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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

La Sparanoia, di Niccolò Fettarappa e Lorenzo Guerrieri

 

Dopo il clamoroso successo di Apocalisse tascabile, pluripremiato dalla critica, il giovane Niccolò Fettarappa, sempre in coppia con Lorenzo Guerrieri, parte in quarta con uno spettacolo dissacratorio e irriverente che punta il dito contro l’attuale classe dirigente, contro la sinistra “timida” che ha solo se stessa come avversario e contro l’immobilità delle giovani generazioni ripiegate su se stesse e fortemente criticate dai padri che le hanno precedute.

Approdato al Teatro Vascello di Roma, lo spettacolo ha ottenuto un meritatissimo consenso da parte di un pubblico divertito, sempre coinvolto dai due attori che, a volte, lo aggrediscono e, alla fine, lo annaffiano con le loro pistole ad acqua. L’unica lotta armata che rimane possibile ma che, a scanso di equivoci, conviene inscenare all’interno di un teatro.

Questo spettacolo è un urlo di rabbia gridato a squarciagola contro le istituzioni che hanno dissolto qualsiasi speranza nei giovani cresciuti da metà anni Novanta in poi. Vivono in solitudine, spesso si chiudono in casa e sono ossessionati dallo Spid. Sono stati privati di progettualità e, se trovano lavoro, devono accontentarsi di impieghi incerti. Se nutrono passioni artistiche, sanno bene che per svilupparle vanno incontro a una vita di stenti. Vanno in psicoterapia nel tentativo di arginare le loro ansie. Ma Niccolò Fettarappa e Lorenzo Guerrieri ignorano del tutto il vittimismo e si prendono gioco anche di se tessi e dei loro coetanei che non sanno rinunciare ai loro “succhetti” e alle loro merende. Il testo punta sull’assurdo e sull’ironia demistificante. Lo spettacolo, che dura settantacinque minuti, scivola via in un battibaleno grazie al ritmo serratissimo di dialoghi stilettanti e alla frenetica sfilza di irresistibili gag comiche, di giochi di parole e situazioni grottesche.

   

 


La scenografia è minimale. Quattro tralicci agli angoli della scena ne delimitano il perimetro. Al centro uno stendino per i panni che rimanda all’abitudine di molti giovani di rifugiarsi nel conforto casalingo. Del resto i lampeggianti della polizia posti alla sommità dei tralicci danno un senso di pericolo costante al di là delle pareti domestiche. Ma lo stendino diventa anche una prigione, un labirinto, un tavolo, coperto da un telo rosso, in cui fare le riunioni di partito e altro ancora.

Lo spettacolo si divide in nove quadri ai quali si aggiunge la sparatoria ad acqua finale. I due attori si spartiscono i ruoli e, fin dalla prima scena, Niccolò veste i panni dell’aggredito e Lorenzo quelli dell’aggressore. Litigano spesso, parlano tanto, forse anche troppo, in un botta e risposta molto vivace e umoristico. Usano un romanesco smussato e parole storpiate con ironia: “il resto del merdino”, “rassegna stanca” e molte altre ancora.

Si inizia con un telegiornale che informa i telespettatori che tutto va male e i due, con indosso abiti grigio smorto, passano in rassegna l’attualità con cinismo sferzante, dalla violenza della Digos alla proposta della riforma della polizia (proposta di legge di FdI per l’abrogazione del reato di tortura), dalle manifestazioni in cui “si sono trovati alcuni studenti” ai fumogeni. Partono invettive contro la destra con il manganello, ma nella scena successiva è la sinistra “timida” il bersaglio delle loro sprezzanti proteste. Una sinistra inerme e arrendevole che non riesce a opporsi alle false promesse della destra. Una sinistra che non sostiene nessuna lotta, tanto meno quella di classe. Tutt’al più chiede il permesso di una qualche manifestazione pacifica, totalmente immemore delle battaglie che furono.



Niccolò vorrebbe cambiare le cose e accarezza sogni di una rivoluzione che non potrà mai scoppiare. Pensa addirittura a compiere un attentato ma, alla fine, i due, incappucciati come fossero terroristi, si trovano da soli a fare un flashmob con le gambe “a farfallina”. Sono ribelli bambinizzati e addomesticati da mamme iperprotettive. Non sanno rinunciare alle tisane al finocchietto, sono fissati per i lavaggi dei capi delicati e, più in generale, per la pulizia della casa. La società, invece, li associa soltanto alla droga e alla movida. Lo stato non affronta le loro problematiche che vengono presentate come fatti personali.

Davvero esilarante la scena intitolata il metro quadro in cui si affronta il problema casa. Con bizzarre acrobazie posturali, i due riescono a occupare un vero metro quadrato di un tatami per bambini. Per andare al piano di sopra uno si arrampica sulle spalle dell’altro per constatare che c’è spazio per un bidet e qualcos’altro. Si accontenterebbero pure, in mancanza di alternative. Fanno ridere ma, al contempo, denunciano l’emergenza abitativa, il rincaro dei mutui e l’impossibilità per molti di godere del diritto alla casa.

Meno convincenti le scene Compagni e Fidel forse perché il ricordo delle lotte e delle rivoluzioni dei giorni che furono è appannato dalla disillusione della sinistra di oggi. Al povero Niccolò non rimane che il conforto della psicoterapia. Si abbandona letteralmente tra le braccia della dottoressa nominando i suoi bizzarri sintomi : “C’ho Marx mentale”,

“ Ho tanti sensi di golpe”, “Non so se sono all’altezza di questo colpo di stato”.

Nonostante alcune ingenuità, La sparanoia è uno spettacolo godibilissimo e molto ben fatto. Dialoghi e gesti collimano perfettamente e Niccolò e Lorenzo dimostrano di aver maturato notevoli capacità performative.

Nonostante inzuppino molti spettatori con le loro pistole giocattolo (si avvalgono anche dell’aiuto di tre ragazzoni in mutande colorate), scatenano calorosissimi applausi. Meritatissimi.

 

Scheda tecnica

La sparanoia. Atto unico senza feriti gravi purtroppo, progetto ideato e scritto da Niccolò Fettarappa. 
Con Niccolò Fettarappa e Lorenzo Guerrieri.
Collaborazione artistica di Christian Raimo. Regia di Niccolò Fettarappa e Lorenzo Guerrieri. Assistente alla regia: Giulia Bartolini. Produzione di Agidi-Sardegna Teatro. Con il sostegno di Armunia Teatro-Spazio Zut-Circuito Claps-Officine della cultura. Si ringrazia Carrozzerie n.o.t Foto di scena di Antonio Ficai

Visto al Teatro Vascello di Roma il 28 marzo 2024.

 

 

 

 

 

 

 

 

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