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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Testuali parole

Achille Pace: Itinerari nella grafica d’arte

Da oltre cinquant'anni, con l’elementarissima strumentazione di un filo di cotone vagante su una superficie neutra, tanto è acromatica, Achille Pace tenta un particolare modo di racconto. Il filo, a volte estrapolato dalla tela stessa - come racconta l’artista stesso - ha molte simbologie:

Il filo, oltre che essere realtà oggettiva, è anche carico di significati simbolici. Esso indica: discorso logico, misura, precarietà, equilibrio, costruzione, rapporto, relazione, comunicazione, vita e morte. Può esprimere il piano, il concavo, il convesso, la lentezza, la tensione, lo spazio; può essere razionale o irrazionale, movimento statico, dinamico, crescita, fine. Il filo segue, momento per momento, la nostra esistenza e ne testimonia, con il suo itinerario, i pericoli, la gracilità, il rigore, la forza, il pensiero in tutte le sue manifestazioni. Essendo il filo un oggetto, è dunque fuori di noi, ma ha anche in noi, nel nostro inconscio, profonde radici che ci fanno essere, in definitiva, quello che siamo. Non possiamo negare di vivere oggi un momento storico particolarmente precario. La pace, la libertà, la nostra stessa esistenza sono precarie; ancor più precario si prospetta il futuro. Prenderne coscienza non significa adattarvisi, bensì trovare la forza per libere scelte, necessarie per opporci ai pericoli che ci minacciano. Ho scelto il filo come elemento significante del mio lavoro verso la fine del 1959. Era il tempo dell’Informale. Il mio interesse era, allora, di uscir fuori dal suo irrazionale groviglio. Il filo se ne staccava dapprima lentamente, poi sempre con maggiore decisione; esso si disponeva e scioglieva dal gesto oggettivo e alienato dell’Informale. Come materia, il mio filo mantiene lo stesso stato di caduta, di vaga esistenza e indeterminatezza dell’Informale, ma allo stesso tempo aspira ad una esistenza più conscia, meno alienata, più logica e costruttiva: naturalmente nei limiti di una realtà ancora non trasformata e piena di contraddizioni, di lacerazioni e di mistificazioni. Il filo è anche carico di futuro, che l’uomo cosciente oggi cerca di preparare. Il mio filo è uno degli approcci a questo futuro possibile, perché tiene conto della realtà di questo momento storico, caratterizzato dalle condizioni del lavoro in generale e di quello delle masse in particolare. L’individuo, prendendo coscienza delle ragioni delle proprie scelte e del proprio lavoro, si inserisce nei processi della cultura come processo del lavoro e diviene, nel contempo, creatore di nuova cultura. L’arte, quando è tale, può dare un valido contributo con l’indicazione di metodi operativi e di scelte morali”. [La citazione è tratta dal testo La poetica di Achille Pace, scritto nel 1960, pubblicato nel catalogo della mostra milanese del 1975 presso Interart Gallery]. 

 


Achille Pace ha sempre nutrito un forte interesse per il segno. E’ pertanto comprensibile la sua attenzione e amore per l’opera grafica, un’arte che unica può garantire al segno la sua identità più vera.

All’incisione Pace attribuisce un’autenticità e una possibilità tecnica di grande rilievo, perché non condizionata dall’impianto strutturale del quadro. “… Il segno è libero, autentico, spontaneo ed esprime più fedelmente la spinta creativa, diretta ed appagante dell’ artista…

Pace ha sempre tenuto presente questo settore dell’espressione artistica. Nel corso degli anni ha realizzato innumerevoli opere grafiche, coadiuvato dai maestri dell’incisione a lui più congeniali: Manlio Monti, nel 1996 ha stampato per lui, presso la sua stamperia Il Salice di Lugano, una raffinata cartella di incisioni in numero limitatissimo di esemplari. Una di queste preziose cartelle è stata donata da Pace alla direzione della Calcografia Nazionale di Roma insieme ad un elevato numero di esemplari (stampati dal valido e creativo professionista della incisione, Saverio Brancorsini), che il Ministero dei Beni Culturali ha ritenuto idonei ad essere inseriti nella collezione delle opere grafiche di proprietà dell’istituto romano nel 2010. Le opere donate sono datate dagli anni ’80 al 2005. Le opere stampate per Pace da Brancorsini sono di considerevole qualità e finezza.


Sempre stampata da Brancorsini è l’incisione esposta in una mostra promossa da Roma Capitale, Assessorato alle attività produttive di grandi maestri storici patrocinata dal Ministero dei Beni Culturali, nel luglio 2012, presentata in un raffinato volume curato da Norberto Kuri: “Le Stamperie Artistiche di Roma”, il Cigno GG Edizioni. A Roma, ai musei di S. Salvatore in Lauro, nel Complesso Monumentale del Pio Sodalizio dei Piceni, in uno spazio storico della Roma antica, le opere dei grandi Maestri che si sono rivolti alla pratica dell’incisione si confrontano in una cornice di altissimo valore qualitativo.

Tra gli stampatori professionisti che hanno realizzato opere grafiche per Achille Pace si possono citare Leo Strozzieri, Leonardo Faccioli, Carmine Benincasa e vari altri “artisti” della tecnica incisoria.

Le incisioni di Achille Pace che costituiscono la cartella stampata dall’Edizione Il Salice di Lugano nel 1996 fanno oggi parte della Donazione Argan di grafica contemporanea. La Donazione Argan è conservata nel Museo della Grafica della città di Pisa negli spazi del Palazzo Lanfranchi, insieme alle opere grafiche di grandi maestri dell’ottocento e del novecento, da Birolli, Cagli, Campigli, Carrà, Fontana, Mafai a Manzù, Marino Marini, Morandi, tutti artisti di alto livello qualitativo che hanno firmato pagine tra le più significative dell’incisione del novecento. Si leggono, entrando nella stanza n. 3, dove è collocata l’opera di Achille Pace insieme a quella di Uncini, le parole dedicate agli artisti: “… Varcare il confine oltre il quale una realtà e un’illusione, una materia e un simbolo non sono più separabili; dove il simbolo stesso, per la razionalità che lo produce, è vero come la realtà…” (C. G. Argan, Walter Gropius e la Bauhaus, 1951, citato in Gruppo 1, dichiarazione di poetica, 1963). Nella sala vicina sono custodite opere di Veronesi, Pericoli, Capogrossi, Hartung, Nagy, Mirò, Munari.

Il segno è un concetto astratto, ma se diventa espressione si identifica con lo spirito dell’artista. “Il disegno non è in funzione della rappresentazione del reale“, ma è un modo di “essere”, della propria “esistenziale realtà” nel mondo: Il segno ha una valenza diversa a seconda dell’artista che lo traccia. Se riesco a trasmettere quello che sento afferma Achille Pace, la materia è la testimonianza di questa concretezza. Disegno come segno, segno come esistenza.

Didascalie delle immagini

1)Copertina del catalogo della mostra: “Le Stamperie Artistiche Di Roma”. Incisioni e Litografie dal dopoguerra ad oggi. Il Cigno GG Edizioni Roma.

2) Copertina del catalogo della mostra: “Segni Multipli”, opere grafiche dalla Donazione Argan,

8 Giugno/28 Dicembre 2007, Museo della Grafica, Pisa – Palazzo Lanfranchi.

3) Achille Pace,Itinerari, 1996, incisione, acquaforte e acquatinta, carta cm. 30 x 40.

4) Achille Pace, Itinerari, 1996, incisione, acquaforte e acquatinta, carta cm. 30 x 40.

 

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