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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Testuali parole

Esse - Santo Subito, riscrittura di "Sterminio" di Werner Schwab


Dal 7 al 9 aprile 2016 è andato in scena alle Carrozzerie NOT di Roma lo spettacolo ESSE – SANTO SUBITO, riscrittura di Sterminio di Werner Schwab, una pièce dai toni esasperati, inno all’impossibilità di esistere negli schemi di questa società, o forse addirittura impossibilità di esistere tout court, in qualsiasi società possibile. È l’esistenza in quanto tale a schiacciare fino all’arresto cardiaco l’uomo risvegliatosi – maledettamente – lucido.

Werner Schwab è un autore austriaco poco conosciuto in Italia, un uomo suicidatosi con un overdose di alcol il giorno di capodanno del 1994 all’età di 35 anni. Violentatore delle regole teatrali e della lingua tedesca, neologista, feroce e impossibile analista dell’animo umano. Sterminio fa parte dei suoi Drammi fecali, storie di inquietudini urbane. Esse – Santo subito ne è una riscrittura, un riadattamento al contesto italiano da parte di Dante Antonelli, Gabriele Falsetta, Domenico Ingenito.

Unico attore in scena Gabriele Falsetta, che con il suo corpo disegna il carattere irascibile e sferzante del protagonista, un pittore trentenne di Pietralcina isolato e misconosciuto che ridipinge ogni giorno il suo unico quadro, tutto nero, mentre la madre – che compare in scena solo attraverso le parole del figlio – devota di Padre Pio, lo sprona a trovarsi un lavoro. Nella seconda parte Falsetta assume le sembianze di una donna in crisi esistenziale proseguendo il suo percorso autolesionistico verso la preferibilità dell’uccisione della coscienza. Entrambi i personaggi provocano il pubblico, vogliono risvegliare l’indignazione sopita per il mondo assurdo. Una risata, un allentamento di cravatta, sono i pretesti con cui Falsetta – che non si capisce più quanto sia il protagonista del dramma o lui stesso – costruisce il suo discorso di demolizione del tutto.Gabriele Falsetta

L’unica via per la compiutezza dell’esistenza è il potere, non l’arte. E il potere più grande, aspirante alla santità (e quindi all’acquietamento dell’assurdo), è quello del divino. Essere preti o papi. Essere così pieni di Dio da poterlo vendere in ogni momento. Essere posseduti e non aver bisogno di altro che di sé stessi trasfigurati in Dio. “Quando uscite di qui fatevi preti”. L’arte invero è una condanna, la stessa condanna che portò Schwab a togliersi la vita nel suo desolato appartamento, specchio di un’esasperata solitudine. È la protesta inefficace e rafforzativa del male di esistere.

Lui, il personaggio in scena ormai immedesimatosi nell’ignara umanità intera, non riesce a respirare, l’esistenza lo soffoca. Ma non tanto per la crudeltà degli uomini – delle guerre e quelle cose lì “non gliene frega un cazzo” –, è l’idea stessa di essere in vita spaventosa e impossibile.

Una serata che rimane nelle ossa. Qualcosa che si sa ma che si seppellisce ogni giorno per non incontrare nostra sorella angoscia. Oppure qualcosa che non si sa perché ancora illusi dalle nostre stesse finzioni che verranno presto spazzate via.

 

Scheda tecnica

Esse - Santo Subito, regia Dante Antonelli, con Gabriele Falsetta. 
Aiuto regia Domenico Ingenito, Assistente regia Domenico Casamassima, drammaturgia collettiva a cura di Dante Antonelli, 
ambiente scenico Francesco Tasselli, ambiente sonoro Samovar, opere in videoproiezione Giovanna Cammisa, costumi Claudia Palomba

 

 

 

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