi se lo facesse in un momento differente o con uno stato d’animo mutato. Questo stato di incertezza mi esalta, mi dà l’idea di manipolare del mercurio, di giocare con l’alchimia. Me lo voglio godere fino in fondo e quindi faccio il rompiscatole anche in questa fase. Fino ad oggi è una politica che ha pagato.

 

2. Il Piemonte, la Sardegna, la Sicilia. In che dosi e in che modo pensi influenzino la tua scrittura?

Siamo figli dei nostri incontri e dei nostri viaggi, degli ambienti e del clima in cui ci siamo ritrovati a respirare. Gli orizzonti su cui abbiamo posato gli occhi possono aver aperto dei lucchetti. Altri orizzonti, interni. La Sardegna ha fatto questo con me. Da un lato il mare investe tutti i tuoi sensi, senza scampo. Ma io ho avuto anche la fortuna di passare le mie estati a S. Anna Arresi che è sede di un festival internazionale di Jazz tra i più importanti in Italia: Ai confini tra Sardegna e Jazz. Ho visto e ascoltato a pochi metri di distanza buona parte dei mostri sacri del genere, su praticamente ogni strumento. Ed è una magia che mi porto dentro. Senza dimenticare i cantatori in lingua sarda. I nostri veri campioni di improvvisazione in rima, ben prima che hip-hop e gare di free-style prendessero piede.

La Sicilia è l’isola di mio padre. Forse per il non facile rapporto che abbiamo io e lui, ho finito per frequentare poco questa splendida isola. Qualche ricordo infantile di Taormina e poco più. Ho suonato una sola volta a Misterbianco, con Levante, toccata e fuga in aereo.

Devo scoprirla o meglio riscoprirla. Questo agosto sarò all’Indiegeno Fest di Tindari e conto di fermarmi qualche giorno.

 

3. La caratteristica evocativa dei tuoi testi è tale da non dare tregua all'ascoltatore. La narrativa che ti contraddistingue è di una precisione chirurgica. Ci sono state letture in particolare che pensi abbiano avuto un peso sul tuo stile e/o contaminazioni anche dal mondo dei fumetti di cui sei appassionato? Credi ci siano brani in cui quest'influenza si faccia sentire in modo più prepotente?

Tutto quello che assorbi rientra a diverso titolo nella tua scrittura, spesso in modo inconscio.

Non sono un lettore così costante in realtà. Mentirei spacciandomi per tale. Passo lunghi momenti di autoreferenzialità, di non nutrizione, di chiusura rispetto a libri e dischi e alle novità in genere.

Sono fasi che si alternano ad altre in cui al contrario divoro uno scrittore o un autore. E’ uno degli enne aspetti non equilibrati della mia vita. Amo scrivere in prima persona, far parlare diversi personaggi. E’ come spostare la telecamera e cambiare la voce fuori campo.

Su questo aspetto, Allan Poe ha senz’altro influito.

Fumetti e anime sono poi in ampia misura presenti nei miei testi. Talvolta nascosti, talvolta apertamente citati.

 

4. Tu scrivi anche in lingua inglese. Aldilà dell'oggettiva differenza nell'adattare una lingua germanica ed una latina; le carte in tavola cambiano quando utilizzi questa o quella lingua dal punto di vista di ciò che vuoi esprimere? Hai intenzione di proporre di nuovo qualcosa in inglese dopo Distance?

Ho una dozzina di brani in inglese, sono nel cassetto e credo lì rimarranno. E’ stato solo un esperimento, un mettermi alla prova per capire se potevo farlo. Dei testi scritti sono soddisfatto, ma a un certo punto il senso del pudore per una pronuncia che ritengo comunque troppo debole, mi ha portato a decidere di non cantare più in tale lingua.

 

5. A proposito di Amantide Atlantide vorrei discutere con te di un brano meravigliosamente complesso come Johannes che - come tutti i capolavori che si rispettino - cela qualcosa di nuovo ad ogni ascolto. Trovo molto affascinante la scelta di avere più punti di vista: il seduttore, il sedotto, l'antagonista... E’ un testo che ha richiesto maggiore attenzione, proprio perché comprende ottiche così diverse (pare – addirittura - dar voce soprattutto a Cordelia) e prende il titolo dal protagonista del Diario del Seduttore di Kierkegaard?

Johannes è stata una montagna da scalare, lo dico sempre. Bufere, alternate a notti stellate durante la salita, sia in scrittura che in arrangiamento. Sono fiero della sceneggiatura, con quelle voci narranti diverse e quegli altrettanto diversi punti di vista. Credo sia la vetta testuale di questo disco così come Ninna Nanna lo è per il primo. Il Diario del Seduttore fa chiaramente da sfondo a questo brano, per quanto la vicenda narrata sia qui liberamente interpretata.

 

6. Fiori e Demoni ed Amantide Atlantide sono album diversi tra loro nella forma, nei contenuti, nell’uso della voce… pur mantenendo un filo conduttore. Pensi che il tuo approccio ai testi sia cambiato (e continui a cambiare) nel tempo? Hai già idea di quale direzione potrebbe prendere il tuo prossimo lavoro, in tal senso?

L’approccio di base, a veder bene, non dovrebbe cambiar mai e si traduce nel fare sempre quello che senti tuo a istinto in quel momento. Io vedo un filo rosso molto netto che lega i primi due dischi. Sono figli della medesima attitudine. Nati e cresciuti tra le solite mille difficoltà che il cercar di far musica comporta. Riguardo il terzo, al momento non so davvero quali e quanti vestiti indosserà. Ho frammenti acustici, parti scritte col synth o al piano, così come riff fuzzosi rumorosissimi. La mia preoccupazione semmai è che questa volta dovrò scrivere con tempi contingentati. Non l’ho mai fatto, ho sempre lasciato il materiale a riposo senza forzare la mano. Vedremo.

 

7. So che stai anche lavorando ad un romanzo. Posso chiederti a che punto è? Avremo presto modo di leggerlo?

Sono fermo. Mi manca il tempo. Quattro capitoli in tutto. E’ solo un chiodo che sento di dover piantare presto o tardi. Non ho pretesa o ambizione letteraria. Certo sarebbe bello potermi ritirare in tranquillità e finirlo, ma al momento non è possibile. Alcuni dei personaggi del romanzo sono poi finiti dentro un paio di canzoni, credo li troverete prima in forma canzone che su carta.

 

8. A questo proposito, pensi che potrà – poi – essere al centro di un reading come Denti Guasti; progetto cui hai lavorato con De Simone e Capovilla, in passato?

Non ti nascondo che mi piacerebbe. Girare senza strumenti in spalla. Leggere e basta per un po’ di incontri.

 

9. L’omaggio a Verne nel titolo del tuo primo EP dal vivo rimanda al viaggio e la dimensione live – di fatto – lo è. Consapevole di questo, cosa cambia per te a prodotto finito sapendo di avere avuto un palco anziché uno studio come alleato? Come sei arrivato a desiderare un live dopo due album in studio? C’è stata una differenza sostanziale quando ti sei trovato ad arrangiarlo, essendo frutto di esperienze così diverse?

Non avevamo preventivato di registrare un live. Io pensavo più ad una studio session da filmare e “dare in pasto” a chi ci segue ormai da un po’. Lo sbattimento e la fedeltà, se così possiamo chiamarla, di chi macina chilometri per venire ad un live dei Celonas mi lascia sempre interdetto, mi fa sentire in debito o in difetto. Un regalo era d’obbligo verso quanti mi hanno costretto, lungo il corso di questi venti di mesi di date, ad uscire dal mio cantuccio, considerato l’affetto ricevuto. La festa finale dell’Atlantide Tour e l’imminente chiusura del Diavolo Rosso di Asti, diedero poi la spinta finale per andare oltre le nostre intenzioni e realizzare l’EP live. C’era chiaramente anche l’idea di dare testimonianza della resa dei brani dal vivo. Una resa che deve o dovrebbe sempre donare qualcosa di più e di diverso rispetto alle versioni studio che per loro natura non possono che essere più edulcorate dal punto di vista emotivo. Tecnicamente la post produzione del live è stata abbastanza complessa, non ne avevo idea prima di mettermi sotto a editare e mixare. Ho capito che occuparmene da solo avrebbe richiesto tempi biblici e ho affidato il gravoso compito di darmi una mano, anzi di fare l’80% del lavoro a un giovane fonico di Torino di nome Pietro Cuniberti ed è stata davvero una sfida esaltante riuscire man mano a superare i vari problemi che ci si ponevano davanti. Spero che chi ascolterà il disco possa promuoverci senza remore. Io sono soddisfatto ed è evento questo che non capita così spesso.



Notizie

Immagini © Simarght Ph
Daniele Celona - Luna live @ Diavolo Rosso: https://www.youtube.com/watch?v=hGPK0ZLCU1g

Il tour estivo 2016 di Daniele Celona:

26.07 Chiostro Bistrot – Milano

29.07 Klepsydra – Torvaianica (RM)

30.07 Sottoscala9 – Latina

08.08 Zena – Campagna (SA)

10.08 Indiegeno Fest – Tindari (ME)

13.08 Porta San Giorgio – Grottaglie (TA)

26.08 Musiklarenia Fest – Capodarco (FM)

Info:

www.danielecelona.it

 

 

 

abbiamo aggiornato l'informativa sui cookie