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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

E la festa continua!, di Robert Guédiguian

 

 


E la festa continua!

(titolo originale Et la fête continue!)

Regia di Robert Guédiguian

 


Cast: Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Lola Naymark, Grégoire Leprince-Ringuet, Robinson Stévenin, Alice Da Luz, Pauline Caupenne

Distribuzione: Lucky Red

 

 

Omero era cieco, ma non sordo. Il suo busto troneggia in cima a un’antica colonna in una piazza del centro storico di Marsiglia, perciò ha potuto assistere al rovinoso crollo di due palazzine avvenuto ai numeri 63 e 65 di rue d’Aubagne,proprio alle sue spalle,il 5 Novembre 2018. Il disastro provocò l’evacuazione di centinaia di poveri cristi, oltre alla morte di otto persone, tra cui Simona Carpignano, una studentessa trentenne, interprete freelance, originaria di Taranto, ricordata con affetto da tutti per il suo sorriso. Uno dei due edifici era disabitato perché dichiarato inagibile mentre nell’altro vivevano una decina di famiglie. Due palazzi fatiscenti, dunque, e addirittura pericolanti: “Da diverse settimane - come aveva raccontato qualcuno - le mura si muovevano, ed erano apparse delle crepe”.

Questa è la cornice drammatica (vera) entro cui si dipana la vicenda di E la festa continua! produzione italo-francese diretta da Robert Guédiguian (La ville est tranquille, Marie-Jo e i suoi due amori, Le passeggiate al Campo di Marte…) presentata alla Festa del Cinema di Roma 2023 e dall’11 Aprile al cinema. Il quadro è invece costituito dalla splendida figura di Rosa (Ariane Ascaride), un’infermiera sessantenne rimasta presto vedova, in procinto di andare in pensione. I suoi onerosi impegni professionali non le impediscono, tuttavia, l’attiva partecipazione politica e sociale a favore dei più svantaggiati, nonché l’affetto, la cura e l’accoglienza della sua parentela stretta - e non solo - costituita dal fratello Antonio (Gérard Meylan), e dai figli Sarkis e Minas (rispettivamente Robinson Stévenin e Grégoire Leprince-Ringuet), erede il primo del bar di famiglia, nonché ritrovo culturale armeno (il regista è di chiare origini armene), e medico il secondo, con moglie e due figli.

 

 

Dopo il catastrofico evento che ha finito, come al solito, per coinvolgere le fasce più deboli della popolazione, Rosa matura la convinzione di essere l’unica candidata in grado di poter conciliare le endemiche divisioni all’interno della sinistra, al fine di vincere le imminenti elezioni comunali. In attesa del responso elettorale la donna continua la sua opera di sostegno dei più disagiati promuovendo interventi nelle scuole e partecipando alle iniziative sociali e alle manifestazioni umanitarie organizzate nel quartiere anche da Alice (Lola Naymark), la generosa fidanzata di Sarkis. “Agisci con il tuo quartiere e pensa con il mondo” è il motto condiviso da entrambe le donne.

In questo bel clima di solidarietà umana, Rosa, a poche settimane dal congedo dall’ospedale in cui presta servizio, viene assillata da varie insicurezze, e dalla sensazione che i propri progetti possano trasformarsi in pie illusioni. Ma grazie ai forti legami familiari e, specialmente, all’incontro con Henri (Jean-Pierre Darroussin), il padre di Alice, prende coscienza che nonostante l’età potrà coronare i suoi sogni e le proprie aspirazioni politiche e personali. Cresciuta, come tanti sessantenni – oggi diremmo boomer – nell’utopia, alimentata dai film, dai libri e dalle canzoni, di cambiare il mondo, Rosa costituisce il perno di questa novella per immagini tanto ben illustrata dal settantenne regista marsigliese, nella vita marito della Ascaride dal 1975.

Il quale continua a girare lo stesso film nella solita Marsiglia, meravigliosamente ritratta nella propria realtà multietnica, complicata senz’altro, e non priva di conflitti e contrasti, ma “culla” e simbolo di una civiltà popolare mediterranea dove il sentire collettivo si esprime attraverso una sensibilità civica peculiare e straordinaria. Perché qui, come Antonio (Meylan), in una scena sentenzia: “non piove mai e sono tutti di sinistra, niente borghesi, razzisti o fascisti… Solo gente perbene”. Gli attuali discendenti dei greci di Focea sono oggi i maghrebini e i subsahariani, i turchi e gli armeni, gli slavi e i cinesi, i romeni e gli indiani, tutti fortemente marsigliesi, legati cioè da un progetto comune di convivenza civile. Guédiguian, così come Ken Loach e i Fratelli Dardenne, è oggi tra i pochi cineasti a narrare le trasformazioni sociali e il crescente disinteresse nei confronti della politica, più specificamente la crisi rappresentativa della sinistra e dei suoi valori, il distacco dei proletari attratti dalla destra, nonché la “eccezionale normalità” della gente comune. E continua così a procurarci emozioni, a predicare le sue fiabe morali alleggerendo i drammi e rinforzando la fiducia dell’individuo nell’amore e nel prossimo.



In questa ben riuscita operazione, talvolta un tantino semplicistica e retorica, l’autore di Marius e Jeannette, ha affidato agli strepitosi Ariane Ascaride e Jean-Pierre Darroussin il compito di umanizzarla. La loro interpretazione, pure stavolta straordinaria, è oltremodo contagiosa tant’è vero che tutto il cast ne trae profitto. Ma anche tanti altri piccoli particolari contribuiscono alla creazione di un’atmosfera di piacevole empatia che si avverte al di qua dello schermo. A cominciare dalle frequenti citazioni letterarie (alcune riguardano l’Italia di Antonio Gramsci e Umberto Eco); dai riferimenti storici (Rosa Luxembourg, ispiratrice del nome della protagonista, il genocidio degli Armeni e la loro diaspora, le recenti dispute di confine tra la stessa Armenia e l’Azerbaijan); a quelli gastronomici (i pastis e i vini bianchi sorseggiati vista mare; le linguine alla puttanesca con acciughe e noci cucinate a casa da Rosa); per finire con le scelte musicali: da Le thème de Camille di Georges Delerue (omaggio al Godard de Il disprezzo,dal romanzo di Alberto Moravia) a Yves Montand, da cui deriva il titolo del film, fino al divino Charles Aznavour (anch’egli armeno di origine), che canta la meravigliosa Emmenez-moi.

Il film esce in Italia l'11 aprile 2024.

 

 

 

 

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