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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Louise Bourgeois:The Woven Child

 

La mostra berlinese dedicata a Louise Bourgeois, The Woven Child (Il figlio intessuto), è stata tra gli eventi più interessanti del 2022 nella capitale tedesca, vuoi per la sede prestigiosa del Gropius-Bau, vuoi per la qualità delle opere esposte. La mostra nelle sale maestose del grande palazzo rivela l'attività intensa dell'artista franco-americana negli ultimi anni di vita, tra grandi figure umanoidi, parti anatomiche, teste, composizioni surreali o drammatiche, quasi sempre realizzate con materiali fragili come i tessuti, la tela, il filo per cucire, proposte all'interno di vetrine e teche improvvisate con parti di vecchi mobili, oppure eleganti e costruite ad hoc.

Sono le opere degli ultimi due decenni circa dell'attività di questo straordinario personaggio che, come ci spiegano nella presentazione della mostra, decise negli anni Novanta di rivedere e rielaborare l'enorme quantità di materiali tessili che aveva accumulato nella sua casa laboratorio; e una parte di queste stoffe risaliva addirittura alla madre dell'artista, che tesseva e riparava arazzi, in accordo col padre, che di arazzi era commerciante nella Parigi di inizio Novecento.


                                                       [foto A. B.]

La Bourgeois era nata nel 1911 ed è morta a 98 anni nel 2010, ultima testimone di una generazione ormai da tempo scomparsa, quella ad esempio dei grandi della Pop Art e dell'Espressionismo astratto, e anche di chi ebbe la sventura di vivere e conoscere entrambe le guerre mondiali.

Le ferite di guerra e la loro visibilità nel ritorno a casa dei soldati mutilati possono spiegare certe scelte della scultrice, che raccontava dell'emozione e forse di una morbosa attenzione verso l'aspetto di quelle menomazioni e delle parti prostetiche usate per ridurne gli svantaggi. Gambe e braccia e mani di metallo e di legno appaiono direttamente in alcune opere, e d'altro canto molti fantocci di stoffa ne sono del tutto privi. Altri fantocci sono appesi, se non impiccati, ai soffitti, un richiamo anche questo probabilmente, come le gabbie in cui molte opere sono chiuse, alla durezza e alla crudeltà del genere umano.

 

L'immaginario anatomico, che si incentra anche sugli organi sessuali, ritorna nell'opera della Bourgeois come un tema centrale e di fondo, agganciato a quello dei grandi ragni, responsabili in buona parte della fama della loro artefice. Che i corpi e i sessi umani siano esplicitamente un richiamo alla fragilità e all'intimità appare semplice da intuire, mentre la dimensione materna e insieme predatrice del ragno, anch'essa esplicita, sicuramente non ottiene la medesima compassione e simpatia di tutti gli spettatori.

La mostra si sviluppa in numerose sale, sfruttando appieno lo spazio abbondante, comodo e arioso di una struttura appositamente pensata da Martin Gropius (zio del più celebre Walter) per le grandi esposizioni. Si procede per temi, partendo dai corpi di stoffa incompleti accoppiati in problematici amplessi, da vecchie sottovesti appese a ossa animali, e dal moltiplicarsi di false braccia e gambe. Dopo questa sorta di gabinetto anatomico, che potrebbe virare su aspetti ossessivi, sono invece suggestive, pur restando inquietanti, i corpi e le teste in patchwork chiusi in grandi teche. La Bourgeois, nel suo essere indiscussa maestra per generazioni di artisti, sembra qui affidarsi a certe scelte di Jeff Koons che, in una sorta di universo parallelo, ha studiato oggetti simili creando forme finali completamente diverse.

E se le opere disposte al centro delle sale sono molte e varie, su alcune pareti i curatori hanno raccolto disegni e moltissimi quadri di stoffa, vale a dire composizioni ricamate, intrecciate, intessute, a inventare figure, profili, addirittura libri. Un'autentica esplosione creativa.


                                   [foto A. B.]

In posizione quasi centrale lungo il percorso, un grande ragno di circa quattro metri di altezza conferma la cifra prediletta della scultrice, insieme a forme e disegni e composizioni, nelle sale successive, di ragnatele e schemi geometrici concentrici.

Il ragno, Spider del 1997, sovrasta ancora con le zampe filiformi di bronzo accuratamente forgiato una gabbia. La Bourgeois ha spiegato la sua simbiosi con i ragni nella similitudine con la madre, tessitrice e riparatrice, oltre che protettrice. Qui sotto al ragno c'è una vecchia sedia e diversi frammenti di un prezioso arazzo, a conferma delle metafore svelate dalla stessa artista. Non è inutile ricordare che i giganteschi ragni della Bourgeois sono presenti, anche all'aperto, in molti musei del mondo, primo fra tutti il celeberrimo Guggenheim di Bilbao.

Le ultime sale ospitano una ampia e impressionante scelta di composizioni a torre, costruite sovrapponendo dal più grande al più piccolo, o viceversa, oggetti morbidi e plastici, di stoffa naturalmente.

Infine, opere conclusive di un'attività incessante, realizzate quando la Bourgeois aveva ben più di novant'anni, alcune teche ospitano gruppi di due sculture, una di stoffe, l'altra di fili per cucito ancora inseriti nelle loro bobine. Il contrasto tra le due forme, che hanno in comune la base, è stridente, perché alla naturalezza caotica di tessuti che sembrano raccogliersi a strati, si contrappone la regolarità delle bobine e la sottigliezza dei fili.


                            [foto A.B.]

Ritorna quindi, proprio in conclusione della mostra e della vita dell'artista, la dualità tra geometria e natura, che appare ben chiara e definita, se non in qualche modo unificata, da quei disegni geometrici che si trasformano in ragnatele, forse la sintesi migliore di una straordinaria visione artistica.

 

Scheda tecnica

Louise Bourgeois: The Woven Child, dal 22 luglio al 23 ottobre 2022, Gropius Bau, Berlino. Aperto da mercoledì a lunedì dalle 10 alle 19, giovedì sino alle 21, martedì chiuso. La cassa chiude un'ora e mezza prima. Biglietto € 15 / ridotto € 10.

Le immagini (salvo dove altrimenti indicato) sono disponibili per la stampa sul sito web del Gropius-Bau di Berlino. Copyright The Easton Foundation/VG Bild-Kunst, Bonn 2022, Photo: Luca Girardini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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