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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

Fogli e Parole d'Arte

non ha scopo di lucro, non propone alcuna pubblicità e ha come unico interesse la diffusione della cultura.
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Luoghi, eventi e mostre

La Madonna del Latte di Ambrogio Lorenzetti


Per due mesi la ritrovata cripta del Duomo di Siena ospita la Madonna del Latte, capolavoro proto-umanista di Ambrogio Lorenzetti.


 

Shunga, Sex and Pleasure in Japanese Art, al British Museum di Londra

 

Il British Museum di Londra ha lavorato all’allestimento di questa mostra e alla ricerca di materiale per oltre un decennio. La raccolta è un’incredibile collezione di pezzi unici, tutti da scoprire.


Ötzi a Bolzano. Un museo “costruito” intorno a una mummia


Bolzano ha saputo trasformare il ritrovamento della mummia del Similaun in un'importante occasione culturale, creando un nuovo museo tutto pe
r Ötzi.


 

Signac, Bonnard, Redon e i loro contemporanei a Venezia


A fine Ottocento, Parigi ospita decine di pittori che fanno i conti con la rivoluzione impressionista e cercano di andare oltre. Una mostra per loro è a Venezia, alla collezione Guggenheim.


 

Paolo Radi, l’addomesticatore alchemico


Nelle ultime opere esposte a Roma, presso la galleria Annamarra, Paolo Radi per una volta si confronta con la realtà delle cose viste, "Alzando lo sguardo". 


 

Cèzanne e gli italiani


Alcuni capolavori di Cèzanne sono a Roma, accompagnati dalle opere di pittori italiani che presero come riferimento artistico il maestro di Aix.


 

Pollock e gli Irascibili

.
Gli anni Cinquanta in America, tra surrealismo, espressionismo astratto e fiumi di alcol, rivivono a Milano.


 

Galleria Vezzoli


Galleria Vezzoli è il primo appuntamento internazionale (al MAXXI di Roma) di una trinità che Francesco Vezzoli ha voluto e inventato, rivelando talento e spessore da autentico protagonista.


 

English Magic

Fig. 1Inglese. Un aggettivo che racchiude al suo interno molteplici sfumature e storie. Il mondo odierno con il suo globalismo ha imposto a tutti l’obbligo di conoscere questa lingua, di studiarla, di capirla. Ma cosa significa essere inglesi? A questa domanda ha cercato di dare una risposta Jeremy Deller, artista cardine del Padiglione Britannico per questa 55. Esposizione Internazionale d’Arte.

English magic risulta essere una riflessione ed una attenta analisi sulla condizione della società britannica, costantemente in bilico tra mito e leggenda, tra alto e basso, tra elitarismo e popolarismo. Questo binomio dialettico viene assemblato ed rielaborato generando un lavoro unico per intenti e provocazione, non uno sguardo univoco sul contemporaneo ma molteplici visioni della società attraverso gli anni, il succedersi dell’ʻʻinglesitudineʼʼ (se così potessimo definirla) percepita attraverso una narrativa non univoca e quasi psichedelica.

La magia è, allora, la metodologia prediletta per focalizzare tale situazione sospesa apparentemente tra realtà e fantasia, una magia che in qualche modo definisce essa stessa la Gran Bretagna, definendola e a volte denigrando i suoi stessi fondamenti. Deller affronta un viaggio immaginario ma tangibile attraverso il passato, il presente e un futuro che per quanto possibile o plausibile , è comunque immaginato ed immaginario.Fig. 2

Questa atmosfera fantastica ed inquietante si sposa perfettamente con la struttura architettonica del padiglione stesso, immerso nei Giardini, che diviene quasi dimora incantata, nella quale un’enorme Albarella Reale o Hen Harrier, un rapace di una specie protetta, che si vocifera essere stato cacciato dal principe Harry, ci accoglie all’ingresso.

In A good day for cyclists (Fig. 1) l’enorme rapace notturno trattiene, mentre è intento a volare, un’automobile rossa, che appare distrutta dalla forza degli artigli dell’animale. La quasi totale monocromia del volatile, la sua naturale regalità invadono lo spazio e l’attenzione dello spettatore, che rimane quasi intimorito di fronte a codesta visione. La macchinina rossa, distrutta dalla forza della natura, dalla sua improvvisa ribellione, appare misera e irreale: la cultura commerciale dell’accumulo, la cultura bidimensionale della pubblicità sembra risultare sconfitta dalla potenza espressa dalle magiche ed incantate lande britanniche dove riposano, ancora in pace, meravigliose creature. La macchina simbolo del progresso diviene, quindi, minaccia espressa per chi vuole vivere la natura e per chi si avvicina ad essa in modo alternativo.

Fig. 3Medesima situazione sembra presentarsi a noi con We sit starving Admist our Gold (Fig. 3), dove l’arista-poeta William Morris, antesignano dei moderni designers, viene rappresentato nell’atto di scagliare lontano, con rabbia, uno yacht: l’idea della libertà di opporsi alla ricchezza sfrenata mostrata platealmente, la libertà di opporsi conseguentemente alla povertà esasperata esito della stessa ricchezza agognata, la libertà di opporsi al potere del denaro come unico elemento distintivo e caratterizzante.

Deller racconta il suo Paese come solo chi ci vive sa fare, argomentando con astio ed infinito amore ciò che è ed invece non dovrebbe essere, ciò che non è ma che dovrebbe essere. È in questa faglia apparentemente contraddittoria che si inserisce l’intero lavoro dell’artista, una minuscola rottura che permette di interpretare l’intento dell’intera opera.

La critica aspra riguardante la perdita dei valori non può comunque celare totalmente ed indissolubilmente quei momenti di rara felicità che costellano la vita di un popolo e quella dell’uomo; ecco, allora, che il visitatore può toccare asce preistoriche prelevate dal Tamigi, può ammirare David Bowie, può vedere il gioco dei bambini su una Stonehenge gonfiabile: un mezzo alternativo per non dimenticare totalmente la nostra storia e il nostro essere. Il pop e il consumismo rivelano il loro aspetto più frivolo, quello che ci avvicina a loro, che ci incanta e ci permette di sognare e sperare. Il consumismo è, allora, parte integrante della società britannica, da un lato da vedersi negativamente come elemento distruttivo delle tradizioni, dall’altro come fonte di gioco e spensieratezza essenziale per avvicinarsi a ciò che ci sembrava dimenticato perché parte del passato.

Fig. 4La magia del mondo inglese continua a spiazzare il visitatore con la presenza di una sala da tè (Fig. 4), simbolo per antonomasia del Regno Unito, all’interno del Padiglione: non un’opera d’arte, ma un luogo che, a detta dell’artista, deve essere considerato come spazio per il ristoro fisico e morale, un luogo del riposo, quasi estraneo a tutto il resto.

Il Padiglione inglese, decide, quindi, di mettere in mostra se stesso, di mostrare quel fascino tipicamente british, a volte a metà tra il kitsch e lo chic, che caratterizza il Paese stesso, quella folle magica poesia presente in un sense of humour colmo di critica sociale e di speranzosa fiducia nel prossimo, l’iconico presente in una apparentemente banale tazza di tè.

 

Didascalie delle immagini

Fig. 1, A Good day for cyclists, painted by Sarah Tynan, British Pavilion 2013, courtesy British Council. Photograph Cristiano Corte. "Jeremy Deller's British Council commission is at La Biennale di Venezia until 24th November and will tour national UK venues in 2014. www.britishcouncil.org/visualarts."

Fig. 2, Jeremy Deller, English Magic, British Pavilion 2013, courtesy British Council. Photograph Cristiano Corte. "Jeremy Deller's British Council commission is at La Biennale di Venezia until 24th November and will tour national UK venues in 2014. www.britishcouncil.org/visualarts."

Fig. 3, We Sit Starving Amidst our Gold, Painted by Stuart Sam Hughes, British Pavilion, 2013,courtesy British Council. Photograph Cristiano Corte. "Jeremy Deller's British Council commission is at La Biennale di Venezia until 24th November and will tour national UK venues in 2014. www.britishcouncil.org/visualarts."

Fig. 4, Tea Room, British Pavilion, 2013,courtesy British Council. Photograph Cristiano Corte."Jeremy Deller's British Council commission is at La Biennale di Venezia until 24th November and will tour national UK venues in 2014. www.britishcouncil.org/visualarts."

 

Scheda tecnica

English Magic, Padiglione Britannico, fino al 24 novembre 2013, Giardini di Castello, Venezia 30122.

Orario: 10.00- 18.00. Chiuso il lunedì.

Jeremy Deller's British Council commission is at La Biennale di Venezia until 24th November. For more information see: www.britishcouncil.org/visualarts.

 

 

Ravel Ravel Unravel, padiglione francese alla Biennale

 

Arte è sconvolgere gli schemi. Arte è discutere di ciò che temiamo affrontare. Arte è ricordare. Arte è musica plastica. Da ciò possiamo partire per definire la presenza della Francia alla 55° Esposizione Internazionale d’arte di Venezia, una presenza che vuole stupire nella semplicità, che parla attraverso la musica, i ricordi, le sensazioni visive ed uditive.

In ricordo dei cinquant’anni del trattato Eliseo stipulato tra Francia e Germania, che pose fine al secolare conflitto tra le due nazioni, i due Stati hanno deciso di rinnovare tale promessa di cooperazione, riconciliazione e confronto aperto e produttivo, scambiandosi i rispettivi padiglioni. Una scelta innovativa che, se da un lato confonde momentaneamente lo spettatore, dall’altro dimostra il potere insito nell’arte e nelle sue manifestazioni: non momenti isolati all’interno del nostro contesto quotidiano, ma espressioni e dimostrazioni del consueto vivere. Tale idea di dialogo e sviluppo complessivo, una crescita che avviene attraverso lo scambio e non la reclusione o la creazione di barriere fisiche e mentali, diventa monito anche per l’attuale condizione socio-economica internazionale, uno scambio che è effettivo e non presunto, uno scambio che è reale e non immaginario.

L’artista francese designato dalla Francia in questa Biennale per continuare questo processo dialettico è Anri Sala, uno dei più brillanti esponenti della nuova generazione creativa contemporanea, il rappresentante perfetto per diffondere un messaggio di unione e collaborazione. L’opera da lui presentata per l’occasione, Ravel Ravel Unravel, è lo sposalizio ideale, attraverso gli ambienti tedeschi, di immagine e suono, spazio e tempo, luce ed ombra. Ravel Ravel Unravel è un gioco di parole che trova il suo nucleo principale nella figura del compositore francese Maurice Revel, pianista ed autore del celebre Concerto per mano sinistra, brano dedicato al pianista Paul Wittgenstein, la cui mano destra fu amputata durante la Prima Guerra Mondiale. Tale menomazione poteva essere deleteria per la carriera di un musicista poiché la mano destra risultava essere quella principale nell’arte del pianoforte. Tuttavia i tragici eventi provocati dalla guerra, portarono alla diffusione del piano per mano sinistra o pianoforte moderno che, grazie alla presenza del pedale chiamato sostenuto, permetteva di eliminare la predominanza esclusiva della mano destra nell’uso dello strumento.

Il progetto presentato da Sala, ha, come nucleo centrale della sua creazione il già citato Concerto in Re maggiore per mano sinistra, e consta principalmente in due lavori; il primo intitolato Ravel Ravel è composto a sua volta da due filmati incentrati sulla mano sinistra di due pianisti, il franco-canadese Louis Lortie ed il francese Jean-Efflam Bavouzet, invitati dall’artista ad eseguire il Concerto con l’accompagnamento dell’Orchestra nazionale francese diretta da Benetti. In tali filmati, proiettati simultaneamente, vengono analizzate le differenze di interpretazioni date dai due musicisti sul medesimo pezzo, differenze che esaminate simultaneamente creano uno spazio altro basato sugli echi e sui rimandi, che annichilisce qualsiasi tipologia di percezione spaziale solitamente basilare per lo spettatore. Ravel Ravel rivela, quindi, le molteplicità di visione ed interpretazioni insite in una singola azione: la completa assenza di una sola via giusta nonostante la codificazione della stessa, permette la distinzione e la caratterizzazione di un individuo da un altro, una differenziazione che non deriva dall’esecuzione ma dalla sfera emotiva che muove la stessa.

Ultima parte del progetto è la sezione chiamata Unrevel; qui Chloè, una dj, ripreso da sola, unisce le due differenti versioni dell’opera per fornirne un’unica interpretazione; attraverso un processo di analisi sonora ed emotiva, il molteplice torna ad essere uno, un uno che mantiene paradossalmente al suo interno tutte le visioni precedenti più quella operata da Chloè.

Il progetto genera, conseguentemente, per il visitatore tre campi narrativi consequenziali dove prima si vede il volto del dj in assenza di musica (prima parte di Unrevel), successivamente si assiste a Ravel Ravel e infine alla seconda parte di Unrevel nella quale avviene la riunificazione musicale delle differenti interpretazioni del Concerto attraverso il mixaggio.

L’opera ivi presentata non si distacca dall’orientamento estetico caro all’artista, ma vi si inserisce perfettamente testimoniando l’importanza delle ricerche operate da Anri Sala nella sfera dei rapporti intercorsi tra spazio e suono, sia esso musicale (quindi percepito da tutti) o silenzioso realizzato esclusivamente con la sfera corporale.

Il padiglione Francia sottolinea, quindi, la folle bellezza delle differenti somiglianze, realtà apparentemente discordanti e distanti che nonostante ciò rivelano le loro comunanze: un processo di apprendimento e consapevolezza sicuramente ambizioso e difficoltoso che risulta essere, però, più gradevole, grazie all’uso della musica come mezzo prediletto per fondere insieme le magie del linguaggio corporeo con l’infinito emotivo insito nell’individuo.

 

Immagine
Anri Sala,
Ravel Ravel Unravel, Padiglione Francia, 55. Esposizione Internazionale d’Arte, Il Palazzo Enciclopedico, la Biennale di Venezia. Photo by Italo Rondinella. Courtesy by la Biennale di Venezia

Scheda tecnica
Ravel Ravel Unravel, Padiglione Francia (situato nel Padiglione tedesco), fino al 24 novembre 2013, 55° Esposizione Internazionale d’Arte, Giardini, Venezia.
Orario: 10.00- 18.00. Chiuso il lunedì.

 

 

Walking on water


Gli Emirati Arabi affidano a Mohammed Kazem il loro padiglione alla Biennale di Venezia.


 

Vice Versa, il padiglione Italia alla Biennale


Vice Versa
è il padiglione italiano curato da Bartolomeo Pietromarchi alla biennale, per soli 14 artisti.


La collezione Spano di Ploaghe


La collezione Spano di Ploaghe in provincia di Sassari completa il prezioso trittico di musei della zona.


 

Bestiario a Venezia


Bestiario contemporaneo. Fra arte e scienze, artisti dalla collezione ACACIA
. A Venezia non c'è soltanto la biennale.


 

55. Biennale di Venezia: il Palazzo Enciclopedico


Il Palazzo Enciclopedico curato da Massimiliano Gioni fa da introduzione alla 55. Biennale veneziana. 


 

Kapoor in Berlin


Spettacolare e divertente, la mostra di Anish Kapoor a Berlino riunisce il meglio della produzione del grande scultore inglese.


Robert Motherwell: i primi collage.


Alla Guggenheim di Venezia si ricorda la prima produzione di collage di Robert Motherwell, uno dei grandi espressionisti astratti americani.


Costantino 313 d.C.


Statue, oggetti, documenti per ricordare la nascita dell'era cristiana, nel nome dell'imperatore Costantino e in un luogo speciale, il Colosseo cuore di Roma antica.


 

Dal Medioevo alla Maniera. Tesori riscoperti della Collezione Sanna di Sassari.


La grande Collezione Sanna di Sassari rivela il suo patrimonio d'arte in una nuova sede.


 

Storie di un fotografo


Si definisce un fotografo civile e non artista, ma la grande retrospettiva di Gianni Berengo Gardin a Milano dimostra il contrario.


Scusate se parlo di Maria. Una selezione di dipinti dalle civiche raccolte di Sassari


A Sassari, un’interessante selezione di opere già presenti in città incentrate sulla figura della donna.


 

Vedova Tintoretto


Nelle sale della veneziana Scuola Grande di San Rocco, che ospitano i capolavori di Tintoretto, trovano posto i quadri di Emilio Vedova, in un dialogo nuovo e sorprendente tra antico e moderno.


 

Museo d’Arte Siamese "Stefano Cardu"


Il museo "Stefano Cardu" di Cagliari deve il suo nome al collezionista che fece dono alla città della sua importante raccolta di opere orientali, soprattutto dell'antico Siam. 


 

Stardust a Milano


Le serigrafie di Andy Warhol appartenenti alla collezione Bank of America Merril Lynch sfilano come prodotti sugli scaffali di un supermercato nel corridoio del Museo del 900 a Milano.


 

Roberto Ferri, "Noli Foras Ire"


Al Palaexpo di Roma la mostra del "caravaggesco" Roberto Ferri, pittore di oggi con una grande passione per il barocco.


 

A Cagliari, opere grafiche da Dürer a Picasso


Spazi - Da D
ürer a
Picasso è il titolo di una mostra specialistica allestita nel Castello di San Michele di Cagliari.


 

Postwar. Protagonisti italiani a Venezia


Fontana, Dorazio, Castellani, Scheggi, Aricò; cinque protagonisti del dopoguerra in mostra alla Guggenheim di Venezia.


 

Desire for Freedom


Il desiderio della libertà è tra le massime aspirazioni dell'umanità, soprattutto dopo lo svolgersi drammatico del Secolo Breve. Organizzata a Berlino, la mostra  Desire for Freedom con i suoi novanta artisti è ora a Milano.


Le donne di Helmut Newton a Roma

 

Dopo Houston e Berlino, la rassegna di fotografie di Helmut Newton approda a Roma, tra "Donne bianche, Notti insonni e Grandi nudi" ...


 

Doisneau. Il fotografo della Ville Lumière

 

A Milano, la mostra antologica di Robert Doisneau preferisce al percorso cronologico una struttura a temi, ma al centro è sempre Parigi. 


 

La collezione Netter a Milano

 

Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti. La collezione Netter, la nuova mostra di Palazzo Reale a Milano,   concede spazio alle varie tendenze di inizio Novecento.


Da Botticelli a Matisse


Nel Palazzo della Gran Guardia, Verona ospita una grande rassegna di quadri di figura, di molti maestri europei, dal Rinascimento al Novecento. 


 

Piazza Alighiero Boetti

 

Da Torino a Kabul a Roma, la vita di Alighiero Boetti - cui Roma dedica una mostra al MAXXI - deve ancora essere ben ricostruita nelle infinite tappe di uno spirito inquieto, che ha lasciato una traccia profonda nell'arte contemporanea. 


 

A Roma in mostra "Canova. Il segno della gloria"



Una notevole esposizione romana affronta il tema del disegno di Canova secondo due punti di vista: il suo rapporto con l’antico e con il contemporaneo.
 


 

Il Museo di Santa Sabina a Roma


Inaugurato due anni fa, il nuovo Museo di Santa Sabina a Roma, sul colle dell'Aventino, racconta attraverso le testimonianze architettoniche e le opere d'arte la storia del Convento e della Basilica di Santa Sabina.


 

Renato Guttuso, 1912-2012


La mostra su Renato Guttuso al Vittoriano di Roma rappresenta un'occasione per rivedere e rivalutare l'opera del pittore.


 

Picasso torna a Milano


Picasso ritorna a Milano, quasi sessant'anni dopo la storica esposizione curata da Anne Baldassari nel 1953.


 

Tanzen. Reinhold Rudolf Junghanns


Alla Galleria Artespressione di Milano una raccolta di disegni e incisioni sul tema della danza di Reinhold R. Junghanns, pittore tedesco vicino all'espressionismo.


Vertical Thinking: William Kentridge al MAXXI di Roma

 

La mostra di William Kentridge al MAXXI di Roma si intitola Vertical Thinking, ma è incentrata sull'installazione The Refusing of Time.


 

Vermeer a Roma


L'idea della mostra "Vermeer. Il secolo d'oro dell'arte olandese" presso le Scuderie del Quirinale di Roma, è stata di affiancare ad otto opere del celebre maestro altri quadri, simili per contenuto, dipinti dai suoi connazionali e contemporanei.


 

Ottantatré nuove opere. La collezione Schulhof a Venezia



Grazie al lascito di Hannelore Schulhof, la collezione Guggenheim a Venezia si arricchisce di 83 nuove opere.


 

Neon, la materia luminosa dell’arte



Per una 
volta il protagonista in un Museo non è un un artista o uno stile o un'epoca, ma un materiale: il neon di scena al Macro di Roma.


Paul Klee e l'Italia

Le nuove mostre presso la GNAM di Roma non sono propriamente quello che ci si potrebbe aspettare dal più grande museo italiano di arte moderna.


 

Capogrossi. Una retrospettiva


Giuseppe Capogrossi è stato un artista complesso, ben oltre quella caratteristica "firma" pittorica che lo ha reso famoso. A Venezia una grande retrospettiva del maestro.


 

Parallel Universe, Jules de Balincourt a Reggio Emilia


Jules De Balincourt espone cinque nuovi lavori di grandi dimensioni alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia, Parallel Universe. 


Diagnosi della piccola cultura



La storia del Bel Paese spesso è in conflitto con la politica di oggi; ma esistono ancora tante iniziative per ricordarci che si deve vivere anche di cultura.


 

Dies Irae. Giudizi Universali alle Gallerie dei Gerosolimitani di Perugia


Il Giorno del Giudizio, antico e suggestivo tema sacro, rivisitato da artisti di oggi a Perugia.


 

Rosa Gísladóttir ai Mercati di Traiano

 

L’arte ambientalista di Rosa Gísladóttir ai Mercati di Traiano di Roma. Come l’acqua come l’oro ... é una riflessione tra passato, presente e futuro.


 

La favola mondiale di una modella italiana


Bianca Balti nella visione di grandi maestri della fotografia di moda, in una mostra presso i Mercati traianei di Roma.



 

documenta da 1 a 12


Vale la pena di ricordare le tappe dell'evoluzione di documenta, la rassegna di Kassel che ormai da tempo ha soppiantato le varie biennali internazionali.


 

A Compton, sulle orme di G. F. Watts, Mary Watts ed Ellen Terry

Wattscover


Una galleria ritrovata, la magia di un piccolo paese del sud Inghilterra, la vita di un artista che ci guida alla scoperta di un angolo nascosto in cui l’epoca vittoriana sembra rivivere.


 

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