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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
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Luci e ombre surrealiste in Lee Miller

[Crediti per le immagini, ©2023 Lee Miller Archives, Inghilterra.
Al click possono essere ingrandite]

 

 

 
Fig. 1, Antony Penrose, Lee Miller – Fotografie, L’ippocampo, 2023 (copertina)

 

La vita di Lee Miller (1907-1977) è, magistralmente, racchiusa fra le pagine della biografia ad opera del figlio Antony Penrose Le Molte Vite di Lee Miller (Contrasto, 2022). Una vita dai tratti esaltanti e tragici che l’ha vista modella, musa e fotografa, oggi celebrata dalla mostra Lee Miller Photographer & Surrealist presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi, in provincia di Torino e presto al centro di un atteso bio-pic interpretato da Kate Winslet.

Proprio la Winslet cura la prefazione del libro-catalogo Lee Miller – Fotografie che accompagna l’esposizione. Edito in Italia da L’ippocampo e curato da Penrose, è un grande album che ben incorona i vent’anni di attività dell’editore e traccia, in modo completo, le molteplici sfumature della carriera di Miller. Le immagini restituiscono un’esistenza scandita in tempi diversi. Partendo dalla natia New York per approdare alla scintillante Parigi anni Venti, nella quale entra in contatto con l’intellighenzia dell’epoca ed in particolar modo con Man Ray di cui diviene allieva, modella e amante.

La vita professionale e l’avvicinamento alla fotografia prendono il via in modo fortuito ed eccezionale. Nel 1925 inizia a frequentare la Scuola di Belle Arti e nel 1926 si specializza in scenografia e illuminazione presso l’Art Students League ma, nello stesso anno, attraversando una strada di Manhattan e rischiando di essere investita da un’auto, viene salvata da un passante che si rivela essere Condé Nast editore di Vanity Fair. L’imprenditore ne rimane, immediatamente, stregato e le propone un contratto come modella. La prima immagine di Lee viene pubblicata sul numero del 15 marzo 1927 per mezzo di una meravigliosa illustrazione di Georges Lepape. Ben preso, tuttavia, l’artista dimostra di voler passare dall’altra parte dell’obbiettivo e, stabilitasi a Parigi in pianta stabile, bussa alla porta di Man Ray per carpirne i segreti, vincendo la nota reticenza del Maestro ad avere allievi. La scalata è breve e la porta ad aprire un proprio studio in tempi record; già nel 1930 arrivano le prime commissioni fotografiche da parte di stiliste del calibro di Coco Chanel ed Elsa Schiaparelli. Man Ray accetta di buon grado la collaborazione con la Miller in modo da potersi dedicare esclusivamente alla pittura, lasciando a lei la parte più glamour.

 

Fig. 2, Lee Miller, Ritratto dello Spazio, Egitto, 1937

 

Fig. 3, Lee Miller, Jean Cocteau e il colonnato del Palais Royal, Parigi, 1944

 

Il suo si rivela essere, come è chiaro in mostra, un glamour dai toni surrealisti con inediti giochi di luce e specchi. Tele ipnotiche più che istantanee, influenzate – sicuramente - da Man Ray, ma con una poetica propria e nate dalle sperimentazioni con la prima Rolleiflex acquistata. Le opere di Miller ci sorprendono con terre desolate (Impasse des Deux Anges, Parigi, 1931), nudi, momenti bizzarri (Mano che esplode, Parigi, 1931) e ritratti “solarizzati”, ottenuti esponendo – parzialmente – i negativi alla luce solare. Gli artisti più in voga dell’epoca fanno a gara per essere (ri)visti da lei: da Charlie Chaplin a Lilian Harvey, da Paul Éluard a Leonor Fini, passando per Leonora Carrington, Max Ernst e Pablo Picasso.

All’apice della carriera, però, forse stanca della vita parigina, torna a New York e sposa il magnate egiziano Aziz Eloui Bey, con il quale trascorre qualche anno in Egitto. Paese che dona alcuni fra i suoi migliori scatti di paesaggio.

Nel 1939, sente il desiderio di tornare in azione e si trasferisce a Londra, dove incontra l’amore della vita, Roland Penrose. La coppia vive, clandestinamente, ad Hampsted ma, allo scoppio della guerra, Miller chiede alla rivista Vogue di poterne diventare fotografa (forse per far ordine nella propria vita), divenendo una delle poche donne fotoreporter del conflitto.

Le istantanee di questo periodo sono raccolte in mostra in un ambiente intimo che invita al silenzio, poiché documentano il primo utilizzo del napalm, gli orrori dei campi di concentramento, fino ad arrivare alle celebri immagini nella vasca da bagno di Hitler, scattate insieme all’amico fotografo David Scherman, dopo la caduta di Monaco di Baviera, nel 1945.

 


Fig. 4, Lee Miller, La cantante lirica Irmgard Seedried, Vienna, 1945

 

Al termine del conflitto e di ritorno in Inghilterra, Miller inizia a soffrire di disturbi depressivi che la tormenteranno per il resto della vita. Accortasi, inoltre, di essere in attesa di un figlio da Penrose lascia, definitivamente, il marito egiziano (che non la dimenticherà mai e continuerà a badare a lei dal punto di vista economico) e si sposa in seconde nozze.

Dopo la nascita del figlio rifiuta di tornare alla fotografia e gli tace tutto a proposito del proprio passato. Per questo motivo, la straordinaria ricostruzione biografica svolta da Antony Penrose, interamente a posteriori, è da considerarsi come un “risarcimento affettivo” per i tanti anni di silenzio e per un rapporto madre-figlio mai del tutto venutosi a creare. Una barriera affettiva alla quale Penrose ha potuto dare un senso, scavando nella vita della madre e scoprendo gli abusi (incestuosi?) subiti durante l’infanzia, destinati a segnare una vita, per molti strati al di sotto dello sfavillio della carta patinata.

 

Crediti per le immagini, ©2023 Lee Miller Archives, Inghilterra.
Al click possono essere ingrandite

 

 

Didascalie delle immagini
Fig. 1, Antony Penrose, Lee Miller – Fotografie, L’ippocampo, 2023 (copertina)
Fig. 2, Lee Miller, Ritratto dello Spazio, Egitto, 1937
Fig. 3, Lee Miller, Jean Cocteau e il colonnato del Palais Royal, Parigi, 1944
Fig. 4, Lee Miller, La cantante lirica Irmgard Seedried, Vienna, 1945

Scheda mostra
Lee Miller – Photographer & Surrealist dal 9 settembre 2023 al 7 gennaio 2024, Palazzina di Caccia di Stupinigi (TO). Info e biglietti: www.mostraleemiller.it

 

 

 

 

 

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