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Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)
1973-2635
il 23 ottobre 2007.
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Autore negli ultimi anni di due fortunate e originali antologie di Storia dell'Arte (Storia della bellezza e Storia della bruttezza), il professore per eccellenza della cultura italiana, Umberto Eco, ha aggiunto nel 2009 un terzo volume alla collana, questo “Vertigine della lista”, dal 2012 in vendita anche nella versione tascabile di Bompiani. Segnalo sùbito con soddisfazione che la qualità della carta, della stampa e delle riproduzioni è sicuramente notevole per il prezzo richiesto di 15 euro.
Il libro, nato su richiesta del Louvre che lasciò libero Eco (beato lui) di inventarsi un tema su cui organizzare un evento culturale, è stato scambiato da molti critici affrettati e da buona parte del pubblico per un testo anomalo di storia della letteratura. In realtà la Vertigine di Eco è fondamentalmente una raccolta antologica di liste letterarie e di immagini, con il netto prevalere – alla fine dei conti - delle immagini; visto che di numeri si parla, le liste riprodotte sono una settantina, i quadri almeno il doppio. Non si dimentichi del resto la committenza del più celebre museo del mondo, che portò all'organizzazione - per esattezza di elenco - di sessantatré letture, tre concerti, un’esposizione, una Camera delle meraviglie, due accrochages, cinque conferenze, otto documentari, trecento cortometraggi, uno spettacolo, un incontro, cinquantuno interventi, il tutto tra il novembre e il dicembre del 2009.
La vera impresa del libro dato alle stampe sta nella sua stessa compilazione e non a caso è in questo campo che Eco eccelle. L'erudizione e la capacità quasi sovrumana di connettere i più diversi campi dello scibile consentono al professore di giocare su molti e diversi campi, ottenendo sempre risultati di estremo interesse tanto in campo narrativo quanto, ovviamente, in ambito filosofico e scientifico. Docente emerito, Eco scrive con naturale chiarezza ed espone la sua ricerca in termini accattivanti; e forse per la prima volta il lettore troverà il coraggio di leggersi per intero la “noiosissima” lista di nomi e di navi posta come punto di partenza, i 365 versi del secondo libro dell'Iliade scritti da Omero per dare al lettore un'idea della quasi infinitezza della flotta greca schierata contro Troia.
Il catalogo delle navi precede in Omero un'altra celebre descrizione, quella dello scudo di Achille, che è invece conclusa e diretta, primo grande esempio di ekfrasis, cioè di descrizione minuziosa, a parole, di un'immagine. Eco sottolinea che la storia dell'arte e della letteratura possono ricondursi o a descrizioni concluse o a descrizioni aperte, vale a dire a temi definiti o temi infiniti. La ricerca di descrivere l'infinito si scontra con la finitezza dei nostri mezzi (le parole e i segni) e gli artisti hanno risolto il problema proponendo in luogo dell'infinito un quasi infinito, ovvero una moltitudine, ovvero la moltiplicazione esasperata di cose e nomi e persone …
Ecco l'indice del volume, utile anche per intuirne immediatamente i contenuti:
E' un modo originale senza dubbio di vedere la storia delle arti visive e narrative, ma se leggere da cima a fondo le liste proposte da Eco (trascritte integralmente nel volume) può essere davvero difficile per la noia implicita nella ripetitività e nell'assenza di narrazione, ammirare le immagini proposte può essere molto più divertente e costruttivo, e non credo di dire questo soltanto perché mi occupo professionalmente di Storia dell'arte. La bellezza editoriale del libro, che sta anche nella scelta delle immagini e nel poter sfogliare le pagine senza perdere alcun filo, ci fa scoprire quadri di cui ricordavamo a malapena l'esistenza, oppure del tutto nuovi, oppure - ancor meglio - già noti e visti ora con nuova attenzione.
Nella Prefazione, Eco sottolinea: “I pochi libri dedicati alla poetica della lista si limitano prudentemente alle liste verbali, perché è arduo dire in quale modo un quadro possa presentare delle cose eppure suggerire un 'eccetera', come se ammettesse che i limiti della cornice lo obbligano a tacere di un resto immenso”.
Davanti a questa difficoltà tuttavia Eco, con l'ausilio di due studiosi come Anna Maria Lorusso e Mario Andreose, non solo non ha voluto limitarsi, ma anzi ha cercato con impressionante tenacia di scoprire linee di pensiero, analogie, sistemi. I quadri citati e riprodotti sono sorprendenti e il loro uso illustrativo di alcuni brani letterari non li pone affatto in secondo piano, ma anzi ne evidenzia la maggior capacità illusoria.
Il testo di Eco non è infatti uno studio sulla tassonomia o sulla necessità classificatoria della cultura, ma piuttosto uno studio sulla capacità umana di percepire lo spazio e il tempo in modo discreto, cioè puntiforme, cioè non continuo. Le folle festanti nei grandi quadri commemorativi diventano elementi della celebrazione, in quanto composte dai corpi dipinti di mille e mille persone; e ugualmente la folla che segue Cristo nell'ascesa al Calvario può essere composta dalle puntuali personificazioni del male. Questi insiemi sono finiti, ma vogliono apparire infiniti. La semplice ripetizione non vale, e tanto il poeta quanto il pittore hanno cercato nella sottigliezza delle piccole variazioni una chiave esecutiva.
Al di là delle opere citate nello straordinario lavoro di Eco, mi sembra infine che valga la pena di sottolineare come tra le tendenze dell'arte contemporanea, l'elencazione e la lista siano in fortissima ascesa; nell'ultima edizione di documenta a Kassel, avevo proprio sottolineato, senza pensare a Eco, la vis catalogatoria di molti artisti, e ne avevo sottolineato la transitorietà. Eco riesce a darci di questa infinita ricerca dell'infinito un'immagine diversa, senz'altro più costruttiva e, probabilmente, più duratura.
Scheda tecnica
Umberto Eco, Vertigine della lista, Milano Bompiani, 2009-2012, 15,00 euro, ISBN 45271427