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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Testuali parole

Intimités di Félix Vallotton


 

What great evil has man committed that deserves this terrifying

Partner called woman? It seems to me that with such violently

Contradictory thoughts and so clearly opposed impulses, the only

possible relationship between the sexes is that of victor and vanquished

Félix Vallotton (1)

 

La relazione di Félix Vallotton con il sesso femminile era evidentemente problematica. Il noto pittore ed intagliatore svizzero del tardo XIX secolo, si sposò sì nel 1899 e da quel momento condusse una vita sempre più chiusa e ritirata, ma, come apprendiamo dalle sue lettere agli amici, non si trattava di una scelta che lo soddisfacesse, anzi. Soprattutto negli anni della I Guerra Mondiale, con amici e colleghi impegnati al fronte, Vallotton sentiva come particolarmente onerosa la sua vita defilata e lontana dagli avvenimenti storici che stavano avvenendo. Non credo, però, che la misoginia del pittore si possa attribuire alla sua vita coniugale; è sicuramente antecedente ad essa. A dimostrazione di ciò, il ciclo di incisioni su legno intitolato Intimités, dedicato alla descrizione della relazione tra uomo e donna che si svolge tra le pareti domestiche, fu pubblicato già nel 1898 su La Revue Blanche. In queste opere egli esprime in modo molto sottile, ma altrettanto chiaro la sua concezione “poco felice” delle relazioni uomo-donna.

Viene da chiedersi come abbia spiegato (o se abbia mostrato) alla futura moglie il ciclo di opere in cui analizzava, in singoli episodi non collegati, il rapporto tra un uomo e una donna con occhio critico e con ironica ambiguità. Ogni tavola ha un titolo. riportato nell’angolo in basso a destra come nella consuetudine dell’artista, deliziosamente malizioso, che suggerisce un’interpretazione dell’immagine, altrimenti all'apparenza innocua.

Per esempio: una di queste immagini rappresenta un uomo e una donna, seduti in un salotto dell’epoca, abbracciati su un divano, lei gli sussurra qualcosa all’orecchio e lui tiene gli occhi chiusi; sembra una scena di semplice intimità, i due si scambiano commenti amorosi sussurrando, i volti rispecchiano il momento di dolcezza. Ebbene il titolo che leggiamo è Le Mensonge (La Bugia): una lettura totalmente diversa da ciò che vediamo. Plausibilmente la bugiarda sarebbe la donna, che sta parlando, mentre l’uomo rappresenterebbe l’inconsapevole truffato, con la sua espressione deliziata sul volto. Quello che resta da chiedersi è quale sia la bugia. “Ti amo”? Oppure “certo che voglio sposarti”? In alternativa possiamo pensare che non si tratti di una menzogna in particolare, ma che il riferimento sia alle bugie causate dalle convenzioni sociali che rendono impossibile un onesto rapporto tra i sessi. Qualunque sia, l’interpretazione non è lusinghiera nei confronti di nessuno dei due sessi.


Ciascuna delle incisioni di Vallotton suggerisce un evento, una brevissima storia; non sono necessariamente storie di matrimonio e nemmeno d’amore, ma attimi catturati di rapporti, per i quali è suggerita un’interpretazione cinica. Che dire, infatti, di Le Grand moyen (Misure estreme)? La cena è stata interrotta da un evento che ha turbato l’atmosfera: l’uomo si sta alzando, con il tovagliolo ancora in mano, per rivolgersi alla donna, la quale gli volta le spalle e nasconde il viso nel suo tovagliolo, piangendo. Ad enfatizzare visivamente la distanza tra i due, contribuisce la macchia bianca del quadro appeso alla parete, un oggetto comune utilizzato in modo simbolico. Ciò che l’uomo ha appena detto, dichiarato, confessato oppure l’accusa che ha formulato non è dato sapere. Quello che possiamo capire, però, dal titolo è che le lacrime della donna non sono di vergogna, disperazione o colpa, ma manipolatrici. L’immagine di per sé è neutra è il titolo ad illuminarci sugli intenti espressivi dell’autore.

Si possono certo mettere in parallelo Cinq Heures (Le Cinque) e La Santé de l’Autre (La salute dell’altro). Entrambe mostrano un groviglio di corpi, un uomo e una donna inseriti in uno spazio neutro (o comunque meno caratterizzato dei precedenti). Qui l’attenzione è concentrata sui due che, in entrambi i casi, sono impegnati in gesti che paiono di genuina intimità e affetto reciproco. Ma il titolo del primo suggerisce che si tratti di una relazione illecita, furtiva, un incontro di due amanti, un tradimento. In entrambe le scene Vallotton volutamente nasconde le fattezze della donna, probabilmente proprio per generalizzare il più possibile e mostrarla come oggetto del desiderio maschile. Nella seconda immagine, a maggior ragione, l’atteggiamento affettuoso nei confronti dell’uomo si tramuta, così, in servile. Forse che l’uomo si innamora solamente di un’idea e mai di un individuo? L’affetto e l’amore sono solamente illusioni? Sembrano questi i messaggi ricercati da Vallotton.


Pare anche, secondo la maggior parte delle letture critiche di questa serie di tavole, che Vallotton voglia mettere in discussione l’istituzione del matrimonio, con le sue false promesse di felicità e la sua degenerazione inevitabile in una lotta di potere in cui, per lo più, è la donna a sembrare vincitrice. L’incisione che conclude le Intimités, dall’eloquente titolo L’Irréparable (L’irriparabile), ci mostra una coppia che siede su un divano. I due, però, sono completamente isolati l’uno dall’altra: lei è immobile, frontale, mani e gambe incrociate, mentre lui è distratto, lo sguardo perso nel vuoto, vagamente proteso verso il riparo che offre la pianta alle sue spalle. Completamente isolati ed estranei.

Il grande pregio dell'artista è certamente quello di aver infiltrato in scene semplici e quotidiane, un deciso aroma amaro e malinconico. Una serie di camei, che però è molto più importante della somma delle parti. Le singole immagini, mantenendo di per sé un livello di benigna ambiguità, costituiscono insieme un compendio di testimonianze di un rapporto che è visto come necessariamente distruttivo, l’ossessione di Vallotton.

E all’obiettivo dell’artista contribuisce in modo decisivo la sua abilità nell’uso dei bianchi e dei neri. La tecnica xilografica è padroneggiata egregiamente, secondo uno stile che deriva dalla stampa giapponese e dal color blocking. I neri vengono utilizzati per nascondere tutti i particolari superflui o per creare ambiguità nelle azioni. I bianchi vengono esaltati per contrasto e, spesso, fungono da stacco tra i due individui, o alludono ad una purezza femminile in cui, ovviamente, non si crede.


Nota 1

“Quale male terribile deve aver commesso l’uomo per meritare questo terribile partner chiamato donna? A me sembra che con pensieri così violentemente contraddittori e impulsi chiaramente opposti, l’unica relazione possibile tra i due sessi sia quella di vincitore e vinto.”

 

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