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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

La lezione, di Ionesco per la regia di Antonio Calenda

 

  

Andata in scena il 20 febbraio 1951 nel piccolo Théatre de Poche di Parigi, La lezione di Ionesco scatenò un putiferio di reazioni negative da parte di critici e spettatori. Dopo La cantatrice calva, un lavoro dove non esistono cantatrici né tanto meno persone calve, ci si aspettava che La lezione non avesse niente a che fare con la didattica. La commedia invece riproduce fedelmente un’ora di lezione, molto fuori dal comune, ma pur sempre una lezione. In realtà, quello che disorientava il pubblico di allora era il completo stravolgimento delle strutture del dramma borghese all’interno della bizzarra pièce. Ionesco elimina l’intreccio, riduce i personaggi a meccanismi di un ingranaggio dove il linguaggio perde la sua funzione comunicativa e si fa strumento di potere attraverso la desemantizzazione della parola. Ionesco sperimenta un teatro astratto e non figurativo, capace di far emergere le mostruosità che gli esseri umani portano dentro se stessi.

La versione curata da Antonio Calenda, in scena al TeatroBasilica di Roma, è molto fedele alle intenzioni di Ionesco, attenta ai diversi ritmi dell’azione scenica e minuziosa nella scelta delle tonalità vocali adatte all’emissione fonetica di ciascuna frase. In questo il regista può contare sull’indiscutibile bravura di un cast di livello. Il Professore è interpretato dal grande Nando Paone, l’Allieva dall’effervescente e poliedrica Daniela Giovanetti e la Governante dall’impeccabile Valeria Almerighi.

La scena di Paola Castrignanò pone due vecchi armadi di legno ai lati dell’entrata centrale per gli attori, la scrivania del Professore a sinistra della scena e un baule sulla destra. L’ambiente è cupo e poco illuminato. Non appaiono gli oggetti che verranno nominati e usati.

La Governante controlla che tutto sia in ordine. Apre di soppiatto i due armadi, sistema la scrivania e la poltroncina dell’Allieva e porta in scena una bombetta nera che il Professore non indosserà mai. Si muove lentamente e con un fare circospetto che mette in allerta il pubblico. La

sequenza di gesti e movimenti può anche sembrare un po’ lunga all’interno di una pièce molto breve come La lezione, ma di fatto restituisce importanza al personaggio della Governante che, oltre a essere accudente come una madre, è anche complice del Professore. Le sue poche battute, assolutamente incomprensibili prima del finale, dimostrano che la donna conosce molto bene lo sviluppo della lezione e sa che “la filologia conduce al peggio”.

Quando arriva l’Allieva, il Professore la accoglie con estrema gentilezza e la ragazza appare felice di approfondire le sue conoscenze. Ha già ottenuto il diploma e ora aspira al dottorato totale. Docente e discente si scambiano complimenti e carinerie varie prima di iniziare la lezione.

Si comincia con l’aritmetica che implica razionalità e logica. Le domande sono da prima elementare e strappano molte risate agli spettatori. Il Professore chiede quanto fa uno più uno, due più uno, fino a sette più uno e pone le domande con una serietà e un piglio cattedratico che sfiorano il surreale. L’Allieva risponde correttamente, ma quando arriva all’ultima domanda comincia a scavallare la logica:

Professore: Sette più uno? 
Allieva: Otto.
Professore: Sette più uno?
Allieva: Otto bis.
Professore: Eccellente risposta. Sette più uno?
Allieva: Otto ter.
Professore: Stupendamente. Brava. Sette più uno?
Allieva: Otto quater. E talvolta nove.

Il docente appare soddisfatto delle risposte anche se l’ultima soluzione affonda nel paradosso. Ma quando si passa alle sottrazioni, l’Allieva dimostra di non saperle fare, mandando su tutte le furie il Professore. Il suo atteggiamento nei confronti della ragazza si fa sempre più severo e autoritario fino a divenire estremamente violento. Si assiste pertanto a un capovolgimento di situazioni molto impegnativo per gli interpreti dei due personaggi. Nando Paone, con il suo volto emaciato e il suo iniziale sguardo stralunato, è molto attento a modificare gradualmente prossemica, gestualità e tonalità vocali. Lo stesso si può dire per Daniela Giovanetti che entra in scena tutta arzilla e speranzosa per poi trasformarsi in una vittima privata di forze dall’aggressività del suo maestro.

 

Contrariato dall’ignoranza dell’Allieva, il Professore passa alla filologia. Attacca un monologo delirante sulle lingue neospagnole che, a suo dire, sono talmente simili che a malapena si riesce a distinguerle l’una dall’altra. Nel gruppo di queste lingue legate da un’origine comune, ci infila l’ Italiano, il Francese, il Rumeno, il Portoghese e il Sardanapalo. Le sue delucidazioni sono talmente astruse e assurde da rivelare una volontà assoluta di azzerare la comunicazione. Il linguaggio diventa un torrente di significanti privi di significato e il dialogo si basa sulla ripetizione automatica da parte dell’Allieva di quello che dice il Professore. L’Allieva somatizza il suo totale disorientamento. Accusa prima un forte mal di denti, poi dolori che colpiscono il suo corpo intero. E’ completamente soggiogata dal peso dei discorsi privi di senso del Professore, che prima la lega e poi la uccide con un coltello invisibile. Il cadavere rimane disteso sopra la scrivania e le gambe divaricate, con tanto di mutandine in vista, lasciano intendere che il sadico Professore nutriva in sé anche un desiderio di violenza sessuale.

La lezione che Ionesco definiva “dramma comico”, passa dal burlesco alla tragedia, una tragedia che rivela il mostro che il Professore porta dentro di sé, ma che non prevede una catarsi. Il corpo dell’Allieva viene celato da un telo rosso con una svastica al centro, simbolo di morte e di sopraffazione, e viene nascosto all’interno di uno dei due armadi. La stanza viene risistemata e il suono del campanello annuncia l’arrivo della quarantunesima allieva della giornata. La struttura circolare del dramma dimostra che non ci sono alternative alla violenza del potere e all’imbarbarimento del linguaggio che, anche quando si sostanzia di significanti corrispondenti al significato, cade nelle orecchie degli ignoranti.

Basta guardarsi intorno per vedere le difficoltà comunicative tra esseri umani, per assistere alla capitolazione della cultura vera, e per constatare che la Storia si ripete.

Nel pieno rispetto del testo, Calenda riesce ad avvicinare il dramma alle gravi problematiche della nostra contemporaneità.

 

 

 

Scheda tecnica

La lezione, di Eugène Ionesco.   Con: Nando Paone, Daniela Giovanetti e Valeria Almerighi. 
Regia di Antonio Calenda. Aiuto regia: Alessandro di Murro.
Scene: Paola Castrignanò. Costumi: Giulia Barcaroli. Disegno luci: Luigi Della Monica.
Coproduzione Tradizione E Turismo- Centro Di Produzione Teatrale-Teatro Sannazzaro-Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia-Accademia Perduta Romagna Teatri e Fattore K.
Foto concesse dall’Ufficio stampa.

Visto al TeatroBasilica di Roma il 6 marzo 2024.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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